Pensione: le scelte da fare 
Pensione: perchè è importante preoccuparsi del problema?
I pensionati di oggi percepiscono una pensione pubblica col cosiddetto metodo retributivo. Ad esempio: chi ha versato contributi per 35 anni avrà  una rendita pari al 70% della retribuzione media dell'ultimo decennio.

Questa è la pensione che si possono aspettare anche le persone la cui vita lavorativa è agli sgoccioli, ossia chi al 31/12/1995 aveva già  versato contributi per almeno 18 anni. Per gli altri le cose sono diverse. Chi al 31/12/1995 non aveva ancora iniziato a lavorare, vedrà  la sua pensione calcolata secondo il cosiddetto metodo contributivo, per cui l'ammontare finale dipenderà  sia da quanti contributi sono stati versati complessivamente nel corso della vita lavorativa, sia da quali saranno le attese di vita al momento del suo pensionamento, (vita lunga, , pensione piccola! Ossia, la pensione sarà  a malapena metà  degli ultimi stipendi.

Infine, ricordiamo che chi al 31/12/1995 aveva già  iniziato a lavorare, ma da meno di 18 anni, avrà  una pensione calcolata parte (gli anni fino al 1995) col metodo retributivo e parte (gli anni dopo il 1995) col contributivo.

 

Calcolo pensione: a quanto ammonterà  la vostra?

Per effettuare il calcolo dell'ammontare della vostra pensione occorre distinguere tre casi:
  • Lavorate da almeno 29 anni?
  • Lavorate da meno di 11 anni?
  • Lavorate da più di 11 anni e da meno di 29?

Se lavorate da almeno 29 anni...
La vostra pensione è calcolata col metodo retributivo: moltiplicate il numero degli anni lavorati per due (es 35X2) e ottenete la percentuale (es 70%) che, moltiplicata, per la media degli ultimi stipendi/redditi offre la pensione attuale. Se siete lavoratori autonomi si prende la media dei redditi degli ultimi 15 anni, se siete lavoratori dipendenti si prende la media degli stipendi degli ultimi 10 anni.

Se lavorate da meno di 11 anni...
La vostra pensione è calcolata col metodo contributivo: sarà  pari al prodotto tra la somma dei contributi versati durante la vostra vita lavorativa (e rivalutati in base alla crescita dell'economia italiana, più l'inflazione) e un coefficiente (attualmente tra il 4 e il 6%) che dipende dall'età  in cui andrete in pensione (tra 57 e 65 anni).

Per sapere quale sarà  la vostra pensione dovete immaginare quali sono le vostre prospettive di reddito durante la vostra vita lavorativa. Non è possibile fornirvi una stima puntuale di quale sarà  la vostra pensione, ma un'idea generale di quale sarà  il buco da riempire (il cosiddetto gap pensionistico) sì. Ecco la risposta in percentuale sugli ultimi stipendi per chi ha lavorato 35 anni. Lavorando 40 anni il dato, ovviamente, migliora.

 

Lavoratore dipendente

Crescita del reddito/ carriera tranquilla 60/70%
Crescita del reddito/ carriera media 45/70%
Crescita del reddito/ carriera brillante 40/60%

Se lavorate da più di 11 anni e da meno di 29...
La vostra pensione è calcolata col metodo misto: sarà  cioè la somma della pensione calcolata per gli anni col retributivo con quella calcolata secondo il metodo contributivo. Ad esempio poniamo siate dipendente che ha lavorato per 10 anni (prima del 1996) quando la pensione veniva calcolata col metodo retributivo e che ne sta lavorando altri 25 (dopo il 1996) da che la pensione è calcolata col metodo contributivo. Per i primi 10 anni la pensione viene calcolata come abbiamo visto sopra per il col retributivo: 10 x 2% = 20% dello stipendio/reddito medio degli ultimi anni. Per i 25 anni seguenti dobbiamo, invece, guardare la tabella qui sopra. Poniamo che la crescita del reddito sia brillante. Abbiamo una pensione che è il 40/60% degli ultimi stipendi. Facciamo l'ipotesi peggiore: il 40% e teniamo questo dato buono per 25 anni su 35, ossia per i 5/7. I 5/7 del 40% sono circa pari al 28%. Sommiamo 20%+28% e otteniamo che la pensione sarà  circa il 48% degli ultimi stipendi.

 

Quanto dovete accantonare ogni anno?

Date le premesse poco incoraggianti per il futuro di tutti andiamo a vedere quanto occorre mettere da parte (in percentuale sullo stipendio/reddito lordo) per ripristinare una pensione in linea con quelle che vengono percepite dai pensionati di oggi (70-80% dell'ultimo stipendio/reddito). La risposta la trovate nella tabella.

Quanto sarà , quindi, la vostra pensione rispetto all'ultimo stipendio?
  30% 40% 50% 60% 70%
Per portarla al 75% dell'ultimo stipendio dovete accantonare ogni anno, a seconda di quanto manca alla pensione, in percentuale sul vostro stipendio lordo, il...
35 anni 10% 8% 5% 3% 1%
30 anni 15% 12% 8% 5% 2%
25 anni 23% 18% 13% 8% 3%
20 anni     20% 12% 4%
15 anni         6%
 
Come scegliere il fondo pensione più giusto per voi
Innanzi tutto dovete prima andare a vedere il fondo di categoria. Lì troverete come comportarvi a seconda del voto preso dal vostro fondo. In particolare avete due alternative: o aderite per il massimo, o aderite per il minimo.
Nel primo caso vi consigliamo di versare al fondo chiuso tutta la percentuale che vi abbiamo indicato in quanto dovete accantonare ogni anno per mantenere il vostro tenore di vita ottimale. Tenete conto che al fondo pensione va comunque il vostro Tfr che, per gli assunti dal 29 aprile 1993, è già  un 7% dello stipendio. In molti casi può quindi bastare una adesione per il minimo.
Il motivo per cui troviamo comunque interessante una adesione per il minimo è il contributo del datore di lavoro. 

Per aiutarvi nella scelta vi suggeriamo di guardare la tabella qui sotto prima di passare oltre e consultare le altre pagine.

Quanti anni vi mancano alla pensione?
0-3 anni 3-5 anni 5-10 anni 10- 15 anni 15-20 anni oltre 20 anni
Scegliete un fondo monetario Scegliete un fondo obbligazionario Scegliete un fondo bilanciato obbligazionario Scegliete un fondo bilanciato Scegliete un fondo bilanciato azionario Scegliete un fondo azionario
 
Lo "zainetto previdenziale" vi segue ovunque
La scelta che fate non è definitiva: la nuova legge prevede, infatti, che dopo 2 anni dall'adesione al fondo possiate trasferirvi a un altro fondo pensione. Tuttavia è certo che non vi possiate portare dietro il contributo del datore di lavoro. Ricordatevi però che, una volta scelta la previdenza integrativa, non potete più tornare indietro decidendo di lasciare il Tfr in azienda.

 

Articolo del 27/01/2008