Tfr: le nuove regole
Il calcolo del TFR, il silenzio-assenso e le altre scelte: qual'è meglio per voi?

Il timore di perdere la liquidazione (quella che maturate dal 2007 in poi, quella maturata fino al 2006 resta lì dov'è) è una paura comprensibile. La paura fa novanta di fronte a domande quali: quante altre volte cambierà  idea il legislatore? Che cosa succederà  ai miei soldi una volta che non li ho più qui in azienda e che sono nel fondo pensione?

Il problema, però, è che tutti i motivi razionali spingono a aderire espressamente ai fondi pensione. Con il solo silenzio assenso vi si "scippa" il Tfr oggi per darvi una pensione domani. E stop. Con la decisione espressa e volontaria di aderire per il minimo prendete il contributo del datore di lavoro e gli sgravi fiscali. Semplificando molto il calcolo: ogni 100 euro che mettete nel fondo (circa 87 di Tfr e 13 dal vostro stipendio), ve ne vengono dati quasi 13 dal datore di lavoro (e così ne mettete via per la pensione circa 113). In più su quanto sottratto allo stipendio (13 euro), a seconda della vostra aliquota marginale d'imposta ve ne vengono restituiti altri 3, 4 o 5 grazie alle deduzioni fiscali. Non sono grosse cifre, ma perchè rinunciarvi?