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P E T I Z I O N E

giovedì 2 febbraio 2017

 


I sottoscrittori della presente petizione si rivolgono ai livelli Istituzionali tutti per una adeguata opera di sensibilizzazione contro la scelta del Governo di collocare in borsa quote crescenti di Poste Italiane, completando un processo di privatizzazione del tutto scevro da alcun dibattito pubblico. Poste Italiane, titolare di un servizio universale che attiene ai diritti di cittadinanza, muta la sua identità di IMPRESA SOCIALE e rischia di essere divorata dal vortice della speculazione finanziaria.

A rischio il principio di SOCIALITA’, mixato in tutti questi anni con le ragioni di mercato, ricetta vincente che ha permesso, alla fine di un pesante processo di riordino di conti e di strutture organizzative, in piedi da oltre quindici anni, di centrare il risultato del risanamento, con solidi attivi di bilancio consolidati nel tempo: solo nel 2016, un miliardo di utili.

A rischio la chiusura di molteplici uffici postali, quelli poco redditivi, insediati nelle zone marginali, povere, periferiche del Paese, quei presidi operativi di Poste che assicurano servizi alle fasce sociali più deboli ed indifese della Collettività. Chi si occuperà di esse?

A rischio l’intero settore recapito, oggi stretto nella morsa di una crisi mondiale dei prodotti postali tradizionali che devasta la totalità degli operatori presenti sul mercato.

A rischio la tenuta occupazionale: migliaia e migliaia di posti di lavoro si perderanno, sacrificati sull’altare del rigoroso rispetto delle logiche di conto economico e di incremento della redditività complessiva d’impresa.

Operazione non a sostegno del Sistema Paese, bensì a tutela degli interessi delle solite oligarchie economiche e finanziarie che si impadroniranno, per una manciata di miliardi, della più grande rete infrastrutturale oggi presente nel nostro tessuto economico.

Il Popolo Postale confida nelle opportune sensibilità, assicurando sostegno a tutti quei soggetti che sposeranno la presente causa, quale autentica battaglia di civiltà.



Documenti allegati:
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