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EDITORIALE

sabato 15 marzo 2008

 

UNA MIA RIFLESSIONE SULLA PASQUA

La Pasqua mi suggerisce una riflessione. Si tratta della festa più grande, perché rappresenta l’evento da cui deriva l’unica speranza che l’uomo ha di andare oltre la morte.
Tutto ciò che ogni persona cerca per essere felice, cioè l’amore di un uomo o di una donna, l’amicizia, le bellezze della natura, dell’arte, l’amore per un figlio, il successo nello sport, nella carriera lavorativa, il benessere fisico e psicologico, il divertimento, la ricchezza materiale, sono realtà di per sé buone, ma non danno la felicità completa, quella vera che l’uomo cerca, e soprattutto sono beni passeggeri, destinati a morire, mentre l’uomo ha vocazione di eterno.

Ed è arrivato il tempo in cui viene ricordata la Resurrezione di Cristo, che ha segnato l’inizio del destino di vittoria sulla morte anche per l’uomo, e per troppa gente passa del tutto inosservato, e questo è il colmo, perché proprio Cristo crocifisso e risorto rende eterni tutti i desideri e gli obiettivi che inseguiamo ogni giorno, e soprattutto rende eterna e quindi dà valore incommensurabile alla nostra esistenza. Alcune persone addirittura rifiutano Colui che, come evidenzia la realtà alla ragione umana, ci ha donato ciò che siamo e abbiamo e che non vogliono porsi neppure le domande esistenziali più semplici, quelle che si ponevano persino gli uomini primitivi quando cercavano Dio, alla cieca, negli elementi della natura.

Già la Pasqua! Finalmente la Pasqua. Dovrebbe essere un giorno d’amore, un attimo di vita da condividere con gli altri, che non sia per lavoro, per forma, per dovere o altro, ma uniti solo per semplice e umana perduta voglia di amarci. Quel giorno vorrei che al mio piccolo tavolo pranzassero con me la povertà, il pentimento, il rimorso, la falsità, la codardia, tutti con un volto che Dio anche a loro ha donato e che m’ha insegnato a riconoscere come miei fratelli.
Mia figlia, la più piccola, vorrebbe ricevere l’uovo di Pasqua perché è Pasqua. È difficile spiegare a un bambino, che la vera pasqua non si trova in quell’uovo..... e allora la porto in un prato e la faccio sdraiare sull’erba.....lei si fa scaldare dal sole, sente cantare di nuovo gli uccelli, annusa il profumo dei fiori. Mi accorgo che ama la primavera e per lei questa diventa la Pasqua.

Auguri a tutti di vero cuore.

Antonio Lepore


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