AFFARI E FINANZA – 12-3-07
Nuovi sfidanti per le poste liberalizzate
MASSIMILIANO DI PACE
E’ una torta da oltre 7 miliardi di euro l’anno quella dei servizi postali
in Italia. Una torta che sarà a
completa disposizione nel 2009, visto che il vento delle liberalizzazioni
targate Bruxelles ha ormai investito
quello che era forse l’ultimo baluardo dei monopoli: le poste.
Il mercato dei servizi postali si articola in due grandi aree: da una
parte la classica corrispondenza, che
comprende le comunicazioni pubblicitarie, che vale circa 4 miliardi di
euro, e dall’altra parte i pacchi e le
spedizioni espresse, che generano 3 miliardi di fatturato l’anno.
Mentre sul fronte dei pacchi la liberalizzazione era già completa a metà
degli anni ’90, il mercato della
corrispondenza ha cominciato ad essere liberalizzato solo a partire dal
2000, con il recepimento della
direttiva Ue che ha fissato le regole di liberalizzazione della fornitura
dei servizi postali, compreso quello
universale.
Si è detto "cominciato", perché all’inizio la liberalizzazione ha
riguardato solo la spedizione di plichi
superiori a 350 grammi. Nel 2003 il limite è stato portato ai 100 grammi,
e poi ulteriormente ridotto a 50
grammi nel 2006. Nel gennaio 2009 dovrebbe terminare il monopolio delle
Poste Italiane anche nel settore
dei plichi inferiori a 50 grammi.
Resta ancora aperta la questione del servizio universale, che sarà gestito
ancora per diversi anni dalle Poste
italiane, ma che in futuro potrebbe essere messo a gara. Vi è poi il
problema degli oneri di questo servizio,
che sono a carico del bilancio pubblico, ma la cui quantificazione è già
oggi motivo di confronto tra Poste
italiane e autorità pubbliche.
Nel frattempo gli operatori privati affilano le armi. Inutile dire che
l’interesse è sulla parte ricca del
mercato, ossia il segmento business, che riguarda imprese e pubbliche
amministrazioni, come conferma
Giuseppe Pantano, presidente di Uniposta, una società creata a fine 2006,
con un capitale di 10 milioni di
euro, da soci già operanti nei servizi e nella stampa: "L’80 per cento del
mercato della corrispondenza
proviene da soli 4mila clienti, e sono questi il nostro target, a cui
contiamo di fare offerte personalizzate,
che possono prevedere sconti fino al 50% delle tariffe ufficiali di Poste
italiane". Il manager di Uniposta,
che è stato responsabile delle divisione "corrispondenza" di Poste
italiane fino al 2005, conta di attivare
una specifica strategia per risultare competitivi: "concentrandoci su
pochi grandi clienti, possiamo
prelevare le lettere direttamente alla fonte, saltando così la fase di
raccolta e smistamento, mentre per la
consegna puntiamo sulla flessibilità dei nostri postini, che invece di
concentrarsi quotidianamente sulla
stessa area, possono coprire le diverse zone richieste. D’altro canto, in
molti casi, come estratti conto,
bollette, comunicazioni, non è necessario che la lettera arrivi il prima
possibile".
Per il momento la società sta iniziando ad operare nel recapito lettere e
pacchi, e punta a crescere sia con
acquisizioni, come il recente acquisto di Effesse di Torino (9 milioni di
euro di fatturato nel 2006), sia
creando società ad hoc per grandi clienti, basate sull’autoprestazione dei
recapiti, che consente di superare
il monopolio delle Poste (ancora operante) per le lettere sotto i 50
grammi.