Capitanata ............... rialzati!! Ancora un mese, massimo due, il tempo di far sedimentare gli effetti del risultato elettorale del 13/14/27 aprile, poi anche la Capitanata dovrà avere il suo “Manifesto per il lavoro”, bussola e guida operativa delle politiche per il lavoro dei prossimi anni, improntate a creare sviluppo. Sviluppo e lavoro sono, infatti, le sole medicine in grado di curare i mali economici e sociali della nostra provincia, sempre più sofferente. Il sistema economico provinciale è caratterizzato da un enorme spreco di risorse umane e di ricchezza sociale: tantissime persone vogliono lavorare e non possono farlo. Il tasso di disoccupazione per l'intera provincia di Foggia è pari al 15,4% superiore di circa sei punti in percentuale rispetto alla media nazionale (9,5%). È in gioco, dunque, soprattutto per i giovani, una positiva percezione del futuro, la speranza di una propria realizzazione, l’incertezza di poter contribuire alle scelte della comunità. La precarietà del lavoro, le scarse opportunità che si offrono ai giovani, ma anche ai disoccupati di lunga durata, incidono nel loro presente e determinano un futuro che condizionerà, da pensionato, la qualità della vita. I tassi di irregolarità evidenziano una percentuale elevata. Il ricorso agli ammortizzatori sociali, una scelta necessitata per alleviare le difficoltà dei lavoratori, ha coinvolto tantissimi lavoratori, tra cassa integrazione e mobilità in deroga e cassa integrazione speciale e testimonia la crisi del settore industriale e non. La crescita deve correre sui binari di sviluppo e lavoro il treno del progresso con mèta gli obiettivi di Lisbona, cioè un’occupazione stabilizzata al 70%». L’Italia e gli altri paesi dell’Unione avrebbero dovuto raggiungere questo traguardo entro il 2010. Il nostro non ce la farà; sicuramente ne resterà lontana, così come per la provincia di Foggia. Quindi chiusa la lunga parentesi elettorale, la politica provinciale dovrà ripartire dall’emergenza lavoro, nome moderno della nuova questione Foggia. Il sistema economico dauno è, infatti, caratterizzato da un enorme spreco di risorse umane e di ricchezza sociale. La «pole position» delle priorità è occupata dall’individuazione delle strategie e delle metodologie di programmazione concertata; seguono la promozione di politiche occupazionali finalizzate al pieno impiego e a ridurre il tasso di precarietà incentivando la stabilità e la tutela del lavoro discontinuo, il rafforzamento del capitale umano attraverso l’aumento degli investimenti nella formazione lungo tutto l’arco della vita e nella ricerca e ancora l’innovazione dei sistemi di istruzione, formazione e orientamento. Dobbiamo rafforzare le competenze per rispondere efficacemente alle esigenze di una società basata sulla conoscenza e per sostenere l’occupabilità. I punti prioritari indicano mezzi e strumenti per aggredire secondo noi la crisi economicosociale della provincia di Foggia, sempre più ultima in tutte le classifiche e per far uscire dal disagio numerose categorie a rischio (presenza di fenomeni di “disagio silenzioso sono stati rilevati dai consultori provinciali per problemi di identità e relazionali), soprattutto dare prospettive ai giovani, che sempre più numerosi lasciano la capitanata per realizzarsi umanamente e professionalmente altrove. L’obiettivo più generale della nostra proposta è anche ribadire la centralità del lavoro, e della sua rappresentanza, nei processi di cambiamento delle istituzioni e della società. Il manifesto per il lavoro, predisposto due mesi fa dalla Cisl nazionale, con i necessari adattamenti e le opportune specificazioni territoriali, si cala ora in una realtà locale. La priorità sarebbe anche quella di ridare legalità ad un territorio Una recente indagine Censis ( Misurare l'incertezza nella società italiana ) inserisce la provincia di Foggia tra le province che definiscono l'area della “criminalità emergente”. Si tratta di un gruppo di 21 province, tra le quali appunto la provincia di Foggia, che hanno fatto registrare una preoccupante crescita dell'illegalità (un incremento di circa il 30% dei delitti che definiscono la delinquenza predatoria, ovvero di quegli illeciti che maggiormente colpiscono la privacy e l'incolumità personale dei cittadini). Le donne: altra questione in cima alle priorità; rispetto alle 102 province italiane rappresentate in una classifica rosa, quella di Foggia occupa l’ultima posizione con appena il 20 per cento di donne lavoratrici d'età compresa tra i 15 ed i 64 anni; pensate a Foggia solo due su dieci: e così la media nazionale dell'occupazione femminile precipita ad un tristissimo 46,3%, che ci pone penultimi in Europa. Lo schema conferma lo stereotipo del Nord, dove si trova più facilmente lavoro, e del Sud, dove l'occupazione, e quella femminile in particolare, è una chimera. E' questa la fotografia realizzata dal Centro Studi Sintesi del Sole 24 Ore che ha elaborato i dati Istat sull'occupazione femminile. Pertanto appare tutta in salita la strada per uscire da una grave crisi che attanaglia la nostra provincia, dove più che mai è viva la nuova questione meridionale. Dobbiamo essere da pungolo ad una classe politica oramai più orientata a gestire gi interessi che a fare ….politica. Insomma più interessata ad “apparire” che ad ESSERE. Agricoltura, energia, industria e turismo; sono queste le leve competitive che la Capitanata può attivare per alimentare la crescita, senza dimenticare la risorsa Università, grande serbatoio di cervelli, alta formazione e ricerca al servizio delle potenzialità della nostra terra. Umiltà e coraggio, sinergia e cooperazione, idee e legalità, solo con questi caratteri potremo dare un futuro migliore, che non abbiamo ereditato dai genitori, ma che abbiamo preso a prestito dai figli.
Antonio Lepore |
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