STAMPA LA NOTIZIA


EDITORIALE

sabato 24 maggio 2008

 

IL SINDACATO UNA CASTA.......NO GRAZIE!!!!

Ormai è cominciato anche l'attacco ai sindacati. Siamo tutti convinti che così facendo, si corre il rischio di alimentare una disaffezione nei confronti delle istituzioni, che finisce poi con il colpire le grandi organizzazioni popolari e di far venir meno quel collante indispensabile per la democrazia, cioè il tessuto delle rappresentanze, che dovrebbe garantire una visione complessiva dei problemi del paese.

L'operazione politico/giornalistica è stata costruita mettendo insieme due cose: la vicenda Alitalia e un libro dal titolo "L'altra casta". Nel libro di Stefano Livadiotti si sostiene che il sindacato sarebbe in crisi di popolarità, in quanto non più capace di farsi carico degli interessi generali del Paese. La fuga di Air France dal tavolo per l'Alitalia sarebbe, secondo l'articolo, la dimostrazione di questa tesi.
Nella vicenda Alitalia il sindacato non ha fatto altro che difendere il proprio ruolo negoziale. Il sindacato deve mediare, deve fare una trattativa, per poi arrivare a una mediazione. Tra l'altro sottolineo come la posizione sindacale, a differenza di precedenti occasioni, stavolta sia sostenuta da tutte le sigle sindacali, anche quelle all'inizio più favorevoli ad Air France. Questo vorrà pur dire qualcosa. Le proteste di alcuni lavoratori? E' troppo facile, per chi è sicuro di rimanere in azienda, inscenare scioperi della fame a sostegno del nuovo acquirente. Abbiamo avuto la sensazione è che si sia cercato di montare un caso.

Insomma, c'è il sospetto che la vicenda Alitalia sia presa a pretesto per attaccare il ruolo stesso del sindacato, in un momento in cui sono in discussione questioni fondamentali come la riforma del modello contrattuale.
Non mi pare che il sindacato italiano possa essere accusato di scarsa disponibilità al cambiamento. Semmai il problema sta nella rappresentanza della parte imprenditoriale: non c'è nessuna volontà da parte loro di innovare realmente. Probabilmente a qualcuno non piace che ci sia ancora chi insista nella difesa, almeno in parte, del ruolo solidaristico del contratto nazionale.
Forse c'è qualcuno che spera di condizionarci. Ma sbaglia. Sulla riforma del modello contrattuale e delle regole sulla rappresentanza il sindacato è in grado di fare in piena autonomia le proprie scelte, così’ come le ha fatte. Il sindacato la trattativa la conduce e fa l'accordo se ci sono le condizioni. Se le condizioni non ci sono, il sindacato l'accordo non lo fa. ed ancora: noi slegati dalla base? Abbiamo portato più di 5 milioni di lavoratori al voto sul referendum sul welfare. Ricordo che il tesseramento 2007 della CISL si è chiuso con un record di iscritti. Lavoratori che ogni mese decidono se continuare a dare consenso o meno.

Il tentativo di assestare un colpo ai corpi intermedi è periodico, non è la prima volta che avviene. C'è chi pensa che la vita democratica si possa meglio riorganizzare semplificando il sistema. Sono gli stessi che ritengono la concertazione un orpello, un di più, e non la pratica normale di una società democratica. In questo senso si registra una singolare convergenza tra la sinistra estrema, che la concertazione la vede con sospetto in quanto fine del conflitto, e l'estrema destra economica, che invece la vede come freno alle scelte.

Dicevamo che il sindacato deve mediare per fare accordi. Il nostro obiettivo è fare accordi. Non in nome del Paese o di altro, ma in nome di persone in carne e ossa, ma qualcuno fa finta di dimenticarlo. Questi possono essere buoni o meno buoni. In effetti non esiste un buon accordo oggettivo in quanto sta tutto nella sua percezione. È un buon accordo se viene accolto bene dai lavoratori..

Comunque il mestiere dei sindacati è quello di trattare, non è quello di perdere tempo, né quello di negoziare solo per negoziare. E ancora i sindacalisti, a differenza di quanto avviene adesso con i parlamentari, non sono eletti con i voti di lista bloccati. Sono scelti dalla base e rispondono di quello che fanno, il grande consenso che hanno tra i lavoratori indica che non siamo privilegiati!!!!!.........e poi macché privilegiati........ bassi compensi, famiglia numerosa e monoreddito, tutela dei deboli come priorità: è questo l'identikit del sindacalista.............
E poi ha ragione Bonanni quando dice che “C'è chi ha scritto che ci sono 700mila persone che operano nei sindacati: magari fosse vero! Magari ci fosse questo 'esercito' che, gratuitamente, si occupa dei problemi degli altri. La realtà è che coloro che si occupano dei lavoratori sono molto meno e sono quotidianamente denigrati da parte dei centri di potere, che hanno interesse ad avere un sindacato più debole".

Antonio Lepore


Non sono presenti documenti allegati.



Documenti allegati: