PAUSA VIDEO
Monitor e danni alla vista: fare i controlli I problemi pi� diffusi ma anche maggiormente trascurati sono quelli agli occhi L'uso del computer di per sé non causa alterazioni, per� va usato in sicurezza DI ANNAMARIA MESSA - LA REPUBBLICA 20/11/2008
Un conto � navigare in internet, magari anche alcune ore, un'altra cosa stare davanti a un video terminale per otto ore in banca, in ufficio, alla posta. Con monitor che servono per operazioni limitate. Come quelli della posta appunto, che devono dare in bianco e nero gli estremi del pagamento e il display ha un contrasto molto accentuato. I monitor "di servizio", quelli collegati a un sistema centrale, in azienda o in qualunque altro posto di lavoro, non hanno né le schede grafiche (la parte di hardware che consente di riprodurre sul monitor immagini, segni, parole), né gli standard di risoluzione (la quantit� di pixel necessaria a definire meglio l'immagine, pi� � alta la risoluzione, meno sforzo si fa a leggere, vedere, decifrare l'immagine) che ha invece il display del pc di casa. L'impiegato delle Poste non lavora con le immagini ma se la definizione non � adeguata dopo un certo numero di ore gli occhi si stancano. Il monitor va collocato ad angolo retto rispetto alla finestra, distante almeno un mt, in modo che non si rifletta la luce. Le fonti luminose siano perpendicolari allo schermo né di fronte, né alle spalle dell'operatore. Va situato direttamente davanti a sé, per evitare di doversi girare quando si lavora. Il punto centrale dello schermo si deve trovare circa all'altezza degli occhi e non più in alto. LA LEGGEPrecise norme (legge 626\'94 e successivi aggiornamenti) indicano le misure di prevenzione per garantire la sicurezza delle postazioni di lavoro e la salute degli operatori anche nell'uso di videoterminali, Vdt. Va fatta una pausa di 15 minuti ogni 2 ore di attività, sgranchirsi le braccia e la schiena. Utile distogliere ogni tanto lo sguardo dagli oggetti vicini, chiuderli per qualche minuto, rivolgerli lontano. Flettere ed estendere il collo, rilassare le braccia. TRA PIXEL E CONTRASTO: LO SCHERMOComponente principale di un monitor è il display (da "to display", mostrare, visualizzare), quadrante o schermo video che rappresenta visivamente i dati forniti o elaborati da un'apparecchiatura elettronica. Caratteristiche principali la risoluzione, la luminosità, il contrasto, il tempo di risposta, l'angolo di visuale, la frequenza di rinnovo dell'immagine sul monitor (refresh, evita lo "sfarfallamento", la sua velocità indica quante volte in un secondo viene ridisegnata l'immagine sul display). A seconda della tecnologia si distinguono vari tipi di display: sempre più diffusi quelli a schermo piatto, Lcd (Liquid Crystal Display), con schermo sottile basato sulle proprietà ottiche di sostanze denominate cristalli liquidi. In genere hanno un sistema di configurazione automatica che regola nitidezza, colore, allineamento dei pixel. Vanno scomparendo i monitor Crt (Cathode Ray Tube) nei quali il tubo catodico dirige i raggi catodici su una superficie sensibile, schermo, che ricostruisce l'immagine. Tutti gli schermi dotati di marchio CE sono conformi ai requisiti normativi (Testo Unico 81/08 - ex Dlg 626/94) rispetto a parametri come luminosità, contrasto, definizione dei caratteri. Ci sono anche display tattili anziché visivi, in alfabeto Braille, per i non vedenti. COME INCIDONO SFONDO E COLORE: L'ESPERTO
Negli uffici si
stanno via via sostituendo i vecchi monitor a tubo catodico con
quelli a schermo piatto e tecnologia Lcd. Sicuramente meglio per
gli occhi... "Qualunque sia lo schermo utilizzato", chiarisce
Giuseppe Taino, dirigente medico Unità medicina occupazionale e
ambientale all'Istituto scientifico di Pavia, IRCCS Fondazione
Maugeri, "lavorare al computer per molte ore può creare
affaticamento visivo, quello che noi medici del lavoro chiamiamo
"astenopia occupazionale", principalmente per la vicinanza allo
schermo (dovrebbe sempre essere compresa tra i 50 e i 70
centimetri), per l'eccessiva illuminazione, anche naturale,
dello spazio di lavoro, per la non corretta correzione del
difetto visivo della persona. Vale la pena aggiungere che la
normativa stabilisce che si deve tenere conto non solo dei
rischi alla vista, ma anche di quelli muscolo-scheletrici
collegati alla postura seduta e alla corretta disposizione sul
piano di lavoro del videoterminale, della tastiera, del mouse,
eccetera. Ultimo, ma non meno importante, in alcuni soggetti
predisposti, l'utilizzo del pc per molte ore può essere causa di
stress e affaticamento psichico". Ognuno ha un suo modo di stare
seduto alla scrivania, in base anche alla costituzione fisica o
perfino all'umore. Ma qualunque postura mantenuta per un tempo
prolungato può provocare disagio. In condizioni disergonomiche,
dopo un po' ne risentono pure la colonna cervico-dorsale, la
zona intrascapolare, le spalle, nervi e tendini. "Repetitive
Strain Injuries", li chiamano gli inglesi e non di rado si
traducono in problemi che esigono interventi locali,
riabilitazione, assenze dal lavoro. Davanti a un videoterminale
c'è da stare attenti anche ai colori. "Tutte le situazioni in
cui ci sono sfondi scuri e caratteri chiari, in particolare su
tonalità arancio-rosso, possono essere causa di affaticamento.
Meglio utilizzare sfondo chiaro e caratteri scuri. Da circa
dieci anni i programmi usano colori chiari come sfondo, l'utente
al videoterminale deve essere attento alla stessa maniera al
momento di scegliere e impostare lo sfondo del desktop", spiega
Taino.
Tutti vorremmo avere
occhi belli, sani, seducenti e se madre natura non è stata
benigna, gli occhiali sono spesso causa di disagio e complessi.
La vista ci guadagna ma ne fanno le spese autostima e relazioni
interpersonali... Specie da giovanissimi. Le Lac, le
sottilissime lenti che a contatto della cornea correggono
miopia, astigmatismo, ipermetropia o presbiopia, hanno risolto
il problemi per i "quattrocchi" che non ne potevano più degli
occhiali. In tanti però dimenticano che si tratta pur sempre di
dispositivi medici e prevedono precise regole d'igiene e di
permanenza negli occhi per non correre rischi di fastidiosi
problemi e talvolta perfino di perdere la vista. Secondo una
recente indagine Nextplora ci sono oltre due milioni di italiani
che utilizzano Lac (soprattutto morbide, mensili o quindicinali)
ma neanche 2 su 10 le curano come dovrebbero. E i dati riferiti
dalla Soi, Società Italiana Oftalmologia, qualche mese fa,
parlano di circa 350 italiani che perdono ogni anno un occhio
per infezione da lente a contatto mal gestita. Pseudomonas,
stafilococco, streptococco, candida, acanthamoeba, alcuni dei
germi pronti ad aggredire. "Le infezioni corneali negli ultimi
tempi stanno avendo una recrudescenza enorme per la disinvoltura
con cui vengono utilizzate le Lac anche da minorenni, non
adeguatamente controllati dai genitori. C'è chi le indossa 24
ore su 24, ci dorme, non le pulisce bene", avverte Emilio
Balestrazzi, direttore Oftalmologia Università Cattolica di Roma
e presidente del simposio "Evoluzioni in patologia e chirurgia
corneale", un confronto a tutto campo sulle patologie
infiammatorie, infettive e rifrattive corneali, strumentazione
diagnostica avanzata, progressi in terapia medica e chirurgica.
"Dobbiamo proprio lanciare un allarme sull'uso indiscriminato di
lenti a contatto in modo incongruo, senza adeguata igiene, senza
sorveglianza, soprattutto verso i ragazzi che purtroppo
finiscono per essere immunodepressi. Ci sono giovanissimi che ci
hanno confessato di fare uso di cocaina o altro e si sa che le
sostanze stupefacenti abbassano le difese favorendo quindi anche
l'attecchimento di batteri, miceti, virus e quant'altro". Non ci
si deve meravigliare, osserva l'oculista, "se ci troviamo
davanti a terribili infezioni micotiche come quelle da
Acanthamoeba, difficili da dominare, diagnosticare e curare". In
più, le ulcerazioni, provocate da queste infezioni, lasciano
cicatrici bianche (leucomi) che opacizzano la superficie della
cornea e non resta che il trapianto. "Con tutti i rischi di
altre infezioni e di rigetto in un individuo immunodepresso",
precisa Balestrazzi. "Non è il pc, playstation o videoterminale di per sé che creano danni alla vista: che si sia a occhio nudo, che si usino le lenti a contatto o gli occhiali", spiega l'ottico optometrista Rossella Fonte, università Milano Bicocca. Con particolare attenzione ai bambini che oggi passano molte ore davanti a un pc (attenti alla postazione!) Vale per tutti che il lavoro al pc tende a diminuire anche del 50% la frequenza dell'ammiccamento e l'occhio non viene idratato a sufficienza, ricordano gli oculisti. Chi ha le lenti a contatto deve lavorare in un ambiente con una buona umidità relativa. Negative le stanze climatizzate, con forti fonti di calore o polverose. Si può umidificare l'occhio con le lacrime artificiali, meglio in monodose. Evitare il fai da te: l'occhio secco (e quello rosso) può dipendere da altro (età, menopausa farmaci...). Su 17 milioni di confezioni di collirio solo 6 sono prescritte da specialisti. |
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