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SEGRETERIE REGIONALI SLP-CISL FAILP-CISAL E UGL-COM

martedì 4 agosto 2009

 

SEGRETERIE REGIONALI SLP-CISL FAILP-CISAL E UGL-COM

PUGLIA SEMPRE PIU’ OMBELICO DEL MONDO

Bari, 5 agosto 2009

Abbiamo seguito di recente, con massima attenzione, la nutrita corrispondenza epistolare diffusa da una ben delineata parte sindacale, minoritaria, che ancora oggi, in epoca di grandi cambiamenti, non si rassegna rispetto all’avvento nella regione di un sano e moderno impianto relazionale che consenta a tutti i soggetti sindacali in campo di operare in un sistema finalmente equilibrato.

Si è sentito di tutto: articoli 28 depositati in tribunale, esposti alla Procura della Repubblica, minacce di ogni genere, Capi Servizio fermati per strada con invito “bonario” a rinunciare a quell’incarico e a rientrare in una funzione aziendale “più tranquilla, meno esposta”. Grida, stridor di denti, pianto greco di chi sente privarsi di proprie costole a vantaggio di altri interlocutori sindacali, probabilmente ritenuti più seri. Di tutto, di più !!!!!

Ma sin qui nulla quaestio, diciamo che un simile stato di cose potesse essere compreso, giustificabile, tipico di chi pretende di difendersi il proprio e, l’Azienda Postale di Puglia, è realmente cosa propria per alcuni. Il fatto grave, invece, risiede nell’aver constatato la parzialità di alcuni livelli aziendali centrali, i quali, anziché ergersi a garanti di un sistema relazionale equo e bilanciato, hanno tentato in ogni maniera di condizionare lo scontro tra i propri dirigenti territoriali e una parte minoritaria del fronte sindacale, parteggiando stranamente per quest’ultima. E il tutto perché in una Filiale, quella di Lecce, il Direttore ha deciso di sportellizzare 17 portalettere, secondo qualcuno, in maniera “unilaterale”. Ma perché, forse le precedenti sportellizzazioni su quel territorio erano state condivise con qualcuno? Di certo non con le scriventi Sigle Sindacali, avendo queste da tempo compreso il concetto, alquanto elementare, del distinguo dei ruoli, soprattutto in questa Regione.

Ma, a quei canali aziendali che tentano in ogni maniera di esautorare il livello decentrato, accentrando su Roma dinamiche relazionali a connotazione prettamente territoriale, consigliamo di disinteressarsi di gossip, di cabotaggi, di quotidiani scambi al ribasso. Da troppo tempo in questa regione si tollerano purtroppo comportamenti improntati ad un malcostume diffuso e oramai non più tollerabile. Ad esempio, vogliamo parlare di come vengono governati in questa realtà processi relativi ad esodi per inabilità al lavoro, i cui fruitori, dopo il collocamento a riposo, vengono miracolati, sino al punto di svolgere altre e più complesse attività lavorative? Tutto documentato: nomi, cognomi, residenze, status sociale, attività lavorative svolte, APPARTENENZE sindacali. Ed è proprio a questo punto che scatta la fase B del complesso piano di tutela: l’assunzione di un figlio o di un parente stretto, appunto, i cosiddetti casi umani. Dei circa quaranta casi di assunzioni motivate nella nostra regione dalla suddetta clausola, quasi tutti posseggono la stessa paternità e sono sostenuti dai soliti noti.

Collegato a tale filone di “ tutela” - chiamiamola così - , c’è tutta la dinamica delle inidoneità, con eccessi non più tollerabili: colleghi inseriti in azienda a seguito o di reintegra da parte del Giudice, o attraverso il punto 2 dell’accordo del gennaio 2006, un minuto dopo si dichiarano inidonei alle mansioni di recapito, alla faccia dei tanti lavoratori che da decenni, con dignità e professionalità, svolgono quel particolare tipo di lavoro. Tutto marcato e curato dai soliti suddetti noti, i quali, in alcuni casi, quelli che coinvolgono i personaggi più autorevoli delle proprie cordate, raggiungono livelli di eccellenza senza precedenti, ossia: persone assunte dal punto 2 dell’accordo in regioni del nord, in assenza di posti disponibili in Puglia, si dichiarano da subito ammalati, non assumono mai servizio in quelle lontane terre e, all’improvviso, dopo qualche giorno, ricevono il provvedimento di trasferimento nelle proprie città di origine, nel cui ambito, miracolosamente, si riscontra la relativa disponibilità della zona. Il tutto con la complicità di qualche autorevole prezzolato romano.

Per quanto attiene al fenomeno delle inidoneità, siamo fiduciosi sulle verifiche ed accertamenti che la magistratura locale sta portando avanti sulla sanità pugliese. A tal riguardo non aggiungiamo altro, convinti da sempre che il tempo resta sempre nostro alleato e soprattutto un gran galantuomo.

Parliamo, infine, di quello che accade all’interno della compagine aziendale, nel cui contesto insiste ancora una rete di sottogoverno che opera con mani invisibili al fine di mantenere inalterato uno status quo poco funzionale alle dinamiche di crescita complessiva di Poste in Puglia, nonostante gli sforzi profusi dei vertici datoriali territoriali.

E allora, la Puglia, sempre più oggetto di attenzioni, sempre più ombelico del mondo. Ma, attenzione: noi, in ossequio ad una cultura sindacale tradizionale, siamo da sempre propensi a lavare i nostri panni sporchi in casa. Ogni pazienza però ha il suo limite e qualora ci accorgessimo che lo stile di far sindacato in questa Regione fosse cambiato, non esiteremo un attimo a consegnare queste nostre riflessioni, e non solo, ad organismi esterni all’azienda, al fine di ripristinare quell’ordine naturale delle cose che, purtroppo, non si riesce a realizzare con i meccanismi di dialogo, trasparenza, democrazia.


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