Fare del 2010 l'anno della riforma fiscale, subito un bonus per le famiglie disagiate. "Il 2010 potrebbe essere l'anno dell'attesa riforma fiscale ma gia' da subito si potrebbe varare un bonus per sostenere le famiglie colpite dalla crisi". Lo ha detto Raffaele Bonanni, intervenuto a 'Il fatto del giorno' su Raidue, ribadendo quanto sottolineato più volte nei giorni scorsi circa gli aiuti alle famiglie più bisognose e sollecitando anche interventi fiscali a sostegno dei redditi di lavoratori dipendenti e pensionati. "Vogliamo un fortissimo sostegno alle famiglie, - ha detto - non bastano 500 euro a favore dei figli, inabili e delle mamme lavoratrici. La nostra opinione è che bisogna rivedere tutti gli aiuti che ci sono, ricondizionarli e rafforzarli. Cinquecento euro sono pochi". E alla luce dei dati che attestano una inflazione nel 2009 ai minimi degli ultimi 50 anni con un +0,8%, il Segretario generale della Cisl ha ricordato come questo sia "un segnale di depressione dell'economia" e come, "in realtà non utilizzando fino in fondo questo momento di crisi per aggiustare quello che non va, si rischi alla ripresa economica di avere un contraccolpo potentissimo che metterà in ginocchio famiglie e imprese. La bassa inflazione - ha insistito Bonanni - deve essere colta come un'occasione per aggiustare cio' che non funziona, per le famiglie e le imprese, specie nei settori dell'energia e delle infrastrutture e lavorare su questo significa prepararci al dopo-crisi. Ma la classe dirigente non sta usando questo tempo per ridurre i costi, per rendere piu' efficiente il settore produttivo. L'abbassamento del costo del petrolio, ad esempio, deve spingere ad approvvigionarci di altre fonti di energia, per affrontare al meglio la ripresa economica". Tornando alla possibilità che il 2010 possa essere l'anno della riforma fiscale Bonanni ha detto: "Ho speranza perchè ho sentito il presidente Napolitano nel suo discorso di fine anno, porre l'accento su alcune questioni sociali, in particolare sul tema del fisco e del reddito dei meno abbienti, e soprattutto insistere nel dire che dobbiamo andare tutti d'accordo, maggioranza e opposizione e parti sociali perchè il paese è in difficoltà. E quando si è in difficoltà bisogna collaborare. Le parole del presidente - ha detto il Segretario generale della Cisl - mi confortano e mi danno speranza". Già nei giorni scorsi Bonanni, nel sottolineare la necessità di un patto tra governo, opposizione e parti sociali, aveva detto: "Spero che le forze politiche siano meno litigiose e responsabili come lo sono stati sindacato e imprese in questi mesi difficili. Il patto - aveva spiegato Bonanni - dovra' incentrarsi in prima battuta sulla riforma fiscale. Ma deve essere inteso come mezzo per agire anche sui tanti fronti aperti che la crisi ha messo in luce. A partire dai livelli di salari e pensioni. E' pertanto necessario che il governo discuta con le parti sociali ma anche con l'opposizione, perche' la riforma delle riforme, cioe' quella fiscale, deve avere tutti quanti concordi". "Serve una profonda riforma del sistema - ha ribadito Bonanni - con la rimozione della legge Vanoni che appartiene a un'altra epoca, una legge che nella trasformazione dell'Italia e degli italiani oramai e' iniqua, ingiusta, inefficiente". E la Cisl , che si è già mobilitata per un fisco più equo con la manifestazione del 27 novembre scorso in tutte le piazze del Paese, "è ancora mpegnata a spiegare ai cittadini le ingiustizie che ci sono e le sperequazioni, le ruberie per far crescere lo sdegno per creare l'energia necessaria per fare le grandi riforme. Le riforme istituzionali - ha poi precisato - sono certo importanti ma non c'e' riforma piu' importante e, secondo me anche a carattere istituzionale, come quella del fisco, perche' - ha proseguito il Segretario della Cisl - e' la questione piu' delicata ed essenziale che regola i rapporti tra stato e cittadino, rapporto che e' saltato a fronte di una legge ingiusta in un'Italia ormai cambiata". "Occorre tagliare le aliquote e quello che verrebbe a mancare in termini di introiti bisogna andarlo a prendere dai consumi medio alti. Poi vorremmo semplificare - ha tenuto a ribadire - tutte le normative, soprattutto quelle della famiglia, che in questo momento di crisi si e' rivelata il piu' grande ed efficace ammortizzatore sociale". Quanto ai pensionati Bonanni chiede di legare le pensioni al costo della vita: "I governi, tutti i governi degli ultimi 15 anni, hanno tradito i pensionati, soprattutto quelli con i redditi piu' bassi. Un tradimento pesante e ingiustificabile a fronte di "un atto di responsabilita'" da parte dei sindacati. Le pensioni di base - ha detto - sono state troppo esposte al vortice dei prezzi dell'ultimo decennio con l'euro e poi non hanno avuto mai fino in fondo una restituzione che fino agli inizi degli anni '90 c'era completamente quando le pensioni erano legate ai salari. Ma poi - ha aggiunto - i governi, tutti i governi non hanno mai voluto adeguare le pensioni all'aumento medio della vita. Per le pensioni alte - ha poi proseguito - c'e' irritazione ma la situazione alla fine e' gestibile. Per le pensioni basse invece la situazione e' davvero drammatica soprattutto per quelle persone senza famiglia o che vivono nelle grandi citta' dove il costo della vita e' piu' alto. La Cisl da anni protesta per questo motivo e conduce una battaglia in questa direzione. La stiamo conducendo da tempo nella disattenzione generale, l'ultima protesta c'e' stata proprio a giugno quando i pensionati del sindacato sono scesi in piazza del Popolo a Roma". Infine, in merito alla Fiat, dopo la richiesta di un incontro sollecitata dai sindacati delle tute blu, nella lettera inviata alla presidenza del Consiglio e al ministro Scajola, Bonanni ha osservato: "Siamo stretti dall'indifferenza e dalla mancanza di chiarezza della Fiat su Termini Imerese e anche dalla demagogia di alcuni settori sindacali. Il sito produttivo di Termini Imerese - ha pertanto ribadito - non deve essere dismesso, deve continuare trasformando anche le produzioni se necessario. Ma una cosa e' certa, lo stabilimento deve continuare a usare quelle professionalita' e a mantenere quell'economia. L'incontro - ha poi concluso - deve essere fatto presto con il governo: vogliamo la garanzie che ai sostegni che lo Stato da' al Lingotto corrisponda la non perdita di alcun posto di lavoro". |
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