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Poste Italiane: le due verità

giovedì 8 aprile 2010

 

Poste Italiane: le due verità

Mentre l’Azienda chiude il Bilancio 2009 in positivo, il Sindacato denuncia i problemi di un gigante sempre più con i piedi d’argilla. Se da un lato la forte spinta all’innovazione tecnologica ha portato l’Azienda al quinto posto nel mondo, dall’altro si è aggravata la crisi dei servizi base, con la prospettiva di pesanti tagli al personale. Mario Petitto: “tacere su tali contraddizioni potrebbe uccidere Poste Italiane!”.

Poste Italiane è più che in salute. Con un utile di oltre 900 milioni di euro e una scalata alle classifiche internazionali tra le aziende del settore postale: è questo il biglietto da visita dorato che Poste presenta insieme al bilancio 2009. Risultati eccezionali, migliori performance rispetto al 2008, dati che, come afferma Mario Petitto, il Segretario Generale di Slp Cisl, “non possono che rallegrarci, come Organizzazione Sindacale e come rappresentanti dei lavoratori”. Perché il risultato non è solo frutto di strategie d’impresa, aperture a nuovi servizi, innovazione. È anche e soprattutto il frutto del lavoro di un intero popolo, che ogni mattina si rimbocca le maniche, per strada, negli uffici, in tutti gli impianti, per far quadrare i conti di un’Azienda che serve tutto il Paese.
Ma il risultato sorprende: le domande si moltiplicano, le verità anche. Poste è florida o è in difficoltà? Perché, per sanare un settore che tutti sappiamo essere in crisi, come quello del servizio postale tradizionale, l’unica prospettiva è un drastica riduzione di circa il 6-7% del personale?
Qual è il motivo di tutte le difficoltà degli uffici postali, della carenza di qualità nel servizio al cittadino, delle “zone grigie” – lasciate senza recapito - sul territorio, dello svuotamento degli uffici nel Mercato Privati? Perché gli straordinari non vengono pagati ai nostri lavoratori in missione, mentre gli immobili vengono messi in vendita e i mezzi di trasporto non vengono riparati? Meritano risposte i lavoratori e chi da tempo si confronta con l’Azienda, con serietà, onestà e impegno, per ridiscutere le scelte impegnative per la riorganizzazione del mercato postale.
Vi sono due verità, due facce della stessa Azienda che non possono più coesistere. C’è il brillante volto rivolto all’esterno, che pone Poste Italiane addirittura come la quinta azienda È l’ora che l’Ing. Sarmi ci dica perché, a fronte di un bilancio tanto solido, si debbano tagliare 8-10mila posti di lavoro in un momento di grave crisi occupazionale
nel nostro Paese” postale al mondo (secondo la classifica della rivista di business globale «Fortune»), davanti alla francese La Poste e al gigante americano USPS (United States Postal Service), e c’è il più rovinato volto che tutti vedono dall’interno, che evidenzia solchi profondi, sacrifici continui, difficoltà estese. “Noi riteniamo – prosegue Petitto – che sia venuto il momento di conciliare questa doppia verità: per questo abbiamo ritenuto necessario bloccare la trattativa sulla riorganizzazione del settore postale, che da cinque mesi ci vedeva impegnati, disposti a “sporcarci le mani”, a condividere responsabilità e ad agire senza furbizie”.
È questa la posizione di tutta la compagine sindacale, che ha firmato un comunicato unitario il giorno stesso della presentazione del bilancio.
L’ing. Sarmi, Amministratore Delegato di Poste, dovrà dare risposte chiare in merito o non potranno esserci le premesse per riaprire i negoziati in modo trasparente.
Un bilancio solido, nonostante la pesante crisi economica e finanziaria, attualmente è motivo di orgoglio per tutti, ma il positivo risultato aziendale può confortare gli azionisti e al contempo disorientare i lavoratori e infastidire i cittadini. La qualità del recapito postale è da tempo in caduta libera: nonostante il considerevole calo dei volumi, i tempi di consegna si allungano e interi quartieri in molte città non vengono più serviti quotidianamente come un tempo. I cittadini, ultimi destinatari del servizio, non possono trascurare la contraddizione di un’Azienda che si mostra altamente innovativa e che al contempo perde terreno sul servizio di base; significativa a questo proposito l’ora minima di attesa per un semplice bollettino postale, con pochi operatori a fronte di numerose postazioni vuote.
Senza contare le altre difficoltà sul fronte interno, come la carenza di strumentazione o di sistemi di sicurezza, che contribuiscono al malessere dei lavoratori ai quali già si chiedono grandi sacrifici.
“È l’ora – ribadisce Petitto - che l’Ing. Sarmi faccia chiarezza su ciò che non dice che mostri le condizioni vere dell’Azienda, che ci dica il perché di questo permanente disagio nel Mercato Privati e in tutti i 14 mila uffici postali, perché le postazioni sono vuote, perché i nostri lavoratori debbano andare in distacco o in missione e protrarre l’orario di lavoro senza ricevere il giusto corrispettivo economico, e soprattutto perché non vi sia altra soluzione che un taglio al personale di 8 o 10mila unità, in un momento in cui nel nostro Paese la crisi occupazionale esplode a livelli drammatici.
Nessun Sindacato può sedere al tavolo delle trattative senza queste risposte. Riprenderemo il dialogo con l’Azienda quando dietro alle cifre scintillanti verranno mostrate anche le realtà più scomode, senza fermarsi all’immagine di santi taumaturghi”.
Tuttavia, se davvero è così forte lo stato delle finanze di Poste, sarà fatto valere al momento dell’apertura del confronto sul rinnovo del contratto triennale, pur rimanendo all’interno del quadro definito dagli accordi interconfederali, sottoscritti lo scorso anno da Governo, imprese, Confindustria e Sindacati.
“Io – conclude Petitto - penso che dinanzi al silenzio dell’Azienda, nei prossimi mesi si aprirà una stagione difficile, una stagione di conflitti che probabilmente non farà bene a nessuno, anche perché precederà una difficilissima apertura dei mercati con la liberalizzazione del 2011. Tuttavia siamo del parere che sia pericoloso tacere, perché il silenzio potrebbe uccidere Poste Italiane!”.
“Riprenderemo il dialogo con l’Azienda quando dietro alle cifre scintillanti verranno mostrate anche le realtà più scomode, senza fermarsi all’immagine di santi taumaturghi”.

Il Segretario Generale SLP-CISL
Mario Petitto


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