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Accordo Pensioni: tutele e riforme

domenica 9 settembre 2007

 

Accordo Pensioni: tutele e riforme

L’introduzione della “quota”, fortemente voluta dalla Cisl, consente di ampliare il ventaglio delle possibilità di uscita dal lavoro, rendendo più flessibile il pensionamento. Previste misure a sostegno della contrattazione integrativa e una razionalizzazione degli enti previdenziali.

Lavori particolarmente usuranti

Di particolare rilevanza la decisione di consentire l’accesso al pensionamento anticipato, prima del conseguimento dei suddetti requisiti, ai lavoratori e alle lavoratrici che abbiano svolto attività particolarmente usuranti. I lavoratori possono infatti ottenere il diritto al pensionamento con un requisito anagrafico ridotto di tre anni rispetto a quello previsto (a partire perciò dai 57 anni), purchè abbiano svolto tale attività a regime per almeno 7 anni negli ultimi 10 di attività lavorativa.

Finestre per l’accesso al pensionamento (decorrenza della pensione di vecchiaia e di anzianità)

Possibilità di estensione delle finestre utili per il pensionamento anticipato con il requisito contributivo dei quaranta anni, dalle attuali due a quattro, al fine di ridurre gli attuali tempi di attesa e di limitare gli oneri conseguenti a carico dei lavoratori e delle lavoratrici. In più vi è la richiesta del Governo di inserire finestre di uscita verso la pensione anche per i lavoratori e le lavoratrici che abbiano maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia.

Razionalizzazione degli enti previdenziali

Al fine di rendere le misure intraprese compatibili dal punto di vista finanziario, rispetto ai risparmi già previsti dalla legge 243/04, è previsto, a partire dal 2011, l’eventuale aumento dello 0.09% dell’aliquota di tutte le retribuzioni soggette a contribuzione (dipendenti, autonomi e parasubordinati). Sarà, tuttavia, possibile evitare tale aumento, dando attuazione al processo di razionalizzazione del sistema previdenziale, al fine di conseguire, nell’arco del decennio 2008 – 2017, risparmi pari a 3,5 miliardi di euro. A tal fine il Governo si è impegnato a presentare entro il 31 dicembre 2007, un apposito piano industriale che individuerà le sinergie fra i vari enti previdenziali (sedi, acquisti, sistemi informatici e servizi legali) e che sarà oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali.

Misure a sostegno della contrattazione integrativa e detassazione dei premi di risultato

E’ previsto l’aumento da tre a cinque punti percentuali della decontribuzione sugli aumenti economici derivanti dalla contrattazione integrativa (aziendale o territoriale) e l’integrale copertura contributiva figurativa ai fini previdenziali, a beneficio dei lavoratori, sulle relative somme erogate. Inoltre, il Governo stanzierà con la prossima legge finanziaria, un importo pari a 150 milioni di euro per il 2008, al fine di conseguire l’obiettivo della detassazione dei premi di risultato erogati dalla contrattazione integrativa, secondo le modalità che verranno definite dall’apposita Commissione fra il Governo e le parti sociali.

Revisione dei coefficienti di trasformazione

Per quanto riguarda l’adeguamento dei coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione contributiva, sarà istituita una Commissione di esperti nominati dal Governo e dalle Organizzazioni Sindacali, con il compito di proporre modifiche, entro il 31/12/2008, secondo le modalità e i criteri dell’adeguamento, già previsti dalla legge 335/95, nel rispetto degli equilibri della spesa pensionistica di lungo periodo.

In più si terrà conto:

· delle dinamiche demografiche e dei flussi migratori

· dell’incidenza dei percorsi lavorativi discontinui, al fine di salvaguardare l’adeguatezza dei trattamenti pensionistici per i lavoratori con più bassi redditi, proponendo meccanismi di solidarietà e di garanzia (al fine di portare, indicativamente, il tasso di sostituzione netto a livelli non inferiori al 60% della retribuzione)

· del rapporto fra l’aspettativa media di vita della popolazione pensionistica e quella dei singoli settori di attività.

L’aggiornamento dei coefficienti verrà effettuato con Decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, in accordo con il Ministro dell’economia e delle finanze con una cadenza temporale di tre anni, ridotta rispetto all’attuale (che è di dieci anni).

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