“ Forza dell’identità Certezza del Futuro "- martedì 19 febbraio 2013
Il mio saluto và innanzitutto a tutti Voi: delegati eletti, rappresentanti aziendali, gentili ospiti, che hanno raccolto il nostro invito.
Oggi si celebra il VI° Congresso Territoriale dell’SLP CISL di Foggia.
Sono passati quattro anni, dall’ultimo congresso del 2009. Ci sono volti nuovi, amici di sempre, ma soprattutto una squadra che ha sempre lavorato intensamente, duramente e con ogni sforzo, per questo nostro stare insieme.
Siamo qui oggi a verificare, il nostro operato: solo una grande organizzazione può e deve mettersi costantamente in discussione, facendo un bilancio del suo ruolo di rappresentanza e di tutela degli interessi dei propri iscritti, di promozione e sviluppo del lavoro.
Arriviamo a questo appuntamento, dopo un percorso precongressuale che ha coinvolto dirigenti, delegati, iscritti e militanti con un bagaglio di spunti, di analisi critiche, di proposte, delle quali terremo conto in questa relazione scritta in nome della Segreteria che rappresento.
Devo dire che sono stati quattro anni vissuti senza sosta…..ogni periodo ha avuto la sua storia… due su tutti: lo straordinario risultato elettorale dello scorso novembre con l’elezione della RSU, che ci hanno visti suffragati con quasi la maggioranza assoluta e quindi confermandoci leader nella rappresentanza sindacale in Poste Italiane e il risultato del rinnovo degli organismi del Fondoposte, con la netta affermazione della nostra lista che, con il 52% dei voti validi, si è aggiudicata ben 15 seggi sui 30 disponibili.
Un risultato, quest’ultimo, che premia la politica intrapresa e fortemente voluta dall’Slp di isti¬tuire un fondo di previdenza com¬plementare per tutte le aziende del Gruppo Poste, quale strumento di tutela fondamenta¬le per i lavoratori e di garanzia per un futuro più sereno.
Con questo importante risultato elettorale, l’intera categoria ha condiviso le scelte che il Sindaca¬to ha perseguito anche in sede contrattuale, quale l’incremento del contribu¬to aziendale e la gestione sana e trasparente del suo Consiglio di Amministrazione.
La tornata elettorale RSU, invece, rivestiva un significato molto particolare, in quanto si è svolta alla fine di un anno di forti scontri con l’Azienda.
Con un meraviglioso senso di partecipazione, sfidando il vento del disinteresse, i lavoratori hanno esercitato il più naturale e fondamentale dei diritti nei luoghi di lavoro: scegliersi chi li rappresenterà nelle relazioni industriali.
Questo risultato è un riconoscimento alla linea politica che abbiamo portato avanti in tutti questi anni, una testimonianza della categoria, al lavoro svolto e all’impegno dell’intero quadro nazionale e territoriale, che avvalora la capacità di tutela e la progettualità di un sindacato riformatore e progressista, l’unico capace di rilanciare Poste Italiane dal punto di vista dello sviluppo aziendale, della difesa occupazionale, del sociale, civile e culturale.
Quindi un successo che ci gratifica e ci responsabilizza ancor di più. Siamo consci che con la conclusione e il verdetto delle urne, i lavoratori si sono manifestamente espressi dando alla nostra organizzazione fiducia e consenso.
Siamo consapevoli, però, che la nostra condizione di Sindacato maggioritario ci conferisce una grande responsabilità nell’attività quotidiana e nei difficili percorsi negoziali; con questo spirito abbiamo e dovremo svolgere il nostro ruolo……..un ruolo sicuramente non facile ma di certo la migliore sfida per un’Organizzazione forte e salda come la nostra.
La nostra azione sindacale è stata spesso contrastata dalla nostra controparte e dagli altri Sindacati, ma i lavoratori e i nostri iscritti hanno sostenuto le nostre scelte, anche quando risultavano difficili da comprendere e potevano apparire controcorrente.
Perché quando parliamo di Poste, non parliamo mai di un’Azienda “classica”. Parliamo invece della più grande Azienda di servizi italiana, di un sistema che coinvolge le persone, esseri umani che lavorano, producono, propongono, con una funzione sociale importante nell’asset di questo paese.
L’altra sera, mentre rileggevo la stesura della relazione, facevo una riflessione. Nel riavvolgere i momenti di questi ultimi quattro anni, pensavo al lavoro che manca, al lavoro sofferto, alle ingiustizie sociali, alle diversità, all’affermarsi sempre più dell’individualismo…..quindi a motivi di forte preoccupazione e di pessimismo per chi ha poco e continua per questo ad essere poco considerato.
Ma penso che la storia umana ed il nostro credo, ci debbano portare a considerare che la vita è soprattutto ripresa, voglia di stare assieme per combattere….. e poi vitalità, creatività e speranza.
Per questo che accanto a motivi di preoccupazione e pessimismo ne trovo altri che portano alla speranza e alla volontà di continuare ad operare, la volontà di continuare ad esserci: non è forse motivo di ottimismo e di speranza il fatto che migliaia di lavoratori ci danno il loro consenso? …. chiedono tutela, credono nei nostri valori e nella nostra azione per il lavoro, la giustizia, la solidarietà.
Solo così possiamo capire fino in fondo qual è il nostro ruolo e quale contributo possiamo e dobbiamo dare, per mantenere viva la speranza di un futuro migliore.
Ricordiamoci che noi siamo il luogo delle parole e delle azioni e credo che queste siano le cose fondamentali per fare uscire il lavoratore dal senso di solitudine e di incertezza, dando un riferimento ed un orientamento.
DAL SISTEMA VILLAGGIO GLOBALE ALLA CRISI ECONOMICA
Quattro anni fa parlavamo di villaggio globale, emergenza educativa, prospettive per i giovani, carenza di opportunità. Della crisi economica, che ha costantemente convissuto assieme a noi in questi anni come la famosa nuvoletta di Fantozzi.
Sì…… la percezione era che qualcosa stesse accadendo, ma in fondo era in America. Era troppo lontano da noi. La Lehman & Brother falliva, ma in fondo le nostre banche erano sempre lì, il credito continuava ad essere erogato e gli italiani continuavano ad essere il popolo più solare del mondo. Non avevamo la reale conoscenza di quello che stava accadendo.
Il cambiamento improvviso dell’economia, che stava portando il mondo nella più grande crisi economica del dopoguerra, non poteva toccare il “nostro mondo”.
Un alibi, per dirci che ciò che stava accadendo in America non poteva accadere anche da noi………un po’ come quando l’egoismo umano osserva i popoli che muoiono di fame….. ci addoloriamo, però poi nelle pattumiere finiscono tonnellate e tonnellate di cibo in eccedenza.
In Italia è successo questo: il paese del sole, del mare e della pizza…un paese che secondo molti esperti, non avrebbe mai risentito di ciò che stava accadendo oltre Atlantico. Ma noi purtroppo in quel momento non eravamo nel mondo.
L’insegnamento oggi che scaturisce dalla grave crisi in atto sta nel considerare inderogabilmente al tramonto un modello di finanza lasciato gonfiare al di là di ogni ragionevole rapporto con l’economia reale, screvro da regole, da responsabilità…. e teso solo al profitto tout-court.
Abbiamo sfiorato più volte di affondare, con la complicità di una politica incapace di riscrivere le regole sulla capienza dei mercati di autoregolarsi, incapace di riscrivere regole per garantire maggiore soddisfazione e maggior benessere a tutti, incapace di scrivere misure invocate e mai adottate per risanare l’economia con equità, incapace di progettare il futuro lavoro.
Inoltre la situazione occupazionale e sociale in tutta l’Unione Europea è rimasta molto grave, evidenziando non solo un aumento della disoccupazione complessiva, ma anche la presenza di differenze significative tra gli Stati membri; e comunque la situazione finanziaria delle famiglie in generale si va rovinando e la povertà è in aumento.
E la parte più colpita da questa grave crisi sono le famiglie a reddito fisso, in forte difficoltà ad arrivare a fine mese. Il crollo dei consumi, delle richieste dei mutui e di una domanda interna asfittica, unitamente all’aumento dei prodotti energetici, dei trasporti, delle assicurazioni, dei prodotti alimentari …..e poi l’IMU, l’Iva e quant’altro, hanno fatto sprofondare le famiglie italiane negli ultimi posti europei insieme alla Grecia, Irlanda, Spagna, Portogallo e Bulgaria.
Insomma, nella classifica di quelli che stanno peggio noi siamo sempre i primi.
Cari amici, siamo passati dalla lotta alla povertà ad una lotta tra poveri e aggiungo…….al cannibalismo del lavoro.
AMBIENTE - LAVORO E SICUREZZA?
Già quel lavoro spesso …troppe volte barattato con la salvaguardia della salute…. E il pensiero và subito all’ILVA di Taranto. Vedete l’Ilva in un certo senso mi ricorda la nostra azienda. Se noi siamo circa 140 mila addetti in tutta Italia, l’Ilva ha all’interno del suo impianto, ben 12mila unità per una città di 195mila abitanti. Significa che ogni 16 abitanti di Taranto, uno lavora all’Ilva. Che in un condominio di 100 persone, almeno 6 tra loro sono colleghi dell’Ilva.
Potete benissimo capire con questi numeri, di quale dramma stiamo parlando. Una città che si è sostenuta per anni su un unico impianto, con un turn-over tra generazione, che ha prodotto sì lavoro, ma anche morti e inquinamento……e adesso si aggiunge al danno, anche la beffa per i lavoratori di rimanere soli e senza lavoro per una colpa non loro.
Molteplici sono le cause che hanno portato a questo epilogo tutto italiano, ma non mi pare nè la sede nè il momento di analizzarle.
Ci limitiamo a dire che l’Azienda sapeva, poteva e doveva intervenire, invece di generare conflitti tra lavoratori e la magistratura, tra lavoratori e ambientalisti, tra lavoratori e semplici cittadini.
E come se l’azienda, in virtù del provvedimento giudiziario, fosse immune da ciò che sta accadendo intorno, scaricando i problemi sulla misura di previdenza imposta dai giudici e aumentando ancor di più lo scontro sociale. Ecco la guerra tra i poveri……
In Poste la questione della sicurezza ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà sempre, uno degli argomenti prioritari per l’azione del sindacato, atteso che, in tutte le aziende vedi il caso dell’ILVA, e la nostra non fa eccezione, si tende, per questioni di contenimento dei costi, a lesinare gli interventi per la sicurezza, ovunque sia possibile.
Anche noi abbiamo le nostre ferite ancora aperte nei nostri cuori. Per tali motivi ci vuole una strategia integrata, che da una parte veda il sindacato teso a mantenere adeguate condizioni di sicurezza in tutti gli ambiti lavorativi, attraverso la sottoscrizione di accordi e dall’altra veda gli RLS vigilare sulla corretta applicazione degli stessi sui territori.
Penso all’accordo sugli sportellisti video terminalisti. Dopo un tira e molla durato ben due anni, nel 2010 si poté partire con il programma operativo riguardante le pause, poi gli interventi sulla ergonomia dei posti di lavoro e la sorveglianza sanitaria degli addetti. Una lotta tutt’ora in essere, portata avanti dalla nostra organizzazione con pervicacia e responsabilità.
Penso ancora, agli addetti dei servizi postali ed in particolare modo ai portalettere, fra i quali si verifica la maggiore percentuale di infortuni e purtroppo anche mortali.
Purtroppo nell’applicazione dei contenuti dell’accordo ci sono state tutta una serie di inadempienze aziendali che hanno rallentato o vanificato parte di essi, bisognerà perciò non calare il livello di attenzione ed intervento da parte dei nostri RLS sul territorio.
E poi penso ancora all’introduzione nel documento di valutazione dei rischi dello stress lavoro-correlato.
La procedura di consultazione è attualmente in atto, ma i risultati finali che l’Azienda ci indica, ossia di una non rilevanza di tale rischio all’interno della nostra azienda, non ci trova assolutamente d’accordo e pertanto continueremo ad insistere, sulla necessità di attivare verifiche mirate fra gli addetti per arrivare ad avere una misurazione più accurata dello stress.
Saremo fermi e decisi su questi temi ma è bene chiarire che non speculeremo mai su questioni così delicate, né le useremo come arma di scontro sindacale, ma vorremmo che l’azienda capisse una volta per tutte che il tempo dell’impunità è scaduto…..chi sbaglia pagherà.
COESIONE SOCIALE
Questi lunghi anni della crisi, nonostante i falsi profeti, stanno cambiando profondamente assetti produttivi, condizioni sociali, interessi, aspettative e domande del paese.
Quello che colpisce di più in un quadro generale di grandissima e crescente difficoltà, è la contrapposta situazione in cui si trovano le aziende che hanno innovato processi e prodotti, e si sono internazionalizzate investendo nei relativi nuovi mercati, e tutte le altre.
Le prime macinano utili e prospettive di crescita, assumono anche in Italia, programmano investimenti e acquisizioni. Le seconde arrancano, perdono quote di mercato, rinviano investimenti e piani di sviluppo e in molti casi pagano con crisi e chiusure la loro sottocapitalizzazione e gli errori fatti negli ultimi 10 anni. Le catene dell'indotto e quelle dei servizi seguono la condizione dei mercati e dell'impresa di riferimento.
Più omogenea sembra la condizione dell'artigianato e delle piccole catene di consumo, dove però la scarsa reperibilità di credito, il suo costo crescente e la crescente contrazione della domanda mettono fuori dal mercato un numero sempre più alto di aziende familiari.
Tutto questo quadro ha delle conseguenze inevitabili sulla produttività, sulle politiche della formazione e del lavoro, ricadute sulla situazione territoriale, anche all'interno delle stesse province e delle stesse regioni.
L'Italia ha necessità di cambiare i paradigmi di riferimento, senza esitazione e senza incertezza. Ha necessità di un nuovo patto sociale e intergenerazionale che dia contenuti e sostenga la fiducia di futuro di tutti, giovani, donne, famiglie e imprese.
Per questo non va bene una politica dei due tempi, prima i tagli poi la crescita, perché abbiamo bisogno oggi di uscire dalla spirale depressiva in cui siamo caduti, dove le inevitabili scelte di rigore finiscono anche per ridurre ulteriormente domanda, consumi ed occupazione, deflazionando salari e investimenti.
Si avverte la necessità di riaprire i flussi di credito verso imprese e famiglie, anche per evitare quel che si è verificato fino ad oggi e che ha costretto alla chiusura tanti esercizi e tante attività di piccolissime imprese spesso a carattere artigianale colpite, prima ancora che dalla crisi di domanda, dalle difficoltà di ordine finanziario.
Il secondo punto di un patto sociale deve muovere dalla ripresa di una politica industriale molto legata agli strumenti di programmazione territoriale, fondata sul rapporto tra istituti di ricerca e innovazione, università e punti di formazione d'eccellenza, e il sistema delle imprese.
Come ha suggerito per ultimo anche il governatore della Banca d'Italia, il campo delle energie rinnovabili e delle reti, quello della messa in sicurezza del territorio e delle città, la frontiera del risparmio energetico e della bioedilizia, rappresentano il cuore di una diversa e più moderna idea di politica industriale.
Il terzo punto di un lavoro condiviso tra le parti sociali riguarda il tema della produttività. Qui scontiamo come paese, il ritardo più pesante, soprattutto rispetto alla situazione tedesca nel corso del decennio che abbiamo alle spalle.
Occorre essere chiari: il nostro ritardo si gioca soprattutto su due fattori, gli investimenti in innovazione e l'organizzazione della produzione, a partire dalla gestione dei tempi e della formazione del lavoro.
Qualsiasi accordo deve quindi partire da questi terreni,come pure in molte aziende si è fatto e continua a fare. E bisogna rendere più efficiente tutta l'infrastrutturazione, soprattutto quella immateriale.
Uno spazio che andrà affrontato in maniera totalmente nuova riguarda la gestione delle crisi e delle ristrutturazioni in relazione agli strumenti disponibili.
Con la concertazione si superò la gravissima crisi del '92, si stabilì il patto sulla politica dei redditi dell'anno successivo, si affrontò la prima riforma radicale, del sistema pensionistico, si costruirono le condizioni per l'ingresso nell'Euro e poi invece si affermò un'altra strada, quella degli accordi separati,delle trattative clandestine e della divisione sindacale.
Gli anni del declino sono stati accompagnati dall'abbandono di una vera e trasparente concertazione. Per questo tocca alla politica, quella vera, decidere. Un patto per la crescita nel mezzo di una crisi come quella che viviamo sembra una sfida temeraria e ai limiti del possibile.
Dobbiamo, come paese, porsi l'obiettivo di una maggiore uguaglianza e giustizia sociale come fattore di crescita e di sviluppo magari riprendendo, attualizzandola, la grande suggestione del piano del lavoro, attraverso una grande coesione sociale. Oggi potrebbe essere l'occasione per ridare speranza e fiducia ad un paese scosso e in profonda difficoltà.
La coesione sociale si sta frammentando e distruggendo giorno dopo giorno. Grande responsabilità, oltre che da un punto di vista culturale, va dato alla politica e alla distribuzione delle risorse. Non mirate a rilanciare i mercati e le imprese, ma bensì a privilegiare ancora una volta le lobby conosciute. Il crollo dei consumi, la tassazione che sfiora il 55%, l’aumento dell’Iva, il non taglio dell’Irpef, sono dati oggettivi e situazioni che non tendono a rilanciare i mercati e l’economica, anzi la soffocano ancor di più.
Qualche settimana fa leggevo un articolo sul Corriere della Sera dove si parlava della percezione degli stranieri nei confronti dell’Italia. Beh l’esito è a dir poco sconcertante. Se prima eravamo il paese ambito da tutti, adesso siamo considerati come il paese della Povera Gente. L’idea diffusa è che da noi si sta peggio di qualsiasi altro paese europeo (addirittura peggio della Grecia e Spagna), dove un italiano su quattro è a rischio esclusione sociale, dove c’è un peggioramento netto negli ultimi due anni, dove le famiglie campano (se vanno bene) con un solo di stipendio.
Il problema è che la crescita della disoccupazione non solo ha prodotto una perdita di posti di lavoro, ma soprattutto ha bloccato un movimento che sosteneva altre aziende come effetto domino. Il dato della disoccupazione giovanile a gennaio 2013, quindi poco di un mese fa, è pari al 37%, la più alta dal 1992. E crescono ogni anno gli inattivi (ben 40 mila in questi ultimi 12 mesi).
Ecco l’effetto domino: non solo il dramma di non avere un posto lavoro, ma anche di non poter far ruotare tutti gli accessori connessi; il crollo delle ferie da fare lontano da casa, di consumi adeguati per il riscaldamento, di sostenere spese impreviste, di acquistare casa, in qualche caso addirittura di garantirsi due pasti al giorno. Una situazione gravosa, di disagio, che ricade ancor una volta maggiormente sulle famiglie monoreddito o sui pensionati che devono farsi carico di più persone per costrizione quasi più che per benevolenza.
Ecco perché serve una grande Coesione Sociale, il patto sociale che la Cisl chiede ai Governi (compreso quello che verrà) deve essere tra i primi punti per rilanciare il Paese da questa spirale. La miscela tasse-disoccupazione-blocco degli investimenti fa tutto il contrario che favorire la ripresa, innalzando invece lo scontro sociale.
Il rigore senza crescita può esser anche letale per certi aspetti. Ecco perché la concertazione, che il governo dei tecnici ha messo nel cassetto, deve esser recuperata.
Quindi serve un patto per la crescita, per il rilancio degli investimenti, infrastrutture, reti digitali, piano nazionale energetico e ambientale, opere pubbliche da realizzare, fondi europei per il Sud ma con vincoli diversi ma più duraturi per non ripetere esperienze che si sono rilevate nel tempo negative(vedi il Contratto d’Area di Manfredonia), disponibilità di credito per gli investimenti e soprattutto una riforma fiscale che, assieme al contrasto all’evasione, possa ridurre il peso su lavoratori, pensionati e famiglie, favorendo così la domanda interna e lo sviluppo.
In tutto questo, Poste cosa c’entra direte? C’entra…..c’entra. Il risparmio postale, che è il nettare della nostra azienda, è forse quello che meno ci ha rimesso nella crisi, anzi ci ha guadagnato. Nel 2010 il risparmio postale pesava 322 miliardi di Euro, cioè il 9% della attività finanziarie. Nel 2011 lo stock di risparmio è cresciuto altri 5 punti, e nel 2012 di un ulteriore 3%. Come dire, la voglia di sicurezza ha spinto i risparmiatori verso l’offerta postale.
E’ ovvio che tutto ciò però andrà sempre più scemando. Vuoi perché che i risparmi si stanno esaurendo, vuoi perché, quella raccolta potrebbe prendere altra strada, con impatti gravissimi sull’occupazione.
Dalla trasformazione da Pubblico in Spa, questa Organizzazione Sindacale ha sempre preso per mano l’Azienda, gestendo processi di riorganizzazione, esodi e ricollocazioni senza un licenziamento.
Ma oltretutto la Cisl ha saputo vedere oltre, lasciando quella fantomatica idea di scorporo e trasformazione in Banca, che l’Azienda, dell’allora AD Passera sino all’attuale Sarmi che di “Massimo” ha soltanto il nome, volevano e vogliono ancora attuare.
L’ Slp si è sempre opposta, ribadendo il concetto che il futuro non è il sistema bancario, e la crisi ce ne ha dato ragione. Ramificare al massimo il ventaglio di prodotti da offrire all’utenza, quella era e sarà la nuova sfida: dal risparmio, all’assicurazione, alla previdenza, alla telefonia ed altro.
Quando ci dicevano che il futuro era la Banca, noi dicevamo “attenzione non basta e non basterà”. AVEVAMO RAGIONE!!!
Mentre gli altri erano….anzi sono, sull’orlo del fallimento e attingevano……. anzi attingono, ahinoi risorse, dal contributo pubblico (vedi ad esempio il Monte dei Paschi di Siena), noi con le nostre gambe siamo andati avanti con grande responsabilità sociale.
Un grande Sindacato è quello che sa guardare al futuro. Gli altri, quelli impolverati, dai facili populismi e delle vertenze fatte in piazza, lasciamoli al loro destini. Noi siamo l’SLP, il Sindacato dei lavoratori postali.
I SERVIZI POSTALI
Anche i mercati postali nel loro insieme hanno subito la crisi globale, probabilmente, in misura meno significativa rispetto ad altri settori, poiché il rallentamento dell’attività produttiva è dovuto più al calo della domanda unitamente, alla crescente competizione con altre forme di comunicazione più moderne.
I volumi inoltre, da circa un decennio hanno cominciato a ridursi e a parità di domanda, Poste Italiane ha perso e sta continuando a perdere quote di mercato a favore dei concorrenti.
La competizione sui servizi postali è sempre più una “guerra tra poveri”.
Inoltre le imprese e le pubbliche amministrazioni hanno avviato massicci programmi di de-materializzazione i quali, riducendo il cartaceo al fine di ottimizzare costi, hanno influito indirettamente e negativamente anche sui volumi di posta inviata.
Nel nostro Paese il calo della corrispondenza tradizionale è stato molto forte e negli ultimi cinque anni si è attestato intorno al 26% . Poste Italiane, che detiene circa il 92% di questo mercato, ha ovviamente risentito più di tutti del trend negativo della corrispondenza.
Le prospettive fino al 2015 sono ancora di un’ulteriore contrazione del mercato. I bassi volumi di posta, coniugati con gli obblighi di universalità imposti dalla direttiva europea, nonostante i ripetuti interventi di riorganizzazione effettuati, hanno reso da anni strutturalmente deficitaria la gestione dei servizi postali di Poste Italiane, che pure gode di un consistente profitto di Gruppo (nel 2011 pari a 846 mln di euro di utile netto), interamente realizzato nei servizi finanziari e assicurativi.
Una parte dei profitti realizzati da Poste Italiane è quindi di fatto utilizzata per compensare il deficit dell’area postale: un sussidio incrociato legittimo, ma certamente improprio, che presenta alcune criticità anche verso le norme dell’antitrust.
In Italia la liberalizzazione completa del mercato ha rafforzato la concorrenza, oggi piuttosto vivace, che pure era presente anche in precedenza; oggi si contano migliaia di aziende autorizzate a svolgere il servizio postale su tutto il territorio italiano.
In particolare TNT ed il suo network nazionale sono competitori agguerriti di Poste, ma ormai anche altre aziende sfidano Poste in ogni gara ed in ogni appalto così come si sente in concreto anche la presenza di operatori postali stranieri sul territorio nazionale.
La liberalizzazione completa del mercato postale è stata accompagnata in Italia da una rinnovata attenzione sulla vicenda Poste sia da parte dell’AGCOM, l’autorità di vigilanza che ha preso le funzioni un tempo esercitate dal Ministero, che dell’Antitrust. Quest’ultima Autorità ha aperto di recente un’indagine su Poste italiane per abuso di posizione dominante. Le ragioni sono presto dette. Da tempo ormai l’Antitrust sostiene che il mercato dei servizi postali necessiti di interventi forti sul fronte delle liberalizzazioni. Proprio a questo proposito l’Authority, in piena definizione di quello che sarebbe stato il pacchetto di liberalizzazioni del governo Monti, aveva inviato a Palazzo Chigi una serie di indicazioni. Si chiedeva in particolare lo scorporo di Bancoposta, una riduzione del servizio universale con una sua più precisa delimitazione ai servizi ritenuti essenziali, e la regolazione delle agevolazioni postali concesse dallo Stato per l’editoria e il settore no profit, che attualmente sono garantite solo per chi utilizza Poste italiane e non altri operatori. Inoltre, sempre secondo AGCOM, la direttiva europea consente di modulare il servizio universale al fine di renderlo accessibile agli operatori concorrenti e di utilizzare forme di affidamento pienamente competitive, come quelle dell’evidenza pubblica.
In quest’ottica, la previsione di affidare, in via diretta, il servizio universale a Poste Italiane per un periodo di 5 anni rinnovabili per ulteriori 5 anni per due volte, appare incompatibile con l’apertura concorrenziale del settore e non idoneo a cogliere le vere opportunità offerte dalla normativa comunitaria di liberalizzazione. Ebbene, di tutte queste annotazioni il governo fortunatamente ha deciso ad oggi di non tenere conto. A questo punto l’Antitrust ha tuttavia deciso di aprire un’istruttoria su una vicenda di altra natura; ha, infatti, rilevato come Poste svolga in regime di esenzione dell’Iva tutti i servizi che rientrano nell’ambito del servizio universale, dalla posta prioritaria a quella internazionale, dalle raccomandate alle assicurate fino alla spedizione pacchi. Ciò potrebbe costituire un indebito vantaggio. Come è evidente la situazione del mondo postale non è né facile né possiamo ipotizzarne gli scenari futuri in modo certo. Certo invece è ciò che ci aspetta nelle prossime settimane e nei prossimi mesi di confronto con Poste Italiane sul tema di una nuova riorganizzazione di tutta la filiera postale. Sappiamo che l’Azienda avesse potuto gia avrebbe sganciato la corda della ghigliottina sul recapito per farli morire, ma noi invece l’abbiamo fortemente contrastato, anzi rilanciato con un nuovo accordo oramai in dirittura d’arrivo.
Infatti, il progetto 8/venti fortemente voluto da noi solo due anni fa, non è stato attuato in maniera completa e corretta dall’azienda.
In molte realtà del paese, compresa la nostra provincia, si formano giacenze di prodotto perchè le zone non sono coperte.
E questo accade perchè non si sono utilizzati o si sono utilizzati in maniera scorretta, gli strumenti indicati nell’accordo. Per noi la questione è molto semplice!
La scorta doveva essere come minimo all’11% e che le sole ferie ed altri permessi strutturali ammontano a sei settimane, quindi complessivamente l’11,54%; l’entità complessiva della scorta è quindi in grado di assicurare la sola copertura delle ferie.
Vedi ancora l’utilizzo di contratti a termine e delle clausole elastiche che dovevano servire per le ferie estive e per le lunghe assenze, ma l’azienda non ha provveduto ad effettuare le assunzioni necessarie rispetto al livello di assenza che si è verificato, per risparmiare sui costi di gestione!
E allora…….. perché l’Azienda si lamenta dell’inefficacia del servizio? Scaricando le responsabilità sugli addetti nei centri di distribuzione?
Si insiste in maniera eccessiva sull’uso della flessibilità operativa, quasi sempre oltre i limiti che l’accordo indicava, accettando anche livelli di qualità molto bassi nello svolgimento della prestazione per incrementarne l’uso oltre i limiti imposti dall’accordo.
A questo si è aggiunto lo scarso o nullo interesse dimostrato verso la qualità: ferie erogate anche in assenza di sostituzione, addirittura ferie d’ufficio in giornate particolari, lasciando le zone a terra.
L’Azienda fa riferimento al calo strutturale e continuo dei servizi tradizionali, affermando che i cali sono dovuti non alla incapacità aziendale bensì ad un ineluttabile calo del mercato.
Allora, se è vero che il mercato tradizionale è in calo, e lo abbiamo analizzato in premessa, è altrettanto vero che l’incapacità aziendale di tenere il mercato complessivamente è altrettanta sicura.
La ormai marginale presenza del gruppo nel settore pacchi, che non soffre del tramonto cui sembra destinato il settore della corrispondenza, ci fa affermare, con più forza, che l’integrazione di recapito, trasporti e logistica per riprendere quote di mercato nei pacchi è ineludibile per il mantenimento e lo sviluppo di questa divisione. Il palmare, il quale sembra debba essere lo strumento principe per il rinnovamento della figura del portalettere, presenta tutta una serie di criticità (batterie che non funzionano, software lento e per alcune funzioni inadeguato, ecc).
I motomezzi sono vetusti e solo adesso si provvede alla sostituzione; le auto vengono inaspettatamente ritirate!
In tale scenario e con tali presupposti l’Azienda ha richiesto nel corso del 2012 un ulteriore intervento riorganizzativo nel settore per riequilibrare costi e ricavi.
Il confronto ha visto inizialmente una fase conflittuale da parte della nostra organizzazione, perché nella sua prima presentazione l’intervento appariva concentrato esclusivamente sul recupero dei costi senza indicare le vie dello sviluppo su servizi alternativi né diverse modalità di espletamento del servizio.
Successivamente ci fu un accordo di percorso (il 27 settembre 2012) dove furono indicate le vie di sviluppo alternativo possibili per bilanciare, per quanto possibile, il calo dei servizi tradizionali.
A questo seguì una fase di confronto tecnico che portò alla definizione di un verbale congiunto con funzioni di supporto al confronto politico vero e proprio, che riprenderà nei prossimi giorni, contestualmente al nostro percorso congressuale.
Le richieste dell’Azienda sono note: tagli, tagli e ancora tagli!! 2000 posti nella logistica (con superamento di molti CMP) e circa 7000 nel settore del recapito.
E’ bene precisare che Noi a queste condizioni non ci stiamo!!
Per noi la pur necessaria riorganizzazione dei Servizi Postali dovrà in primo luogo guardare non solo all’efficienza ma anche alla qualità ed allo sviluppo, per dare concrete prospettive ai lavoratori del settore.
Gli interventi sul personale dovranno riguardare un numero sensibilmente inferiore a quello proposto dall’Azienda.
Per noi questo intervento si potrà realizzare anche attraverso l’istituzione del recapito a giorni alterni nelle aree geografiche residuali ove non sono presenti centri o nuclei abitati nonché con un intervento sulla produttività e quindi sui carichi di lavoro.
Per noi le eccedenze dei servizi postali dovranno tutte trovare collocazione, a cominciare da una nuova disponibilità nella sportelleria.
Sul versante dello sviluppo si dovrà procedere alla integrazione logistica dei pacchi fra Poste e SDA, all’erogazione qualificata, all’evoluzione dei sistemi di tracciatura.
Ci auguriamo che su questi versanti lo sforzo aziendale sia forte, coronato da successo e sorretto da una gestione adeguata perché a loro è affidata la tenuta occupazionale nel settore nei prossimi anni. Questa sarà una sfida importante.
I NOSTRI QUATTRO ANNI
Ma in questi quattro anni appena trascorsi la nostra categoria è stata impegnata su tanti temi e prove affrontati nelle varie fasi temporali.
Tante questioni dove all’opposizione aziendale abbiamo dovuto fronteggiare anche la resistenza di qualche altro sindacato che, per comodo e opportunità, davanti predicava in una maniera e dietro civettava con i dirigenti capovolgendo completamente gli esiti del tavolo della trattativa.
Poi alla fine sono tutti rientrati sulle nostre posizioni, riavvicinandosi pian piano come un cane con la coda in mezzo alle gambe.
Ricordo ancora il Congresso Nazionale del maggio 2009 tenuto a Castellaneta che fù preceduto da una settimana infuocata. Chiudemmo e firmammo da soli l’accordo sul Premio di Produttività con un aumento reale di 200 Euro in busta paga, ma fummo bersaglio (in particolar modo dalla Uil) di attacchi forti e pesanti per un premio che bluffava, a loro dire, i lavoratori. Quattro anni dopo, sappiamo poi cosa è successo con il nuovo Premio di Risultato.
Quindici mesi di battaglia con ballerini che ci prendevano e ci lasciavano, secondo il vento che soffiava. Nessuno li ha seguiti e in primis i lavoratori.
Alla fine, sempre con la coda in mezzo alle gambe, sono ritornati di fianco a noi, apponendo quella firma su un premio che fin ad allora penalizzava dignità e tutele dei lavoratori, ma che loro avevano venduto come buono e da apprezzare in quel momento di crisi.
Il ritorno sul palcoscenico, rimangiandosi le posizioni assunte precedentemente, ha permesso sì un accordo a sei firme con l’unità sindacale, ma ovviamente chi è dentro a questi meccanismi, ma anche i lavoratori lo hanno capito, sa bene chi è stato coerente e corretto durante tutta la vertenza e chi ha invece usato la situazione ad uso e consumo.
Senza poi dimenticare gli altri grandi accordi siglati in questi anni: il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale, che ha permesso a tutti i lavorati di integrare e aggiornare le tutele in favore dei lavoratori, oltre che riqualificare le spettanze economiche dei nostri stipendi, aumento del buono pasto (in un momento dove ricordiamo le banche e gli enti stanno dimezzando o addirittura abolendo il buono pasto) e l’estensione della quota aziendale del Fondoposte, la nostra grande intuizione degli anni addietro, quando la Fornero faceva ancora la maestrina all’Università e non versava lacrime di coccodrillo.
Ecco l’avvento del Fondoposte, la scommessa che l’SLP fece su quell’Istituto dimostrano come già all’epoca capimmo che il sistema previdenziale così come era, non andava più bene.
Lo abbiamo fatto senza scendere in piazza a urlare slogan per poi rientrare senza aver concluso nulla in casa nostra. Abbiamo messo in piedi un sistema che darà un po’ di linfa alle risicate pensioni che prenderanno i giovani di oggi, quando raggiungeranno l’età pensionabile.
LA SPORTELLERIA
L’altra grande sfida è stata e continuerà ad essere quella del settore della sportelleria. Anche qui bisogna fare grande attenzione e analizzare bene ciò è accaduto in questi anni e in quale scenario ci muoviamo, finanziariamente molto complicato.
La nostra rete di sportelli degli uffici postali ha costituito l’elemento di punta con la quale la nostra Azienda ha affrontato i negativi scenari del mercato di riferimento e la sfida quotidiana con una concorrenza impegnata al massimo per reagire allo tsunami economico che ha investito i mercati.
Da sempre abbiamo posto la lente d’ingrandimento sui vari fattori di stress che affligono gli operatori di sportello: la carenza di personale, i distacchi continui, le banconote false, gli ammanchi di cassa, la formazione e-learning che è rinviata a casa e fuori dall’orario di servizio perché non vi sono locali idonei o tempo a disposizione per poterla effettuare, le pause VDT mai rispettate, il conto ore non attivato, lo stress della produzione dove da valore aggiunto che può dare l’operatore, si è trasformato in ossessione, la chiusura o la razionalizzazione degli Uffici Postali (in questa provincia ricordiamo gli uffici di S.Menaio, Foce Varano, Isole tremiti e Faeto), anche se qui il Sindacato si è speso tantissimo per trovare soluzione insieme all’Azienda, ma ha trovato solo un muro sordo della politica e delle varie amministrazioni, sino alla condizione dei part-time (qui ovviamente rientrano anche quelli dei Servizi Postali) dove lavorare 15 giorni il mese o sei mesi all’anno non da prospettive, qualità, o quel di più che un contratto full-time potrebbe dare, e su cui proprio l’SLP territoriale ha intenzione di avviare una forte mobilitazione.
I risultati ottenuti in questi anni non basta. Siamo consapevoli che il lavoro svolto è ancora insufficiente, molto deve ancora essere fatto poiché ad oggi, purtroppo le azioni poste in essere dall’Azienda per la riorganizzazione del settore, causa una latente miopia di fondo ed un’eccessiva inclinazione ad operare unicamente in direzione del contenimento della spesa, stanno creando ulteriori disagi in un settore già sottoposto a forti fattori di stress, soprattutto per la cronica carenza di personale
Dobbiamo migliorare la dotazione strumentale degli operatori, garantire un sistema informatico efficiente, prevedere un organico degli uffici in linea con la produttività degli stessi, una formazione all’altezza delle accresciute professionalità dei lavoratori, realizzare una politica di incentivazione commerciale trasparente, certa e raggiungibile…….. un vero e proprio volano motivazionale che faccia sentire tutti i lavoratori coinvolti nel processo di crescita.
Il nostro impegno sarà attento e pressante nei confronti dell’Azienda per realizzare le aspettative attese dagli sportellisti e garantire a tutti i lavoratori dignità professionale e qualità della vita lavorativa.
LE FUNZIONI COMMERCIALI
I diversi e unilaterali interventi Aziendali per la riorganizzazione delle funzioni commerciali non hanno, come da noi ampiamente previsto, generato il valore aggiunto che si auspicavano.
Da sempre con insistenza e determinazione abbiamo sostenuto che le attività e funzioni commerciali non devono essere esclusivamente orientate ad una mera azione di pressione sui centri di produzione per ottenere i numeri attesi, ma avvicinate ai luoghi della produzione, orientate alla comprensione degli obiettivi, formate opportunamente sui prodotti e sulle tecniche, rispettose del cliente e delle normative di riferimento.
Le funzioni commerciali, a nostro avviso, sono professionalità specifiche nella complessa organizzazione aziendale, che devono essere continuamente incentivate, aggiornate e coinvolte e non continuamente pressate al limite della persecuzione.
Nei loro confronti devono essere attuati interventi e politiche di condivisione dei budget loro assegnati, snellimento delle procedure, concreti interventi di motivazione sia aziendale che economica.
Tutti gli addetti si devono sentire coinvolti nei processi di azione commerciale che l’Azienda intende mettere in campo sia per quanto attiene la formazione dei budget che per le azioni da intraprendere per il loro raggiungimento.
La loro esperienza e la loro professionalità deve essere ascoltata e tradotta in comportamenti atti a raggiungere gli obiettivi attesi per farli sentire attori protagonisti del risultato.
Come già precedentemente sostenuto l’ intesa raggiunta sulle pressioni commerciali vuole essere un primo importante passo verso la realizzazione di questi obiettivi.
Il nostro impegno, da sempre orientato a sostenere lo sviluppo del business aziendale, deve vedere l’Azienda impegnata a realizzare un nuovo equilibrio che consideri maggiormente le persone, la loro professionalità e la loro dignità, nel convincimento che questi valori sono una straordinaria opportunità per accresce lo sviluppo ed il valore aziendale.
STAFF
Il personale di staff invece è soggetto ai continui processi di riorganizzazione aziendale che a sua volta modificano pesantemente i carichi, le responsabilità e le modalità di lavoro con l’unico scopo di contenere i costi senza preoccuparsi della qualità dei servizi resi alla produzione.
L’SLP ritiene invece che nelle strutture di staff, vadano parallelamente adeguati e valorizzati i contenuti professionali, le relative responsabilità e i processi di formazione e riqualificazione.
Siamo convinti che il settore costituisce un riferimento concreto di indirizzo, sostegno e supporto alle strutture produttive dell’Azienda, al punto di rivendicare, per gli addetti, oltre a maggiori opportunità di sbocco professionale un coerente adeguamento economico del premio di Risultato.
L’SLP continuerà a sostenere gli addetti del settore attraverso un’incisa azione tesa a rivalutare le professionalità esistenti, vigilare sul pieno rispetto dei contenuti contrattuali al fine di ottenere un giusto riconoscimento per il ruolo svolto dagli addetti.
I CONTRATTI
Ultimo, ma solo nell’ordine di questa relazione, un breve accenno alla stagione dei rinnovi contrattuali di Poste e dei recapiti privati.
Questi contratti sono scaduti lo scorso 31 dicembre ed il sindacato, purtroppo non in modo unitario, aveva provveduto entro i sei mesi precedenti ad inviare le relative piattaforme.
Stavolta puntiamo a sottoscrivere finalmente il contratto per tutto il settore postale, in modo da avere a disposizione dei lavoratori e delle aziende strumenti comuni ed efficaci a sostegno dei diritti e delle aspettative dei lavoratori per una corretta concorrenza tra le aziende.
La trattativa sta per iniziare e non possiamo adesso anticipare nulla di quello che sarà il suo esito.
Tuttavia è la partita più importante che dovremo giocare in questo 2013 e la giocheremo fino in fondo con tutta la forza della nostra rappresentatività.
LE NUOVE RAPPRESENTANZE: I GIOVANI E LE DONNE
E in questa rappresentatività non possono mancare i giovani……….
I GIOVANI DI OGGI(Andrea)
Io sono in Posta da pochi anni…..e da altrettanti anni è cominciato anche il mio percorso Sindacale in questa organizzazione. Da subito mi sono appassionato alle politiche Sindacali, alle sue attenzioni verso il lavoratore, ai suoi processi.
Ho partecipato, come tanti altri amici oggi presenti in sala, ai corsi di formazione, ai campi scuola. Mi è stata data la responsabilità di reggere il Coordinamento Giovani, ma soprattutto mi è stata data la fiducia, in primis dal Segretario e poi da tutta l’Organizzazione Sindacale ai vari livelli, di essere partecipe e attivo nei problemi. E questo consentitemelo è una rarità nel mondo associativo.
A volte, per errore, capita di vedere i giovani come sì una risorsa, ma che forse è meglio tenerla nell’angolino, E’ il criterio di tante altre realtà (non della Cisl fortunatamente), sindacali e non. Forse è la concezione della nostra Nazione, dove si parla sempre di giovani, di misure a nostro favore, ma che poi nella realtà non troviamo quasi mai.
O forse, sembra che esista una sorta di timore nei confronti dei giovani, perché con la nostra di voglia di cambiare il mondo, obbligheremmo a cambiare anche loro.
Io penso innanzitutto che il talento non ha età, e se davvero vogliamo tutti insieme attuare questo cambiamento possiamo farlo tutti insieme, a prescindere dall’età.
Anzi i giovani di ieri posseggono una dote che noi giovani ancora non abbiamo maturato: l’esperienza e la saggezza.
Per questo noi giovani di oggi, che siamo carichi e vogliosi di fare e operare, dobbiamo anche capire quando è il momento di fermarci, di farci prendere per mano, di ascoltare i vostri consigli, di lasciare da parte l’istinto prima di sbagliare irreparabilmente. Noi siamo i primi ad avere bisogno di voi.
In questo l’SLP mi ha insegnato molto: la formazione e i Campi Scuola, su cui sono investite tempo e risorse, non devono essere disperse nel tempo. Ecco il concetto di fiducia.
In questo sono fortunato ad esser in Cisl e soprattutto nell’SLP di Foggia che, sul credo del nostro Segretario Generale, da spazio e contenuto a chi ha voglia di lavorare e mettersi a disposizione del Sindacato.
In questi anni di lavoro, e su questo siamo sempre in evoluzione, abbiamo allargato e definito meglio le competenze dei vari giovani presenti in Segreteria e nei luoghi di lavoro, con ruoli e deleghe specifiche.
Da quella sui part-time e neo-assunti, alla maternità e paternità, alla legge 104, alla previdenza complementare, ai servizi all’iscritto, in maniera così da canalizzare la fascia anagraficamente più bassa dell’ Azienda. . Abbiamo sul territorio promosso e svolto Corsi di Formazione e di primo accostamento per i neo-assunti, spiegando il contratto, diritti e doveri e soprattutto facendo capire a loro l’importanza della coesione e partecipazione della categoria ai problemi. E su continueremo con altre iniziative perché da sempre la CISL UNISCE.
L’altra cosa che secondo me siamo riusciti a fare in questi anni di lavoro è stata quella di comunicare differentemente con i giovani: meno sindacalese e con strumenti nuovi e immediati.
I giovani vogliono che si parli la stessa lingua loro, si usino le stesse loro tecniche di comunicazione, altrimenti si è troppo distanti e l’allontanamento è il rischio più immediato.
Questo non significa bandire i vecchi sistemi bensì integrarli con i nuovi.
Già quattro anni fa eravamo partiti con la costruzione di un sito internet, tutt’ora esistente e che quest’anno ha toccato il numero di oltre 100mila pagine visitate con oltre 36.000 visite.
Decidemmo poi di integrare il tutto con le informative sindacali, che è il nostro gazzettino ufficiale, con cui ogni settimana inviamo ad ogni iscritto sul luogo di lavoro, le news e i dettagli delle stesse.
Abbiamo poi ampliato la comunicazione delle bacheche sindacali con le Infofax: notizie sindacali e aziendali inviate a ciascuno Ufficio Postale e affisse poi negli spazi per i lavoratori.
Ma nonostante ciò ci siamo accorti che questo non bastava. Volevamo trovare qualcosa con cui il lavoratore, giovane ma anche meno giovane, potesse non solo ricevere la notizia, ma averla in tempo reale, breve e senza fare sforzi, ma soprattutto che non potesse dire la solita frase dei postali “Poi la leggo”.
L’e-mail, ad esempio, è un buon strumento, ma spesso la posta elettronica è aperta qualche giorno dopo, quando la notizia è gia vecchia.
Di qui l’idea delle Info-SMS dell’SLP CISL di Foggia.
Tutti noi abbiamo il telefonino. Ce l’ha anche la pensionata che alle 5 di mattina sta davanti all’Ufficio Postale per ritirare la pensione. Ma soprattutto lo abbiamo sempre con noi: in tasca, nella borsa, sulla postazione di lavoro, sul comodino del letto.
Ecco così che abbiamo cominciato a fare un censimento di tutti gli iscritti, arrivando in ogni ufficio della provincia e dove con l’aiuto di tutti gli attivisti siamo riusciti ad ottenere tutti i numeri dei lavoratori iscritti alla CISL (più di 700), inserendo anche poi qualche non iscritto, che incuriosito, chiedeva di poter ricevere le news.
Successivamente abbiamo creato e costruito un server apposito che potesse sostenere tutti i numeri e l’invio degli sms a tutti.
Risultato: ogni lavoratore, dal Gargano al Subappenino, dal centro della Città alla periferia è aggiornato in tempo reale, rapido e veloce su cosa accade in Azienda, nel Sindacato e come la nostra Organizzazione partecipa ai problemi dei lavoratori, dai vari Accordi sottoscritti, alle iniziative ed altro.
Da quando è partito fattivamente il servizio, abbiamo inviato più di 25.000 sms, ricevendo tantissimi apprezzamenti e richiesta di integrazioni di altri lavoratori non iscritti (che poi sono diventati iscritti).
Con questo strumento i lavoratori si sono sentiti più coinvolti e vicini, nonostante la distanza.
Ovviamente questo da solo non basta, per questo gli strumenti classici restano e rimarranno sempre nelle nostre caratteristiche di fare Sindacato; ma la sperimentazione che abbiamo fatto, e che ha prodotto questo risultato, ha permesso di attuare un nuovo modo di comunicazione, cosa che ci inorgoglisce e ci carica ancor di più anche……… perchè Obama durante la conferenza stampa per la sua rielezione a Presidente degli Stati Uniti d’America disse. “Ho vinto la campagna elettorale con 20milione di sms inviati”
Vorra’ dire pure qualcosa…
Ma un impulso importante nello sviluppo delle politiche aziendali e sindacali sia in Poste Italiane che in Cisl è sicuramente quello che viene dato anche dalle donne.
Senza timore e angosce le donne hanno saputo mettersi in gioco e prendersi le proprie responsabilità.
I dati sono chiari: i ruoli di maggiore delicatezza in Poste Italiane sono ricoperte dalle donne. Il 59% dei Dup italiani sono di sesso femminile, il 47% dei quadri sono donne, abbiamo oltre il 40% delle postine sparse su tutto il territorio.
La SLP da anni con il massimo impegno, cerca di garantire alle donne misure di tutela e rappresentanza, con percorsi di azione e partecipazione.
Solo continuando su questa strada potremmo ritagliare nuovi spazi e nuovi obiettivi senza perdere le tutele precedentemente conquistate.
L’esempio del Premio di Produttività, quando l’Azienda discriminò sul tema della Maternità, penalizzando tutte le donne in attesa è un indicatore.
L’indignazione e la caparbietà di tante donne, all’unisono con la nostra Segreteria e del suo Coordinamento, sono riusciti a modificare questa becera condizione medievale presentata dall’Azienda.
I GIOVANI DI IERI
E poi i giovani di ieri……guardate ci avviciniamo in una fase nuova e sconosciuta per Poste, ma in generale per tutte le aziende. L’innalzamento dell’età pensionabile impone una riflessione sull’opportunità di politiche orientate agli over 50.
Nei prossimi anni, infatti, le forze di lavoro in età compresa tra i 50 e i 66 anni di età aumenteranno di oltre un milione di unità, per effetto sia dell’invecchiamento della popolazione, sia per effetto della citata riforma delle pensioni.
Se prima, infatti, vi era un turn-over ciclico con i giovani che entravano e i meno giovani che uscivano, oggi questo meccanismo è saltato. E’ vero che la nostra Azienda si è molto ringiovanita anagraficamente attraverso gli strumenti di incentivazione economica….ma altrettanto vero che questo processo ha subito un vistoso rallentamento.
Effettivamente i senior sono stati lungamente ed erroneamente esclusi da programmi di sviluppo, dando per scontato che dopo i 50 anni il loro contributo fosse già completamente espresso e che non fossero giustificati investimenti su di loro, in quanto non ci sarebbe stato il tempo per un ritorno dell’investimento fatto dall’azienda.
Un’altra nuova sfida, perciò, sarà quella di progettare politiche aziendali specifiche ed adeguate non solo per i giovani ma anche per i lavoratori over 50.
Nuove politiche, partendo dal presupposto che il talento non ha età, ma che è indispensabile iniziare a ragionare per un futuro non troppo lontano, su come trovare nuovi stimoli, al fine di creare un connubio tra innovazione, creatività ed entusiasmo dei giovani di oggi con l’esperienza…. nell’anticipare i problemi, capacità a relazionare e senso d’appartenenza, per i giovani di ieri.
QUADRI
Tra i quadri invece c’è un malessere diffuso. La famosa valorizzazione del ruolo non c'è stata. Abbiamo di fronte una categoria spesso troppe volte sfiduciata, demotivata, intrappolata che si vede costretta a subire minacce, ricatti, intimidazioni e che nei piani dell'Azienda non assume un ruolo propositivo ed alla quale spesso non è dato pensare ma solo eseguire con esiguità di risorse, mezzi e strumenti.
Vorremmo che qualcuno s’interrogasse sul perchè con c'è più la rincorsa a fare i direttori degli uffici postali e tanti vogliono lasciare quel ruolo.
Sta alla nostra cultura sindacale, portatrice di valori e forte di una storia di rappresentatività oltre che di rappresentanza e alla nostra capacità organizzativa, riuscire a dare visibilità costante all'area Quadri.
Come SLP rivendichiamo per i quadri il diritto di informazione sulle politiche e le strategie aziendali, un coinvolgimento "ante", e non un ruolo di esecutori "post", i quadri devono essere attori protagonisti e non comparse.
E’ necessario concentrare la nostra attenzione su problemi molto sentiti dai quadri: il miglioramento qualitativo del rapporto di lavoro in termini di orario di lavoro e il riconoscimento dello straordinario, le varie responsabilità (personale, civile e penale) per fatti che possono capitarci durante l’orario di lavoro, spesso come conseguenza di decisioni assunte da altri.
L’SLP a livello territoriale ha sostenuto e continua a sostenere la politica dei Quadri. Proprio per questo la rielezione del nuovo Coordinamento Quadri, avvenuto lo scorso 21 gennaio, da linfa e vitalità ad un organismo che è sempre stato un punto strategico per il Sindacato.
L’avvio di questa nuova fase dovrà dare garanzie ai quadri stessi: riconoscimento in termini normativi ed economici, trasparenza e reinserimento delle cosiddette risorse posizionate, una politica meritocratica meno discrezionale, ma più oggettiva e relazionale nella valutazione dei risultati individuali e del team.
Insieme, e qui mi rivolgo a tutti i quadri presenti, estendendo il messaggio anche agli amici quadri che oggi non sono presenti in sala………possiamo riacquistare quel diritto di informazione sulle politiche e strategie aziendali, divenendo partecipi alle decisioni e non solo meri esecutori.
Pertanto dico…. diamoci da fare, la CISL è vicina alle vostre problematiche, alle vostre aspettative, alle vostre speranze……… ma ricordo a tutti voi, che non si può essere servi di due padroni.
LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DELLA CISL
La riorganizzazione territoriale della Cisl ha portato a nuovi assetti delle strutture territoriali, con l’obiettivo di un miglior utilizzo delle risorse, da destinare in misura maggiore all’attività sindacale nei luoghi di lavoro. Un maggiore radicamento sui posti di lavoro e nei territori a tutela dei lavoratori e della loro partecipazione alle decisioni del sindacato attraverso la valorizzazione dei delegati rsu e sas. Ricordo a chi forse è ancora particolarmente affezionato al passato che la CISL trae la sua forza dal suo territorio e dal consenso dei lavoratori, non da sterili protagonismi personali. In questo progetto di riforma si inserisce il patto federativo sottoscritto con Fisascat, Felsa e Fiba, dove abbiamo condiviso un percorso di collaborazione e di condivisione di attività su temi di interesse comune, quali possono essere la formazione, la Bilateralità, lo sviluppo di politiche organizzative, per realizzare progetti di sindacalizzazione in ambiti e settori dell’area dei servizi privati, anche attraverso l’approfondimento dei conseguenti percorsi organizzativi necessari per la crescita globale di questa fetta di mercato del lavoro.
IL TERRITORIO
• i risultati proselitistici . Cari amici, sono trascorsi quattro anni, fantastici…..esaltanti. La storia sindacale è bella proprio per questo: ogni anno, ogni mese, ogni giorno, ogni ora c’è un qualcosa, un avvenimento, un problema che il Sindacato è chiamato a risolvere. A volte ci riusciamo, a volte purtroppo no, ma l’impegno è la nostra ricetta che ci fa assicurare la stima e il rispetto dei lavoratori. E la cosa più bella che al riconoscimento umano per il lavoro svolto, quell’impegno viene premiato con la libera adesione alla nostra organizzazione: la delega.
Quattro anni fa, partivamo con una base associativa di circa 370 lavoratori nella provincia di Foggia…..e questi numeri non ci appagavano.
Proprio in quel momento, insieme alla Segreteria tutta, capimmo che dovevamo intraprendere una strada diversa, triplicando, anzi quadruplicando gli sforzi per allargare quella base.
Il risultato è questo: a Gennaio 2013 – gli iscritti SLP a Foggia sono 716. La forte crescita che abbiamo registrato, è ancor più importante alla luce del continuo calo del numero degli applicati, nonostante che, la sfida al tesseramento è stata, ahinoi, giocata dagli altri su false promesse, minacce, addirittura qualche volta con i ricatti.
Noi invece siamo stati sempre coerenti e sinceri, parlando non di un mondo di fiabe ma di un mondo reale.
I lavoratori lo hanno capito e lo hanno apprezzato dandoci questo grande riconoscimento dove tra l’altro, consentitemelo, se per ipotesi le altre cinque organizzazione sindacali della provincia di Foggia decidessero di fondersi in un macrosindacato, non arriverebbero al nostro numero di iscritti. Per questo a tutti voi dico GRAZIE!!!
Il ringraziamento mio va diviso con tutta la squadra qui presente, dai componenti di Segreteria, ai Consiglieri, alle RSU, alle SAS, agli attivisti e a tutti gli amici. Tutti insieme abbiamo contribuito al conseguimento di questo traguardo.
Traguardo raggiunto perché abbiamo continuato ad essere presente sempre sul territorio, negli uffici, anche in quelli più piccoli e isolati, tenendo i contatti con la nostra presenza, con gli strumenti di comunicazione, con le visite dei nostri delegati e dei nostri dirigenti, con gli sms.
I lavoratori, sanno che in noi trovano sempre un punto di riferimento, su esigenze individuali e collettive, una rete che dobbiamo ancora intensificare proprio per garantire la massima vicinanza sui luoghi di lavoro.
Un collega sindacalista, non dell’SLP, una volta mi ha disse: “Tonino però tu non ti accontenti mai?”. Io rispondendo con il sorriso gli risposi “La differenza tra noi e voi, sta nel fatto, che Noi della Cisl, siamo condannati a spostare l’asticella sempre più in alto”.
Proprio per questo io credo che si possa e si debba ancora lavorare molto nell’ottica del proselitismo, nonostante i grandi numeri raggiunti.
Resto convinto che la coerenza e la caparbietà che abbiamo dimostrato possono essere la linea continua di questo successo.
Il nostro grande pregio è stato quello di trasformarci in base ai tempi, al modo di comunicare, a come arrivare al lavoratore.
• RSU: un grande successo
Il recente rinnovo delle RSU, che ha visto un successo senza precedenti delle liste SLP, in una competizione con tutte le Organizzazioni Sindacali presenti, ci rende coscienti di avere un grande responsabilità.
Aver raggiunto quasi il 50% dei consensi dei lavoratori nella provincia di Foggia, così come lo straordinario risultato a livello nazionale, richiama l’attenzione di tutti come questo istituto di rappresentatività è assolutamente sentito e partecipato dai lavoratori, contrariamente a come l’Azienda voleva andasse, prima del novembre scorso, e quindi la necessità di rilanciare azioni nuove in grado di garantire maggiore sicurezza e futuro a tutto il personale.
Il recente accordo interconfederale sulla rappresentanza, cancellerà finalmente quelle discrasie che abbiamo vissuto e fronteggiato in questi anni.
L’impegno delle RSU neoelette deve ripartire dal confronto diretto con l’Azienda e i lavoratori, dal lavoro di tutti i giorni, dalla presenza costante e pressante nei luoghi di lavori.
Lo stesso vale per gli RLS che hanno il compito di tutelare ed essere i vigili della sicurezza di tutti.
Ma a tutti voi va ancora il mio ringraziamento per il costante impegno, eletti e non, amici e colleghi che hanno partecipato fattivamente alla riuscita di questo straordinario risultato.
La macchina della RSU oramai è partita, cominciamo a viaggiare e a dar risposte alle problematiche dei lavoratori.
• Il rapporto con le altre OO.SS. a livello locale
Risposte che potrebbero arrivare anche attraverso il lavoro sinergico con le altre compagini sindacali. Per noi l’unità rappresenta un valore…ma mai rappresenterà un fine che è, e rimane, il benessere dei lavoratori.
Sul territorio l’unità l’abbiamo interpretata come una proposta o un progetto o una battaglia da fare nell’interesse di tutti, Ci siamo resi conto invece che ciò rappresentava per alcune sigle, solo interessi di parte…o del proprio orticello, e su queste posizioni mai saremo acquiescenti o complici.
Più volte abbiamo fatto numerosi passi indietro per ritrovare quell’unica voce che poteva portare giustizia, benessere e soluzioni sui posti di lavoro.
Siamo stati e saremo sempre pronti a condividere programmi e nuovi obiettivi nell’interesse supremo dei lavoratori. Ma, ahimè, abbiamo sempre ricevuto offese, denigrazioni ed insulti, sul ruolo e sulla nostra rappresentatività.
Caro Bruno, caro Nicola, caro Emilio, abbiamo dovuto difendere con forza la nostra identità, che abbiamo conquistato in tutti questi anni, dagli attacchi feroci della CGIL e della UIL che da sempre tentano di livellare le posizioni in prospettive prive di natura sindacale.
Le più volte invocate pari dignità tra sindacati, in particolare tra i confederali, l’abbiamo sempre attuata anche quando potevamo raggiungere da soli obiettivi e mete, ma forse i segretari di CGIL e UIL confondono la pari dignità col “siamo tutti uguali”………
……ebbene cari amici questo sarà IMPOSSIBILE.
Se è vero che non abbiamo mai instaurato dittature della maggioranza e pur vero che non accetteremo mai dittature dalle minoranze. I Segretari di Cgil e Uil devono capire e farsi capace, che in Poste sono delle minoranze.
I Segretari di Cgil e Uil devono capire che la rappresentatività nasce per libera scelta dei lavoratori e non può essere messa in discussione con autonome iniziative golpiste.
Siamo dei giganti in poste e lo siamo da 60 anni…ma mai arroganti e per effetto di questa supremazia abbiamo sempre mediato, abbiamo sempre rispettato, abbiamo sempre fatto passi indietro…… ma da oggi ne faremo due in avanti.
I Segretari di Cgil e Uil devono capire che se in nome dell’unità la Cisl deve perdere iscritti, beh cari amici noi vi accontenteremo mai..
Le alleanze politiche che di volta in volta sono naturalmente intraprese a livello centrale, difficilmente potranno essere mutuate su questo territorio se i segretari di Cgil e Uil non cambieranno atteggiamenti e posizioni, che spesso sono addirittura in contrasto con la linea politica delle loro stesse segreterie nazionali.
A Cgil e Uil questo congresso lancia un messaggio di distensione nella speranza che c’è sempre tempo per poter cambiare e comprendere che è solo una questione di rispetto per quello che facciamo e di chi rappresentiamo.
Per questo, la nostra azione sindacale riprenderà nel merito delle questioni e con chi lo vorrà.
• il rapporto con la Dirigenza locale
è difficile descrivere un rapporto con la dirigenza locale, poiché troppo è stato il turnover utilizzato e troppe sono state le paure e le ansie di chi ha voluto sempre sfuggire da un impianto di relazioni che senza la CISL rimane solo una promessa.
Questa è una Filiale difficile, dal territorio vasto e complicato. Ma è solo una Filiale composta da lavoratori che hanno bisogno di nuovi entusiasmi, di nuovi stimoli, di essere considerati come persone, di avere un leaderschip capace di normalizzare una cultura fatta ancora di lettere anonime, di inciuci e di discriminazioni.
In altre parole questa Filiale ha bisogno “del Direttore di Filiale” non di “un direttore di Filiale” e per questo siamo pronti a fare la nostra parte consapevoli che, rivolgendomi al dott. Erario, dovrà guidare con determinazione questi uomini e queste donne individuando le strade migliori per aiutare questo nostro territorio ad uscire dalle difficoltà oggi in essere, ma siamo anche pronti a tutelare con ogni mezzo i lavoratori che saranno ridimensionati o emarginati dai processi produttivi o ancor peggio se ci accorgeremo che questa Filiale sarà colonizzata.
Sui servizi postali il recente avvicedamento e i numerosi problemi in essere non mi consentono ancora di esprimere una valutazione complessiva. Un normale rapporto relazionale che senz’altro non potrà disdegnare toni aspri visto le enormi difficoltà a gestire un progetto che miseramente si avvia al suo epilogo per colpa proprio di quei dirigenti che oggi continuano a gettare fango sui lavoratori incolpevoli di tale misfatto.
• le principali vertenze promosse- i risultati conseguiti e la situazione del personale – i part-time
Negli ultimi quattro anni abbiamo assistito ad un progressivo impoverimento delle relazioni industriali in periferia. La concezione centralistica e piramidale non certo favorisce il governo dei servizi sul territorio.
Il progetto delle deleghe rimane ancora nel cassetto e pertanto fino a quanto questo modello rimarrà una grande incompiuta potremo solo gestire le ricadute sul territorio, dei processi e degli accordi già condivisi in altri livelli, che molto spesso rimangono inattuati e/o ignorati.
Per questo, spesso, siamo passati dal dialogo alla lotta, attraverso l’apertura di quattro vertenze, quasi tutte canalizzate ad un pedissequo rispetto di istituti contrattuali/accordi e/o per favorire una maggiore trasparenza sugli organici degli uffici.
Già gli organici ……..in questa provincia negli ultimi quattro anni abbiamo perso circa 200 risorse…..un numero che incide notevolmente sulla qualità dei servizi erogati.
Pensate, che in questa Filiale nei 93 uffici aperti, sono spalmati 488 sportellisti di cui circa 90 part-time….
L’atavica carenza di personale, infatti, produce continuamente code agli sportelli, sia nel capoluogo che negli Uffici del Gargano, del Subappenino e di alcune importanti comunità del tavoliere come Manfredonia, dove sono insufficienti oramai gli attuali uffici a contenere la grandissima domanda della clientela e dove tra l’altro sta per sorgere un agglomerato di oltre tremila abitazioni; come Cerignola anch’essa soffocata dagli oltre 60 mila abitanti che chiedono servizi più adeguati e confortevoli o come S.Severo malmessa per una sottostimata applicazione del personale.
Sui servizi postali la situazione e altrettanta preoccupante. Ma nonostante la vastità e la complessità del territorio, Poste insiste nel definire sufficiente l’organico di circa 350 portalettere per tutta la provincia e per una popolazione di circa 700.000 residenti(un postino ogni 2.000), rinnegando la carenza strutturale che l’SLP oramai rivendica da tempo.
Le cassette postali di molte realtà del tavoliere diventano per molto tempo impolverate…..le bollette da pagare arrivano scadute o non arrivano mai, con gravi danni economici per i cittadini e per le aziende.
Aspettiamo il nuovo lifting, avvertendo l’azienda che questa volta saremo più attenti e pronti ad andare in profondità, per cercare di eliminare quel malessere diffuso di un servizio che non funziona più.
Agli amici responsabili dico, invece, che dobbiamo avere il coraggio di cambiare ciò che in passato avete sbagliato, senza vergogna e senza nascondersi dietro un dito…..perchè la validità di un progetto passa anche attraverso le vostre mani.
Non possiamo reclamare organici e strumenti più adeguati, se gli sbanderiati report vengono lavati con perlana prima di arrivare a Bari, per poi arrivare a Roma perfetti……….pertanto se ci sono delle giacenze di corrispondenza indicatele, se ci sono zone a terra segnatele, senza minacciare i lavoratori, perché la storia ci insegna che il tutto si ritorcerà contro di voi.
• il rinnovamento e la politica dei giovani
Pocò fa Andrea ci parlava dei giovani di oggi e di come si può essere portatore di valori e di partecipazione.
Essere in Cisl, significa proprio questo: un Sindacato di tutti, dove tutti possono prendere parte a questo sviluppo, ma, più di ogni altra cosa, dove tutti possono e devono essere importanti.
E’ chiaro che nel quotidiano in cui operiamo, l’esperienza e gli “anni sul campo” sono e restano elementi fondamentali per non incorrere, o peggio ancora, ripetere errori del passato, dove l’approccio ideologico, conventio ad excludendum, ha prodotto dualismi e creato discriminazioni.
La domanda che ci siamo posti e che il sindacalista si deve porre è: quanto spazio e quanto ascolto, nonostante la nostra sensibilità sociale, diamo a chi si avvicina a questa responsabilità, per mettersi alla prova, per imparare le arti dell’attività sindacale, cogliendo e promuovendo le caratteristiche specifiche di ognuno, per formare al massimo i futuri dirigenti?
La Segreteria di Foggia ha sempre avuto un’attenzione particolare per questo tema, atteso che un sindacato esperto può essere efficace, ma non eterno.
Un sindacato esperto ma composto anche di elementi giovani è invece un Sindacato vincente. Da diversi anni abbiamo, in stretta sintonia con la Segreteria Regionale, deciso di adottare questa politica di apertura verso la nuova generazione e i primi frutti, cominciano a vedersi.
Abbiamo giovani che si stanno formando in questi anni tra sezione e luoghi di lavoro, accompagnato dai corsi di formazione e dai campi scuola che la Segreteria Nazionale ha organizzato in questi anni.
Su questa stessa linea abbiamo già individuato altri giovani di oggi, che pian piano si dovranno formare e cominciare ad esser sempre più presenti e partecipativi sia in sezione, che nei luoghi di lavoro e saranno integrati nella squadra, a breve, per limare le fisiologiche “imperfezioni” o per il naturale turn over.
Questi processi, che noi riteniamo vitali per il prosieguo della nostra attività sul territorio negli anni futuri, sono molto importanti ma allo stesso tempo, molto delicati e proprio per questo, al fine di evitare pericolose ricadute, riteniamo vadano realizzati con la massima scrupolosità.
I giovani di oggi, hanno molto tempo per capire come funziona il mondo, noi ne abbiamo poco per capire loro. Per questo, se vogliamo, dobbiamo fare uno sforzo in più e aprire un contraddittorio nel quale i giovani hanno la possibilità di esprimersi. E' un compito che il sindacato può e deve svolgere, confezionando soluzioni adeguate.
Una crescita sana, costante e senza fretta è la combinazione giusta per far crescere i nostri ragazzi che, con la loro voglia di apprendere, cimentarsi, sentirsi responsabilizzati, sono senza dubbio un valore aggiunto per la nostra azione. Seminiamo adesso le piante del futuro. Abbiamo tempo e capacità per raccogliere i frutti.
CONCLUSIONI – LA SLP di FOGGIA
Siamo alle conclusioni di questa relazione, che vuole essere uno spunto alla riflessione e al dibattito congressuale.
Ripercorrere un mandato congressuale in modo sintetico non rende giustizia a molti fatti, piccoli e grandi, che hanno caratterizzato questi quattro anni.
Appartenere alla Cisl, essere un Cislino, è anche questo. Non fermarsi all’orizzonte ma vedere cosa c’è oltre e i processi che insieme abbiamo guidato in questi anni, dalla trasformazione da Amministrazione in Ente Pubblico Economico e in Spa, alla nascita di questa Azienda Multiservice, lo dimostrano.
La mutazione genetica, per usare un termine scientifico, noi l’abbiamo colta e adesso dobbiamo continuare ad aggiornarla.
Nonostante qualche capello in meno, questi sono i momenti in cui l’appartenenza ad un Sindacato, così autorevole, aumenta ancor di più, conscio che tutto ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo, non andrà perso, anzi sarà portato avanti dai nostri ragazzi che sicuramente aggiungeranno valore e pagine di storia a questa organizzazione.
I nostri iscritti sono cresciuti contro ogni previsione e contro i nostri detrattori, abbiamo dato dignità a chi l’aveva smarrita, abbiamo rinnovato la nostra squadra e le nostre idee, in altri termini abbiamo dato inizio ad una nuova primavera.
Caro Emilio so quanta attenzione e quanto affetto hai posto in questa Federazione. Ci sei stato sempre vicino, ci segui con interesse e ci additi come modello, anzi colgo l’occasione per ringraziarti per le belle parole che hai speso durante l’ultimo Consiglio Generale, quando affermasti alla platea che eri orgoglioso di questa Federazione. Per questo la SLP non si limita e non si limiterà a dirti grazie, ma vuole ricambiarti non solo con l’affetto mio personale e di tutta la squadra, ma anche con l’impegno, con i risultati, con il sostegno incondizionato e con la fedeltà ad una linea politica condivisa. La SLP, caro Emilio, ti vuole bene.
A te Nicola voglio esprimere un grazie sentito per l’apporto ed il sostegno che mai hai fatto mancare. Nei momenti difficili hai saputo dispensare consigli che si sono rilevati poi determinanti, hai saputo guidare, con la tua testardaggine la nostra Regione conseguendo risultati straordinari. Un rapporto che va al di là dei ruoli e delle formalità. Nicola questo quadro dirigente ti ha portato e ti porterà sempre nel proprio cuore.
A te Bruno, voglio consegnare un messaggio per il nostro Segretario Generale: Grazie Mario per i tuoi suggerimenti e per essere stato sempre vicino a questo territorio, per aver fatto grande questa nostra organizzazione, per aver non aver fatto mai mancare il supporto e il sapere dei nostri Segretari Nazionali…. e tu Bruno sei un’esempio in tal senso e per questo ti dico grazie….ma anche per la puntuale informazione e formazione. Ma Grazie anche per la tua tenacia, per la tua energia e per il tuo impegno per ricercare sempre e comunque condizioni di benessere per chi rappresentiamo. Mario sarai sempre il nostro modello di riferimento.
E’ giusto ricordare in chiusura di questa relazione, quanto fatto da volontari, attivisti e delegati sul territorio con passione e dedizione per l’Slp. Rivolgo quindi un ringraziamento a tutti loro, perché con le energie e il tempo che hanno messo a disposizione dell’Slp hanno permesso di dare gambe ai nostri progetti.
E poi anche un Grazie ai miei amici e colleghi di segreteria……. a Mimmo attore di tante battaglie e motore instancabile………….ad Andrea il nostro giovane…… a Vincenzo il saggio, ad Enzo il nostro informatico, ad Antonio l’invisibile, e poi voglio dire grazie a tutti coloro che mi hanno sopportato perché talvolta sono stato difficile e troppo esigente.
Un grazie di cuore và anche alle famiglie di tutti noi sindacalisti……a mia moglie, e alle mie figlie, grazie per la vostra pazienza e per il vostro sacrificio perché permettete di svolgere il nostro mandato nonostante rubiamo a voi tempo ed attenzioni. Ricordatevi però……..che nei nostri cuori siete sempre in prima fila.
Da domani si riparte con la squadra che oggi uscirà da questo congresso, pronta a sporcarsi ancora le mani, poiché abbiamo una grande responsabilità che non possiamo sciupare. Costruiamo contatti e valori con la solita competenza ed esperienza.
E’ la visione di un Sindacato giovane che trae la forza dalla sua identità, in cui ognuno di noi ha raccolto il testimone da chi prima di noi, ha tracciato la strada, per poi consentire a noi e poi agli altri, di continuare questa storia che diventa nel tempo una storia collettiva, intrecciandosi con la vita di tanti altri lavoratori che credono e sperano in noi per la certezza del futuro.
Una storia che continuerà a essere bella per fare sempre più grande questo territorio, la Puglia e la SLP. E che Dio ci benedica.
Documenti allegati:
Rsu & Rls
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