POSTE BOCCIATE ALL'ESAME
DI PUNTUALITA'
DISSERVIZIO PUBBLICO.
In 49 città su 110 le lettere arrivano in ritardo. Tutte le
pecche nei recapiti sono state raccolte in un dossier, presentato al
ministro. Panorama l’ha potuto leggere.
ARTICOLO DI DANIELE MARTINI PUBBLICATO DA PANORAMA DELL'11-1-08
Da una via all’altra di Biella
solo una lettera su due arriva puntuale. Idem a Salerno. A Lucca la
percentuale di puntualità sale un po’, ma non di molto:
57 per cento. In 49 città su 110 la posta giunge in ritardo
alla destinazione finale, distante in qualche caso solo poche
centinaia di metri, non rispettando l’indice di qualità
che l’amministratore delle Poste italiane, Massimo Sarmi, e il
ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, hanno concordato come
accettabile per considerare il servizio pubblico discreto.
In pratica un
capoluogo di provincia su due è servito male; solo nelle
metropoli come Milano o Roma i recapiti sono quasi sempre tempestivi
e le Poste in grado di rispettare in pieno lo standard riassunto
dalla formula «89 per cento in J più 1», che
significa: l’89 per cento delle lettere dovrebbe essere
consegnato dal postino al destinatario il giorno successivo a quello
della spedizione.
Dalla città alla provincia il
livello concordato tra Poste e ministero è meno vincolante,
scendendo a 85 per cento in J più 1, ma la tempestività
postale non migliora, anzi. Da Bergamo a Treviglio solo il 51 per
cento delle missive è puntuale, da Pisa a Cascina, comuni
uniti da una strada, il 57 per cento, da Massa a Carrara, due
località praticamente attaccate, una lettera su tre è
fuori tempo massimo e tra Asti e Canelli la puntualità è
ugualmente scadente.
Quando poi le lettere seguono il
percorso inverso, imbucate nei centri della provincia con
destinazione il capoluogo, le prestazioni peggiorano ancora: da
Montesarchio a Benevento arriva per tempo solo il 36 per centro delle
spedizioni, da Cossato a Biella il 39, da Melfi a Potenza il 48, da
Crema a Cremona il 57.
Anche nelle tratte regionali, tra
capoluogo di regione e capoluogo di provincia, tipo Napoli-Avellino o
Firenze-Lucca, il servizio è modesto e su 26 casi presi in
esame solo in 2 (Milano-Lecco e Torino-Vercelli) è
accettabile.
Ma la Waterloo postale si verifica
quando una lettera spedita da una regione deve essere consegnata in
un’altra. In questi casi lo standard minimo di qualità
concordato scende di altri 5 punti, dall’85 all’80 per
cento. E nonostante ciò su 163 tratte esaminate solo 15 hanno
rispettato i tempi di consegna previsti, meno del 10 per cento. Le
missive spedite da Trento, Bolzano e Aosta verso Napoli, per esempio,
arrivano in orario appena 39 volte su 100, con uno scarto di 41 punti
dallo standard minimo.
Il dettagliato monitoraggio del
servizio postale è stato effettuato dalla Izi, società
specializzata in metodi di analisi e valutazioni economiche che per 6
mesi, da gennaio a giugno 2007, ha tenuto sotto osservazione i
percorsi e i tempi di consegna di oltre 55 mila lettere su tutto il
territorio italiano. Alla fine gli analisti hanno emesso un verdetto
severo, espresso nel rapporto confidenziale consegnato al ministro
Gentiloni di cui Panorama è entrato in possesso: «Il
servizio della posta non massiva (ex corriere prioritario) non ha
conseguito gli obiettivi di qualità».
Il dato finale di sintesi contenuto in
quel dossier è negativo, inferiore dello 0,6 per cento
rispetto agli indici di qualità fissati, ma non la dice tutta
sulla natura delle prestazioni, che purtroppo nella realtà
sono ancora più scadenti.
Su quella cifra del rapporto Izi,
infatti, pesano in maniera determinante i volumi delle metropoli,
dove il servizio è buono e puntuale, quantità così
gigantesche di lettere da riuscire a correggere al meglio la
statistica complessiva nazionale, come nella storiella dei polli di
Trilussa.
Le Poste guidate da Sarmi hanno puntato
i loro sforzi proprio sulle grandi città, dove grazie alla
conformazione territoriale l’organizzazione delle consegne è
più agevole e con un solo postino, per esempio, si servono
molti abitanti. Ma fuori dai grandi centri, in tutto il resto della
Penisola, in buona parte degli 8.100 comuni, il servizio rimane
traballante, percepito come insufficiente dai clienti, che infatti
mostrano un’insoddisfazione diffusa.
Se dovessero essere adottati criteri
più stringenti di valutazione, per i tempi di consegna e
riguardo al peso da attribuire alle varie tipologie di lettere e
tratte, così come stanno studiando per il futuro gli uffici
della direzione del ministero delle Comunicazioni, risulterebbe ancor
più evidente l’affanno dell’azienda di Sarmi nei
confronti della sua ragione sociale principale, che fino a prova
contraria resta quella del recapito della corrispondenza.
In pratica stanno venendo al pettine
nodi strutturali di organizzazione del servizio. La distribuzione
delle lettere è concentrata sugli aerei che fanno perno sui
grandi scali, come Malpensa o Fiumicino, così che le metropoli
risultano avvantaggiate, ma il resto della Penisola ne risente.
La rete distributiva probabilmente
andrebbe rafforzata puntando, per esempio, anche su scali minori,
situati in aree nevralgiche per densità abitativa e per
attività economiche presenti. Ma la società delle Poste
i contratti non li fa. Forse bisognerebbe che l’azienda di
Sarmi attivasse rapporti con più compagnie aeree, oppure
decidesse di lanciare la sua compagnia, che esiste ma è stata
lasciata sulla carta.
Per una volta tanto lo svantaggio
postale non grava in misura più accentuata sul Sud, la qualità
è modesta ovunque e anzi appaiono più penalizzate le
aree a sviluppo intenso, dove la lentezza postale è vissuta
dalle imprese come uno dei tanti handicap competitivi rispetto alla
concorrenza europea, al pari di quelli stradali, autostradali e
ferroviari.
Le Poste sono una società di
proprietà del ministero dell’Economia e il compito
prioritario è la consegna della corrispondenza su tutto il
territorio nazionale, dalle metropoli ai luoghi più sperduti,
in omaggio a un principio di civiltà e di efficienza
sintetizzato con la definizione di «servizio universale»,
regolato da un minuzioso contratto di programma concordato tra
l’azienda postale e il ministero delle Comunicazioni e pagato
quest’anno dallo Stato con un esborso di circa 300 milioni di
euro.
In questi ultimi anni, invece, la
società guidata da Sarmi è come se avesse sottovalutato
la sua missione storica, concentrandosi su altro, dalle assicurazioni
al credito, dall’informatica ai telefonini, ottenendo in
qualche caso risultati notevoli, utili soprattutto ai fini di
bilancio, ma rafforzando l’impressione di trascurare, nei
fatti, il servizio postale classico, considerato alla stregua di un
fastidioso lascito del secolo passato, più da sopportare che
da sviluppare.
Sarmi, in sostanza, ottiene risultati,
ma in territori distanti dalle lettere, seguendo una strategia che lo
sta portando in rotta di collisione con il ministro Gentiloni.
Poste Vita è ai primi posti
nella classifica delle maggiori assicurazioni italiane e Banco Posta
è al primo posto tra le banche «retail» potendo
contare, oltretutto, sul bacino quasi naturale di clienti
rappresentato dagli oltre 23 milioni di pensionati che in gran parte
si recano mensilmente alle Poste per riscuotere il loro assegno. E
ora che la società di Sarmi si è buttata anche nel
mercato dei telefonini, mettendoli opportunamente in collegamento con
i servizi finanziari, c’è da aspettarsi un nuovo boom.
Il Financial Times ha riconosciuto che
quello italiano è il servizio postale più redditizio
d’Europa, risultato dovuto «in gran parte alla divisione
per i servizi finanziari», come ha sottolineato in
un’intervista lo stesso amministratore delegato.
La rivista Fortune ha inserito le Poste
italiane tra le 10 società più apprezzate nel mondo per
la logistica. E la Cisco, grande società di servizi internet,
ha conferito all’azienda pubblica italiana il premio 2007 per
la miglior rete Ip aziendale, definendo le Poste «leader
europeo per la posta elettronica ibrida e per il trattamento dei
documenti».
A giudizio di molti analisti del ramo,
però, i vantaggi conseguiti con i nuovi business non hanno
accompagnato il miglioramento del servizio postale in senso stretto.
Anzi, sta diventando sempre più stridente il contrasto tra il
buon andamento delle nuove aree di affari e il ristagno nelle
attività tradizionali.
In seguito ai risultati tutt’altro
che lusinghieri ottenuti nel 2007, la società guidata da Sarmi
rischia una multa severa da parte del ministero delle Comunicazioni.
In base all’articolo 13 del nuovo contratto di programma, le
Poste potrebbero subire una penale fino a 1,5 milioni di euro.
Determinanti saranno i dati di fine anno ancora in fase di
elaborazione.
La previsione è che
difficilmente i risultati postali degli ultimi mesi potranno
modificare radicalmente l’andamento negativo nel resto
dell’anno. I blocchi stradali e autostradali prima di Natale,
infatti, hanno influito anche sul servizio postale rallentandolo. Una
sanzione comminata dal ministero alle Poste alla vigilia della
decisione del governo sul rinnovo del vertice aziendale, prevista per
l’inizio della primavera, non sarebbe un buon viatico per
l’eventuale riconferma di Sarmi.
SPEDITE
GIOVEDÌ ARRIVANO
LUNEDÌ
Una lettera imbucata in via Simone
Corleo a Palermo, alle 16.30 di giovedì 3 gennaio, è
stata consegnata in via Manin, sempre a Palermo, la mattina dopo.
Panorama ha voluto testare i tempi di
arrivo di una normale lettera (oggi tutta la corrispondenza ordinaria
viaggia in teoria come posta prioritaria) ed è stato quello
siciliano il recapito più rapido. Le altre missive partite lo
stesso pomeriggio tra le 16 e le 18 (indirizzate a una zona
semiperiferica di Milano) hanno avuto percorsi lenti. Sono state
spedite dalla medesima cassetta delle lettere di Palermo, dal Vomero
a Napoli, dall’ufficio postale di via Sicilia a Roma, da una
cassetta in via Marche a Roma, dalla posta centrale di piazza
Cordusio a Milano, da una cassetta e dall’ufficio postale di Segrate (Milano).
Le lettere sono state tutte consegnate
lunedì mattina.
Le due buste spedite da Roma e
indirizzate nella stessa città invece martedì non erano
ancora arrivate, così come quella spedita e indirizzata a
Napoli.