PETITTO: "NON
C'E' PIU' RELIGIONE"
Giovedì notte e’
stato sottoscritto un accordo di minoranza tra l’Azienda e tre
Organizzazioni Sindacali. In circostanze come questa, di fronte
a evidenti fratture sindacali, ogni Organizzazione ha
legittimità a spiegare le ragioni che l’hanno indotta a
condividere o respingere un accordo, aspettando poi il giudizio
dei lavoratori.
E così hanno fatto
tutti i sindacati. Tutti tranne uno: la UIL Post che, uscendo
dal seminato, ha ritenuto di infarcire la spiegazione
dell’accordo con giudizi gratuiti sulla CISL Poste. Dinnanzi a
un atto così grave, tipico da sindacato giallo, non possiamo che
scendere sullo stesso terreno, direttamente, senza neanche
scomodare Belfagor e la sua satira.
Nel documento, di
dubbia valenza etica, della UIL Post, riferendosi esplicitamente
al SLP-CISL si afferma che … “Non sempre si pone al centro
dell’iniziativa sindacale l’interesse autentico della gente” e
ancora …”SLP ha mantenuto un incomprensibile comportamento
sostenuto con argomenti pretestuosi … che ci hanno fatto
maturare il convincimento che fossero esclusivamente funzionali
al sostegno di una indubbia quanto sterile posizione di
retroguardia”.
Queste parole ci
hanno incuriosito e siamo andati a rovistare nei nostri forniti
archivi sindacali e possiamo assicurare i lavoratori postali
che, a differenza di tutte le altre sigle sindacali, non vi e’
traccia, negli ultimi trenta anni, di una benché minima autonoma
battaglia della UIL Post finalizzata “all’interesse autentico
dei lavoratori”.
D’altro canto tutti
hanno ancora ben presente da che parte stava la UIL Post durante
la gestione di Passera e Micheli quando si consumava la più
feroce persecuzione dei lavoratori postali che la storia
ricordi.
Si dice ancora che la
posizione della CISL Poste sia di “retroguardia”.
Ci permettiamo di
fare presente come termini quali “retroguardia”o “avanguardia” o
“trincea” appartengano alla strategia di chi lotta o fa
battaglie e non possono quindi appartenere alla cultura o al
linguaggio della UIL Post che le disconosce totalmente. Infatti
a memoria di uomo postale non si ricorda la UIL Post in prima
linea di fronte al fuoco nemico.
Meglio sempre le
calde “furerie”.
Si dice ancora nel
documento della UIL che questo accordo …”Ha fatto illudere una
Organizzazione Sindacale che si potesse inopinatamente
continuare ad esercitare il diritto di veto. A prescindere”.
Scusate a prescindere
da chi? Da loro? Ai deboli di memoria ricordiamo che la storia
sindacale postale ha visto sempre la CISL come traino di tutti
gli accordi sottoscritti e mai di ostacolo con diritto di veto,
perche’ se cosi’ fosse stato ben pochi accordi sarebbero passati
in questa Azienda e non certo per una presunta arroganza di un
gruppo dirigente ma di certo per il peso che i lavoratori hanno
sempre conferito alla nostra Organizzazione.
Lo scontro
sull’accordo del recapito che ha fatto emergere il disastro di
un servizio che era sotto gli occhi di un intero popolo non era
un diritto di veto. E i fatti lo hanno dimostrato.
E quello che emergerà
nei prossimi mesi negli uffici postali, dove i lavoratori non
sanno piu’ cosa fare e come lavorare dimostrerà ancora una volta
che il nostro non era un diritto di veto. Ma sicuramente
parliamo di problemi sindacali sconosciuti alla UIL Post.
Infine si legge nel
documento della UIL che questa e’ …”Una condizione totalmente
inaccettabile che mette in evidenza una progettualità
inconsistente, incompleta, insufficiente”. Beh, perdonateci
l’ardire, ma e’ il caso di dire che non c’e’ più religione.
Ma si sono mai fatti
l’esame di coscienza? Ma hanno mai fatto un’analisi serena delle
loro condizioni? Ma conoscono le province, le Regioni, il
territorio nazionale, i gruppi dirigenti?
Parlano di
progettualità? E in quale vocabolario hanno scovato questa
parola? Loro che campano e vivacchiano dappertutto parlano
della progettualità altrui? Forse non ci si accorge o si finge
di non capire che le condizioni di Poste Italiane sono assai
delicate e gravi in termini di qualità dei servizi, di clientela
che scappa, di condizioni difficili per i lavoratori.
Direttori di Filiale
che accendono i ceri sperando in un budget che nessuno raggiunge
più. Responsabili commerciali sbandati che non sanno più come e
cosa vendere e a chi.
Direttori di ufficio
col fiato corto. Sportellisti esasperati. Portalettere alla
deriva. E’ questa la battaglia di retroguardia della CISL? Roba
da matti.
Abbiamo scritto
queste righe controvoglia e contro la nostra etica, perchè
anche in tempi di dissensi sindacali non bisogna perdere la
bussola. Ma questa volta era troppo!!!
Ricordate la favola
di Fedro quando la rana volle diventare come il bue?
Si gonfiò …. Si
gonfiò…. Si gonfiò e alla fine scoppiò.
Noi aspettiamo
pazienti il giudizio dei lavoratori.
Buona fortuna a
tutti.
Mario Petitto