MILANO FINANZA 28-4-07
Per fortuna c'e BancoPosta
POSTE - Il documento di separazione contabile del gruppo guidato da Sarmi rileva che i servizi di corrispondenza chiudono sempre in rosso.
Negli ultimi due anni, malgrado il ritorno all'utile, nel core business sono stati bruciati oltre 1,7 miliardi
NEL 2006 LA CIAMBELLA DEGLI AUMENTI TARIFFARI
di Andrea Ducci
Meno- male che nel 2000 Corrado Passera si e’ inventato il BancoPosta. Se non fosse per quel progetto avviato sotto la super-visione dell'attuale numero uno di Sanpaolo Intesa i conti del gruppo postale sarebbero ancora in profondo rosso.
Ne sa qualcosa il suo successore alla guida di Poste,Massimo Sarmi. Che nel tentativo di riparare alle magagne dell'attivitã tradizionale si affanna ad inventare linee di business e nuove attivita.
Basti pensare al servizio di telefonia mobile con Vodafone, annunciato in occasione dell'ultimo bilancio, cosi come -i nuovi servizi multicanale e i servizi integrati, ossia le sanatorie e la gestione delle multe per le pubbliche amministrazioni. Una moltitudine di attivita che continuano a stridere di fronte ai numeri degli ultimi bilanci, chiusi peraltro in nero (nel 2006 l’utile ha raggiunto 676 milioni di euro) grazie alle performance del BancoPosta, gestito fino a poche settimane fa dall'ex a.d. di Alitalia, Francesco Mengozzi.
Il problema vero di un'azienda, che continua a chiamarsi Poste Italiane, resta infatti il core business della corrispondenza.
Le cifre sono inesorabili e rivelano l'inefficienza dell'attivita’ tradizionale che tra il 2004 e il 2005 ha bruciato 1,7 miliardi di euro.
Nel documento di separazione contabile relativo al 2005, che Milano Finanza ha potuto visionare, le perdite nei servizi postali hanno sfiorato nel 2005 i 900 milioni di euro, un valore di poco inferiore all’anno precedente, quando il rosso ha toccato il miliardo.
In dettaglio, il documento rileva le difficolta di quasi tutte le famiglie di prodotto e attivita’.
La posta Ordinaria nel 2005 ha perso oltre 314 milioni di euro. Stesso discorso vale per la posta Prioritaria finita in rosso per 61 milioni.
Da manuale il rendiconto di Posta Target, che per fatturare 268 milioni ha dovuto sostenere costi per 485 milioni, per un totale di 242 milioni di perdite. Non a caso, chi conosce bene i conti della societa’ sottolinea che nel direct marketing Sarmi e’ costretto a fare dumping, adottando tariffe sottocosto per evitare una deriva ancor peggiore dei conti.
I bilanci in rosso di Poste proseguono anche nel servizio di Invio di giornali e periodici (-80 milioni di euro), stampa no profit (-75 milioni), pacchi (-96 milioni), contrassegni (-13 milioni). Una sfilza, insomma, di attivita non remunerative con l'aggravante di una clientela sempre piu’ delusa dai servizi.
Del resto, Vittorio Mincato paracadutato nel 2005 in Poste, dopo la brusca estromissione dall'Eni, con il mandato di privatizzare la societa’ si e’ guardato bene dal proferire una sola parola sulla questione.
Un'eventuale quotazione passerebbe per uno scorporo dei servizi postali da quelli finanziari. Ma Poste senza Bancoposta andrebbe a picco, anche alla luce della prossima liberalizzazione nel mercato postale attesa per il 2009.
Nel frattempo, anche l'ultimo esercizio ha confermato i soliti problemi. In un cosiddetto flash report, un do-cumento riservato ai top manager dell'azienda, il consuntivo 2006 evidenzia che i volumi di attivita’ sono in flessione.
A fronte di un budget previsto di 7,3 miliardi pezzi inviati il consuntivo ne segnala 6,8 miliardi (nel 2005 erano stati lavorati 6,9 miliardi di pezzi). I conti non sono peggiorati (i ricavi sono passati da 4,02 miliardi a 4,09 miliardi), ma solo grazie all’aumento tariffario, che ha eliminato la posta ordinaria rimpiazzandola con quella prioritaria. Una mossa che ha fatto crescere i ricavi di quasi 330 milioni di euro. Per il resto le altre attivita non hanno registrato crescite significative.
A puntellare i conti di Sarmi sono stati ancora una volta conti correnti e servizi finanziari.