Il curriculum non basta più, è tempo di career portfolio- domenica 6 settembre 2009
IL CURRICULUM NON BASTA
PIU', E' TEMPO DI CAREER PORTFOLIO
Presentare
in maniera creativa le proprie competenze, mettendo in evidenza le
potenzialità personali. Nato negli Stati Uniti e ora approdato anche in
Italia, il career portfolio è uno strumento in più per chi è alla ricerca di
un primo lavoro o per chi è passato da tanti part-time e non sa come fare
emergere le proprie capacità. Uno strumento utile anche per chi il lavoro lo
offre. Vittoria Nervi: “Consente alle imprese di selezionare le persone
giuste per valorizzare al meglio prodotti e servizi”
Il curriculum vitae? Troppo vecchio e poco dinamico, quando invece il mondo
corre e chi cerca lavoro ancor di più, costretto come è a inseguire il
miraggio di un posto fisso dimenandosi tra part-time e contratti a progetto.
Così, per trovare un lavoro che davvero risponda alle proprie esigenze e
capacità, ma anche per selezionare la persona giusta da inserire nell’area
strategica della propria azienda, l’elenco di titoli di studio, lavori e
lavoretti svolti, competenze linguistiche e abilità informatiche spesso si
rivela confuso, inadeguato, se non addirittura fuorviante: con curricula
tutti uguali o che sembrano “minestroni” di informazioni senza sapore, il
rischio che si corre è di ritrovarsi con un posto di lavoro (o un impiegato)
non all’altezza delle aspettative.
L’alternativa al tradizionale cv - o, meglio, una sua integrazione - viene
dagli Stati Uniti e lentamente si sta avvicinando all’Italia, passando dai
paesi emergenti dell’Asia. Si chiama “career portfolio” ed è un modo nuovo,
diretto e creativo per presentare le competenze acquisite e le esperienze
fatte, evidenziando quelle che sono le proprie qualità, dal sapere lavorare
in team all’abilità nel risolvere i problemi, dalla flessibilità alla
capacità di ascoltare e di relazionarsi con gli altri.
“Siamo in ritardo di dieci anni rispetto all’America - spiega la career
counselor Vittoria Nervi, alle spalle una lunga esperienza nella formazione
e nell’empowerment personale -. Lì i career portfolio sono multimediali e ci
sono portali specializzati da dove attingono le aziende che cercano
personale, qua siamo fermi al curriculum, un elenco di dati che da solo
serve a poco e non permette di distinguere, per esempio, un laureato in
economia da un altro”.
Un career portfolio pone infatti l’attenzione, attraverso una presentazione
cartacea o digitale, sulle potenzialità e i talenti che rendono unica una
persona. Un paio di esempi possono aiutare a capire: una trentenne che sia
stata, tra tanti part-time, pr di una discoteca e commessa in negozi di
moda, potrebbe sottolineare le competenze relazionali acquisite. O ancora,
un grafico che a tempo perso è anche pittore e autore di fumetti, nel
proprio portfolio potrebbe inserire le tavole o i quadri migliori, in modo
da evidenziare la sua creatività.
Consigli su come costruire il proprio profilo si trovano in rete: ma
attenzione, ogni career portfolio è una vetrina personale e copiare non
servirebbe a nulla per distinguersi. “Bisogna aver chiaro che cosa si vuole,
quali interessi si hanno, quali le competenze tecniche e relazionali che
possono essere più utili per il lavoro che si cerca - continua Vittoria
Nervi -. Chiedere agli altri può aiutare a costruire un’immagine di sé più
completa e interessante o a scoprire aspetti di cui non si era tenuto in
considerazione, come la capacità di lavorare in gruppo o di fare più cose
contemporaneamente e bene”.
Punti di forza del proprio carattere, traguardi raggiunti nello studio o in
precedenti esperienze lavorative in un career portfolio devono essere
supportati da esempi concreti o dalle referenze di professori, clienti e
colleghi. Utile anche inserire eventuali pubblicazioni, ricerche e anche gli
articoli che parlano di sé, usciti su riviste o sul web.
Ma il career portfolio non è solo uno strumento innovativo di
self-marketing: certo, nasce per valorizzare le capacità e potenzialità di
chi cerca lavoro, ma può essere molto utile per chi il lavoro lo offre e
vuole avere le idee più chiare su chi si ha davanti. “Questa potrebbe essere
la chiave del futuro, anche per uscire dalla crisi - conclude Vittoria Nervi
- Occorre però un cambio di mentalità, le aziende devono passare da una
selezione del personale che avviene per titoli a una che tenga davvero in
conto le competenze e le qualità personali. Solo così le imprese potranno
trovare le persone giuste per valorizzare i propri prodotti e servizi”.
fonte: miojob.repubblica.it
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