Il NUOVO EDITIALE DEL SEGRETARIO LEPORE- lunedì 7 marzo 2011
UN PENSIERO ANCORA ATTUALE ... MARCO BIAGI
EDITORIALE DEL SEGRETARIO PROVINCIALE A. LEPORE
Liberalizzare le regole del mercato del lavoro potenziandone flessibilità e sistemi di reinserimento, gli obiettivi del sindacato per favorire l’accesso al lavoro e renderlo più attivo si ricollegano al pensiero di Marco Biagi.
Il suo Libro Bianco non ha perso nulla della profonda carica innovativa e rimane la guida anche per chi come me è un appassionato giuslavorista. La traccia lasciata da Marco Biagi ai lavoratori e alle aziende non si è mai attenuata, ma è stata ripresa con maggior vigore dal Collegato lavoro che riforma nel modo da lui pensato molti istituti contrattuali.
Marco Biagi credeva in un rinnovamento culturale e nelle nuove generazioni, in un nuovo diritto delle risorse umane e nella valorizzazione della persona. Decisiva fu la riforma di quello che Marco Biagi giudicava il peggior mercato del lavoro d’Europa, in ragione dei bassi tassi di occupazione e della scarsa capacità di innovazione delle imprese, a fronte di una economia sommersa molto più che radicata in quanto capace di assorbire ben oltre il 20/25 per cento del PIL.
Il suo disegno riformatore delle condizioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro, era volto a incrementare drasticamente i tassi di occupazione regolare e, con essi, la dotazione di capitale umano del nostro Paese.
Eliminando forme di concorrenza sleale, basate sull’utilizzo improprio delle collaborazioni coordinate e continuative e sul sempre più massiccio ricorso al lavoro nero, Marco Biagi immaginava un mercato del lavoro non solo maturo, ma anche più giusto e inclusivo. Un mercato al tempo stesso più dinamico e competitivo perché funzionale alla produzione di nuova ricchezza e di maggiore benessere per tutti.
La maggiore flessibilità nei rapporti di lavoro secondo Marco Biagi porta con se l’estensione dei diritti.
Si tratta di riallineare le tutele, di adattarle alle nuove forme di lavoro atipico, di rendere sicuro e fluido l’intero mercato del lavoro. La sua volontà di snellire il modello di relazioni sindacali, a decentrarlo, avvicinandolo ai luoghi della produzione e ai loro risultati è più che mai attuale anche nel 2011.
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