FACCIAMO UN PO' DI CHIAREZZA- venerdì 8 luglio 2011
INTERNALIZZAZIONI ED ESTERNALIZZAZIONI DEI SERVIZI POSTALI:
FACCIAMO UN PO DI CHIAREZZA!
In questi giorni leggiamo sul sito web di SLC che Poste Italiane starebbe facendo “macelleria sociale” internalizzando servizi (recapito raccomandate, trasporto effetti postali ecc) fino ad oggi dati in appalto ad aziende private.
Al solo scopo di fare un po’ di chiarezza, soprattutto tra i lavoratori del settore, riteniamo necessario esprimere qualche nostra valutazione sull’argomento.
Ormai da anni Poste Italiane non è più una Pubblica Amministrazione ma una Società per Azioni chiamata ad operare - in un mercato completamente liberalizzato dal primo gennaio scorso - con criteri di economicità e con stretti vincoli di bilancio.
Poste Italiane, ormai ex monopolista, vive dunque secondo le logiche di un’azienda privata, dove se il lavoro c’è l’occupazione è stabile, oppure cresce, mentre se il lavoro cala (ed è la situazione di questi anni) cala anche l’occupazione (l’accordo Servizi Postali del luglio 2010 si colloca proprio in una logica di riorganizzazione aziendale a seguito del calo dei volumi e dei ricavi).
In questa situazione Poste Italiane – ma il discorso vale per qualunque azienda privata – compie autonome scelte di internalizzazione (come la recente cessazione dell’appalto con TNT) oppure di esternalizzazione (come l’affidamento del recapito dei quotidiani) secondo convenienze di carattere commerciale ed organizzativo, avendo attenzione ai costi ed ai ricavi.
Le altre aziende – più o meno grandi che siano - attive sul mercato dei servizi postali in Italia operano nella stessa autonoma logica di gestione diretta o indiretta dei propri servizi secondo principi di convenienza organizzativa e commerciale; potremmo fare molti esempi ma non ci sembra il caso di citare casi specifici.
Se questa è la situazione ci poniamo due domande.
In primo luogo perché denunciare la “macelleria sociale” di Poste quando questa Azienda opera secondo le logiche proprie di ogni azienda privata, comprese quelle che le fanno concorrenza?
E poi perché gridare allo scandalo se per effetto di scelte di internalizzazione cala l’occupazione nelle ditte appaltatrici e non dire assolutamente nulla se, per effetto di scelte di esternalizzazione, cala l’occupazione in Poste? Forse per qualcuno ci sono lavoratori di serie A (quelli delle aziende concorrenti) e di serie B (quelli di Poste)? I CMP drammaticamente vuoti di corrispondenza non sono un problema per qualcuno? I rumors di prossimi nuovi tagli al personale in Poste non sono un campanello di allarme per qualcuno?
L’occupazione, il lavoro, è un valore primario in una società, ma proprio per questo va tutelato sempre e non a giorni alterni. Noi dell’SLP – nel rispetto delle autonome scelte aziendali – cerchiamo di tutelare sempre l’occupazione, con negoziati e accordi (accordo SP in Poste, accordo TNT, accordi Defendini ecc), e non con denunce irreali e fuori luogo.
Invocare, come fa qualcuno, il Memorandum sottoscritto nel 2007 al Ministero delle Comunicazioni tra Poste ed aziende private è del tutto fuorviante: lo stesso valeva – ed era logico che fosse così – fino alla liberalizzazione del mercato (31.12.2010); dopo ogni azienda sarebbe stata libera di agire secondo le proprie autonome determinazioni.
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