CAMPOSCUOLA CISL: LEVICO TERME 2011.- venerdì 15 luglio 2011
CAMPOSCUOLA CISL: LEVICO TERME 2011.
Quest’anno ho avuto la fortuna di essere stata scelta dall’SLP-CISL di Foggia come rappresentante dell’associazione giovani per partecipare al campo scuola CISL tenutosi a Levico Terme.
Quando la Segreteria Provinciale mi ha chiesto se volessi partecipare a tale esperienza non ho esitato nel dare la mia più completa disponibilità e ricordo ancora il mix di emozioni provate in quel momento, le stesse che ho portato poi con me e hanno caratterizzato la mia permanenza a Levico Terme: curiosità, emotività, contentezza, paura. Cosa mi aspettava?!
Essendo profana del mondo sindacale, mi sentivo molto inesperta, quasi inadeguata, ma pronta a metterci tutto l’impegno necessario per far si che da quell’esperienza tornassi a casa ricca di quel quid necessario da mettere poi in pratica nella vita di tutti i giorni e nel mio lavoro quotidiano.
E così è stato. Non mi sono risparmiata, mi sono emozionata, sentita viva e partecipe, parte integrante di una grande famiglia: la CISL.
Se dovessi scegliere una parola per descrivere tale camposcuola sarebbe: entusiasmante!
Quando sono arrivata in quella splendida cornice trentina e nella fattispecie nell’hotel in cui si sarebbe svolto il camposcuola, ossia l’Imperial, mi guardavo intorno spaesata, cercando visi complici, quei volti che mi hanno accompagnata per tutta la durata del camposcuola, a cui poi ho dato un nome, una personalità e un cuore.
Dopo il timore iniziale la socializzazione è stata semplice, non mi spaventava quell’aspetto! Da subito mi sono integrata e ho capito che quello che stavo per vivere sarebbe rimasto per sempre scalfito nel mio cuore, come le persone conosciute.
I giorni erano un susseguirsi di lavori di gruppo, plenarie, coffe -break, confronti, socializzazione, integrazione, motivazione. Insomma un insieme di momenti condivisi che avevano un unico grande obiettivo: l’UNIONE!
All’interno del lavoro di gruppo, all’iniziale tensione dovuta al timore di non essere all’altezza della situazione e di avere poche cose da dire, se non nulla, ha preso posto una gran voglia di sapere, di parlare, di interagire, perché nel gruppo non c’erano guru o saputelli, ma ragazzi come me, giovani in cerca di risposte, con la convinzione che si può andare “oltre la crisi” se c’è impegno e collaborazione, se ci si mette il cuore e si è pronti a rischiare, se si crede in quello che si fa e si mette passione. Giovani come me, che lottano per mantenere il proprio posto di lavoro e chi un lavoro non ce l’ha si impegna per conoscere, imparare, crescere e per creare le basi per realizzare ciò in cui credono.
Con l’aiuto di un formatore di nome Emanuele Chiarotti, che approfitto per ringraziare, molto preparato, appassionato e trascinatore, all’interno del gruppo abbiamo disquisito di tematiche attuali e di non semplice argomentazione, abbiamo svolto delle bellissime attività che ci hanno arricchito e visti impegnati e interessati, mai in competizione, anzi, e mai sottoposti a giudizio. Si poteva sbagliare, quasi si doveva, perché il gruppo era un luogo di apprendimento attraverso il confronto e la condivisione.
In plenaria le emozioni vissute si moltiplicavano, perché la visone di più di 100 giovani provenienti da tutta Italia insieme a ragazzi immigrati uniti in quell’aula a condividere momenti di crescita e apprendimento, a cercare soluzioni e proporre idee era di un impatto incredibile! Noi tutti eravamo consapevoli di voler far parte della Cisl, la sentivamo nostra ed eravamo stimolati nel conoscerne le dinamiche interne e pronti a sostenerne i progetti.
Abbiamo capito che la frase “LA CISL UNISCE” non era solo uno slogan, ma una realtà. Io ho avuto la personale esperienza che lo fa davvero, senza risparmiarsi e questo è quello che mi ha insegnato e che sosterrò nella mia vita di tutti i giorni: unire coetanei e non, colleghi e non, a questa grande famiglia, renderli partecipi di questa realtà sindacale che è al servizio delle persone e con le persone, perché la Cisl da valore a chi crede in lei.
La chiusura del camposcuola è stata, ovviamente, un momento di particolare commozione, un ricordo che ti porti dentro e che non dimenticherai mai.
Lidia Cocco
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