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VERTENZA NAZIONALE - mercoledì 26 settembre 2012

Le scriventi Segreterie Provinciali comunicano che son in atto azioni di lotta in ambito nazionale nel settore postale che si sostanzieranno dal 14 settembre al 13 ottobre 2012 con il rifiuto da parte degli addetti del recapito e del personale degli uffici postali di qualsiasi forma di lavoro aggiuntivo/straordinario e si concretizzeranno con lo sciopero generale del giorno 12 ottobre che vedrà sfilare per le vie di Roma migliaia e migliaia di lavoratori postali per porre all’attenzione dell’intero Paese il dossier Poste.
Quello che sta accadendo nella più grande azienda di servizi italiana è emblematico del disagio, del senso di generale ingiustizia che oggi imperversa in maniera trasversale all’interno della nostra società. Messi in discussione oltre quindici anni di duro processo di risanamento, di riorganizzazioni continue che hanno visto i nostri organici scendere dalle oltre 200.000 unità iniziali alle attuali 139.000 (in provincia di Foggia da 1800 a circa 1150) nel silenzio assordante di tutti, anni in cui i lavoratori postali hanno visto raddoppiarsi e triplicarsi i propri carichi di lavoro, sposato dinamiche di nuova professionalità, messo a disposizione il proprio background culturale, di conoscenze tecniche e nuove competenze, quelle che servono a reggere le sfide sempre più pressanti di un mercato aperto e competitivo, raccolto sfide sino a qualche tempo fa impensabili.
Cosa accade oggi in Poste Italiane: un management che con fare sempre più arrogante conduce un’azione gestionale unilaterale, dispotica, fortemente verticistica che annienta e dispone su tutto, esautorando totalmente il momento decisionale periferico, azzerando quelle famose deleghe al territorio, assolutamente necessarie per una realtà imprenditoriale a così forte radicamento sociale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il recapito allo sbando più completo con una qualità del servizio che ha raggiunto livelli bassissimi, persi in pochi anni molteplici rapporti commerciali con grandi clienti, gare d’appalto importanti snobbate, a cui Poste evita persino di parteciparvi, dismissioni di grandi impianti (ultimi in ordine di tempo i Centri di Meccanizzazione Postali di Pisa e Novara) e tagli consistenti di zone di recapito (10.000 nel paese e circa 50 in capitanata). Nessun prodotto nuovo, nessuna aggressione vera del mercato, nessuna visione alternativa rispetto a alla crisi mondiale degli invii postali tradizionali accertata da tempo, a fronte dell’avanzare dell’esigenza di un’integrazione tra logistica, corriere espresso, recapito che consenta di esplorare nuovi mondi, come ad esempio quello dei pacchi, considerato il prosperare dell’e-commerce ovunque.
Sull’altro versante, quello degli Uffici Postali e dei servizi finanziari, i problemi non mancano, a partire dalla nuova piattaforma informatica di gestione degli stessi uffici postali, individuata con l’acronimo SDP, costata fior di milioni di euro alla multinazionale IBM, che ha mostrato sin dagli inizi del suo funzionamento tutti i sui limiti operativi. I blocchi non si contano più, le disfunzioni e criticità tante, con le relative ricadute che penalizzano solo ed esclusivamente operatori e clientela: ammanchi, disallineamenti contabili, protrazioni orarie nei casi di blocco, scene panico e atti di giusta intolleranza della clientela, soprattutto nei giorni di pagamento delle pensioni, non si contano più. Anche qui vige la logica dei tagli e delle dismissioni: 1100 uffici periferici, per loro non redditivi, da chiudere entro l’anno, di cui oltre 40 in Puglia (3 in provincia di Foggia), altri 650 da rivedere e riorganizzare in termini di orari e aperture, chiaramente sempre in modo unilaterale(2 in provincia di Foggia).
E’ oramai giunto il momento di dire basta a questo autentico scempio!!!!! Porremo all’attenzione del territorio il dossier Poste, contro un management ossessionato solo dalla necessità di impoverire mezzi, strutture, impianti, oramai abituato a scandire i tempi del cambiamento, quello degli altri, senza mai occuparsi del proprio. Tutto si taglia in Poste, ad eccezione dei loro milionari salari. E’ una vergogna !!!!!
Riteniamo che la posta in gioco sia chiara a tutti: se questa riorganizzazione del recapito e questi tagli di uffici postali passeranno, con quei ridimensionamenti così drastici, in maniera così dispotica e unilaterale, Poste italiane cambierà volto, fisionomia e faranno dei lavoratori e delle esigenze della clientela quello che vorranno, soprattutto trasformeranno i lavoratori in pura merce da macero. Cambierà tutto in Poste Italiane: se un servizio, in un qualsiasi posto e luogo del Paese sarà redditivo continuerà ad essere erogato, in caso contrario ogni struttura verrà smantellata. Ricordiamo a questi manager che Poste Italiane è ancora patrimonio del Paese, un’Azienda pubblica che vive del proprio lavoro ma anche di soldi pubblici, e che il fatto di recapitare posta ovunque e consentire al pensionato di riscuotere la sua pensione e depositare i propri risparmi su un libretto anche nelle località più periferiche della Penisola è diritto di cittadinanza, è un obbligo per un’Impresa ancora oggi concessionaria di un servizio universale, un diritto e obbligo che nessuno può arrogarsi il diritto di annientare. Tutto questo a fronte di un bilancio attivo consolidato, anno 2011, di quasi un miliardo di euro, ostentato dall’Amministratore Delegato.
Inoltre: le dichiarazioni di agosto di importanti rappresentanti del Governo sullo scorporo, ovvero sulla separazione tra Servizi Postali e Servizi Finanziari al fine della istituzione in questo nostro Paese di una nuova banca, di cui ancora oggi non ne comprendiamo ragione e necessità, costituisce una ulteriore minaccia sul futuro di Poste, le cui conseguenze sarebbero catastrofiche: il recapito da sé e con proprie risorse si avvierebbe verso un veloce declino e la nuova banca, che si andrebbe a costituire dalle ceneri del bancoposta, si trasformerebbe in una facile preda di competitors agguerriti e già in possesso di una autentica cultura bancaria che Poste ancora non possiede. Sarebbe, in sostanza, un autentico disastro.
Coinvolgeremo la Politica, i Sindaci, le Associazioni dei Consumatori, Mass-Media, la collettività tutta sulle motivazioni evidenziate e sulle conseguenti ricadute ricadute sul territorio, sui cittadini e sulla qualità del servizio.
Pertanto le Segreterie Provinciali di Foggia SLC-CGIL, SLP-CISL e FAILP-CISAL convocano una conferenza stampa il 27 settembre 2012 alle ore 10.00 presso la sala riunioni della CISL in via Trento n. 48

Foggia 24 settembre 2012

Le Segreterie Provinciali
SLC CGIL SLP CISL FAILP CISAL

Documenti allegati:
LETTERA PREFETTO
COMUNICATO STAMPA SCIOPERO





 
 
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