LA
PROTESTA ALLA SAPIENZA:
COMMEDIA DELL’ASSURDO E DEI PREGIUDIZI
Siamo
amareggiati nel commentare quanto accaduto nei giorni scorsi, quando
l’intolleranza di una minoranza di accademici e di studenti
dell’Università La Sapienza in Roma, ma che ha fatto molto rumore,
ha, di fatto, impedito a Papa Benedetto XVI di partecipare
alla cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico.
Un fatto
gravissimo. Una vergogna per la comunità scientifica e per
l'Università La Sapienza, impedire ai tanti che ahimè sono rimasti
in silenzio e che avrebbero voluto poter udire la voce di un
intellettuale di fama mondiale qual è Joseph Ratzinger.
67 docenti
dell'università che firmano una lettera di protesta contro la
decisione di invitare il Papa ad un'occasione così importante per
l'università, spiegando di non volere “Ratzinger nel tempio della
conoscenza, poiché secondo loro la Chiesa è ancora troppo lontana
dalla scienza e quindi non dovrebbe entrare in un luogo di scienza,
com'è l'università romana chiedendo infine l’annullamento in nome
della laicità della scienza, rappresentano un'uscita vergognosa
che sicuramente non fa onore ad un'università grande, importante
come la Sapienza. Per alzare la voce sono stati sistemati perfino, banchetti fuori della
facoltà di Fisica per pranzi sociali, durante i quali
sono stati esaltati toni del tipo “ il sapere non ha bisogno né di
padri né di preti”.
Nell’esprimere. con questa mia riflessione, a nome dei lavoratori e
lavoratrici della SLP-CISL di Capitanata un sentimento di profonda
solidarietà nei confronti di sua Santità Papa Benedetto XVI, appare
essenziale riconoscere che Benedetto XVI è un grande sostenitore
della scienza". È la motivazione con cui, nella riunione del 16
gennaio, a Ginevra (Svizzera), la Federazione mondiale degli
scienziati - cui aderiscono 10mila scienziati di 115 nazioni, tra
cui molti premi Nobel, ha deciso di invitare il Papa a Erice, a
maggio.
D’altronde è
possibile ricordare che una circostanziata riabilitazione di Galilei
fu il risultato di un’indagine chiesta da Giovanni Paolo II alla
Pontificia accademia delle scienze e protrattasi fino al 1992,
dunque in piena coincidenza con la guida della Congregazione per la
dottrina della fede da parte dell’allora cardinale Ratzinger. Il
quale, parlando il 15 febbraio 1990 proprio alla Sapienza, difese
Galileo Galilei dallo scetticismo che aveva cominciato a circondarlo
da qualche decennio dentro la cultura "agnostica", con particolare
riferimento al filosofo della scienza Feyerabend, il quale aveva
addirittura definito il processo della Chiesa a Galileo Galilei
"ragionevole e giusto”.
Ricordiamo ancora
le parole
di uno dei più grandi scienziati italiani e non solo:
Antonino Zichichi, il quale diceva che “L'ateismo
è una costruzione logica contraddittoria. Essa, infatti, parte dalla
negazione del Trascendente e affida tutta la sua credibilità al
rigore logico nell'Immanente. Questo rigore logico nell'Immanente
vuol dire Matematica e Scienza. Nè l'una nè l'altra riescono a
dimostrare che Dio non esiste. L'ateo afferma di non poter credere
in Dio per rigore logico. D'altronde l'ateo conosce un solo tipo di
rigore logico: quello che opera nell'Immanente. Ma il rigore logico
nell'Immanente non riesce a dimostrare che Dio non esiste. Ecco
l'antinomia dell'ateismo”
Bene ha fatto
il Segretario Generale BONANNI a ricordare in un messaggio inviato
al Papa che “la CISL è un baluardo con l’intolleranza e la
restaurazione dei vecchi steccati” ricordando altresì che la nostra
“è una grande organizzazione laica, aconfessionale, pluralista le
cui fondamenta sono nella sua ispirazione ai valori cristiani e alla
dottrina sociale della Chiesa”
Laicità quindi
significa libero confronto delle idee. La scienza è meritocratica,
riconosce il diritto di parola a chi ha dei meriti intellettuali.
Benedetto XVI è un grande teologo, apprezzato in tutto il mondo. Chi
sono questi cattedratici? Si nascondono dietro lo scudo della
laicità, mentre sono i nemici della laicità. Conservatori
oscurantisti, che hanno dato prova di arroganza intellettuale,
violenza culturale e oltranzismo della ragione.
Tra
l’altro Leggendo il discorso del Papa, che si allega qui di
seguito, riscontro che avrebbe fatto un discorso da Papa, da
teologo e da filosofo, non da leader politico né di propaganda
religiosa. Un discorso di straordinaria attualità e di altissimo
livello intellettuale.
Un'occasione mancata quindi per La
Sapienza. È un invito a riflettere sulla ragione e sulla necessità
di formare i giovani ad una ragione aperta, nel nostro
Paese, ritrovando il valore della verità e della ricerca fine a se
stessa, nelle università.
Antonio
Lepore