Nuovi sfidanti per le poste liberalizzate
MASSIMILIANO DI PACE
E’ una torta da oltre 7 miliardi di euro l’anno quella dei servizi postali in Italia. Una torta che sarà a completa disposizione nel 2009, visto che il vento delle liberalizzazioni targate Bruxelles ha ormai investito quello che era forse l’ultimo baluardo dei monopoli: le poste.
Il mercato dei servizi postali si articola in due grandi aree: da una parte la classica corrispondenza, che comprende le comunicazioni pubblicitarie, che vale circa 4 miliardi di euro, e dall’altra parte i pacchi e le spedizioni espresse, che generano 3 miliardi di fatturato l’anno.
Mentre sul fronte dei pacchi la liberalizzazione era già completa a metà degli anni ’90, il mercato della corrispondenza ha cominciato ad essere liberalizzato solo a partire dal 2000, con il recepimento della direttiva Ue che ha fissato le regole di liberalizzazione della fornitura dei servizi postali, compreso quello universale.
Si è detto "cominciato", perché all’inizio la liberalizzazione ha riguardato solo la spedizione di plichi superiori a 350 grammi. Nel 2003 il limite è stato portato ai 100 grammi, e poi ulteriormente ridotto a 50 grammi nel 2006. Nel gennaio 2009 dovrebbe terminare il monopolio delle Poste Italiane anche nel settore dei plichi inferiori a 50 grammi.
Resta ancora aperta la questione del servizio universale, che sarà gestito ancora per diversi anni dalle Poste italiane, ma che in futuro potrebbe essere messo a gara. Vi è poi il problema degli oneri di questo servizio, che sono a carico del bilancio pubblico, ma la cui quantificazione è già oggi motivo di confronto tra Poste italiane e autorità pubbliche.
Nel frattempo gli operatori privati affilano le armi. Inutile dire che l’interesse è sulla parte ricca del mercato, ossia il segmento business, che riguarda imprese e pubbliche amministrazioni, come conferma Giuseppe Pantano, presidente di Uniposta, una società creata a fine 2006, con un capitale di 10 milioni di euro, da soci già operanti nei servizi e nella stampa: "L’80 per cento del mercato della corrispondenza proviene da soli 4mila clienti, e sono questi il nostro target, a cui contiamo di fare offerte personalizzate, che possono prevedere sconti fino al 50% delle tariffe ufficiali di Poste italiane". Il manager di Uniposta, che è stato responsabile delle divisione "corrispondenza" di Poste italiane fino al 2005, conta di attivare una specifica strategia per risultare competitivi: "concentrandoci su pochi grandi clienti, possiamo prelevare le lettere direttamente alla fonte, saltando così la fase di raccolta e smistamento, mentre per la consegna puntiamo sulla flessibilità dei nostri postini, che invece di concentrarsi quotidianamente sulla stessa area, possono coprire le diverse zone richieste. D’altro canto, in molti casi, come estratti conto, bollette, comunicazioni, non è necessario che la lettera arrivi il prima possibile".
Per il momento la società sta iniziando ad operare nel recapito lettere e pacchi, e punta a crescere sia con acquisizioni, come il recente acquisto di Effesse di Torino (9 milioni di euro di fatturato nel 2006), sia creando società ad hoc per grandi clienti, basate sull’autoprestazione dei recapiti, che consente di superare il monopolio delle Poste (ancora operante) per le lettere sotto i 50 grammi.