IL SINDACATO
UNA CASTA.......NO GRAZIE!!!!
Ormai
è cominciato anche l'attacco ai sindacati. Siamo tutti convinti
che così facendo, si corre il rischio di alimentare una
disaffezione nei confronti delle istituzioni, che finisce poi
con il colpire le grandi organizzazioni popolari e di far venir
meno quel collante indispensabile per la democrazia, cioè il
tessuto delle rappresentanze, che dovrebbe garantire una visione
complessiva dei problemi del paese.
L'operazione politico/giornalistica è stata costruita mettendo
insieme due cose: la vicenda Alitalia e un libro dal titolo
"L'altra casta". Nel libro di Stefano Livadiotti si sostiene che
il sindacato sarebbe in crisi di popolarità, in quanto non più
capace di farsi carico degli interessi generali del Paese. La
fuga di Air France dal tavolo per l'Alitalia sarebbe, secondo
l'articolo, la dimostrazione di questa tesi.
Nella vicenda Alitalia il sindacato non ha fatto altro
che difendere il proprio ruolo negoziale. Il sindacato deve
mediare, deve fare una trattativa, per poi arrivare a una
mediazione. Tra l'altro sottolineo come la posizione sindacale,
a differenza di precedenti occasioni, stavolta sia sostenuta da
tutte le sigle sindacali, anche quelle all'inizio più favorevoli
ad Air France. Questo vorrà pur dire qualcosa. Le proteste di
alcuni lavoratori? E' troppo facile, per chi è sicuro di
rimanere in azienda, inscenare scioperi della fame a sostegno
del nuovo acquirente. Abbiamo avuto la sensazione è che si sia
cercato di montare un caso.
Insomma,
c'è il sospetto che la vicenda Alitalia sia presa a pretesto per
attaccare il ruolo stesso del sindacato, in un momento in cui
sono in discussione questioni fondamentali come la riforma del
modello contrattuale.
Non mi pare che il sindacato italiano possa essere
accusato di scarsa disponibilità al cambiamento. Semmai il
problema sta nella rappresentanza della parte imprenditoriale:
non c'è nessuna volontà da parte loro di innovare realmente.
Probabilmente a qualcuno non piace che ci sia ancora chi insista
nella difesa, almeno in parte, del ruolo solidaristico del
contratto nazionale.
Forse c'è qualcuno che spera di condizionarci. Ma
sbaglia. Sulla riforma del modello contrattuale e delle regole
sulla rappresentanza il sindacato è in grado di fare in piena
autonomia le proprie scelte, così’ come le ha fatte. Il
sindacato la trattativa la conduce e fa l'accordo se ci sono le
condizioni. Se le condizioni non ci sono, il sindacato l'accordo
non lo fa. ed ancora: noi slegati dalla base? Abbiamo portato
più di 5 milioni di lavoratori al voto sul referendum sul
welfare. Ricordo che il tesseramento 2007 della CISL si è chiuso
con un record di iscritti. Lavoratori che ogni mese decidono se
continuare a dare consenso o meno.
Il tentativo di assestare un colpo ai
corpi intermedi è periodico, non è la prima volta che avviene.
C'è chi pensa che la vita democratica si possa meglio
riorganizzare semplificando il sistema. Sono gli stessi che
ritengono la concertazione un orpello, un di più, e non la
pratica normale di una società democratica. In questo senso si
registra una singolare convergenza tra la sinistra estrema, che
la concertazione la vede con sospetto in quanto fine del
conflitto, e l'estrema destra economica, che invece la vede come
freno alle scelte.
Dicevamo che il sindacato deve mediare per fare accordi. Il
nostro obiettivo è fare accordi. Non in nome del Paese o di
altro, ma in nome di persone in carne e ossa, ma qualcuno fa
finta di dimenticarlo. Questi possono essere buoni o
meno buoni. In effetti non esiste un buon accordo oggettivo in
quanto sta tutto nella sua percezione. È un buon accordo se
viene accolto bene dai lavoratori..
Comunque il mestiere dei sindacati è quello di trattare, non è
quello di perdere tempo, né quello di negoziare solo per
negoziare. E ancora i sindacalisti, a differenza di quanto
avviene adesso con i parlamentari, non sono eletti con i voti di
lista bloccati. Sono scelti dalla base e rispondono di quello
che fanno, il grande consenso che hanno tra i lavoratori indica
che non siamo privilegiati!!!!!.........e poi macché
privilegiati........ bassi compensi, famiglia numerosa e
monoreddito, tutela dei deboli come priorità: è questo
l'identikit del sindacalista.............
E poi ha ragione Bonanni quando dice che “C'è
chi ha scritto che ci sono 700mila persone che operano nei
sindacati: magari fosse vero! Magari ci fosse questo 'esercito'
che, gratuitamente, si occupa dei problemi degli altri.
La realtà è che coloro che si occupano dei lavoratori sono
molto meno e sono quotidianamente denigrati da parte dei centri
di potere, che hanno interesse ad avere un sindacato più
debole".
Antonio
Lepore