BONANNI SULLA CRISI E SUL FISCO- venerdì 8 gennaio 2010
Fare del 2010 l'anno della riforma fiscale, subito un bonus per le famiglie disagiate.
"Il 2010 potrebbe essere l'anno dell'attesa riforma fiscale ma gia'
da subito si potrebbe varare un bonus per sostenere le famiglie colpite dalla
crisi". Lo ha detto Raffaele Bonanni, intervenuto a 'Il fatto del giorno' su
Raidue, ribadendo quanto sottolineato più volte nei giorni scorsi circa gli
aiuti alle famiglie più bisognose e sollecitando anche interventi fiscali a
sostegno dei redditi di lavoratori dipendenti e pensionati. "Vogliamo un
fortissimo sostegno alle famiglie, - ha detto - non bastano 500 euro a favore
dei figli, inabili e delle mamme lavoratrici. La nostra opinione è che bisogna
rivedere tutti gli aiuti che ci sono, ricondizionarli e rafforzarli. Cinquecento
euro sono pochi".
E alla luce dei dati che attestano una inflazione nel 2009 ai minimi degli
ultimi 50 anni con un +0,8%, il Segretario generale della Cisl ha ricordato come
questo sia "un segnale di depressione dell'economia" e come, "in realtà non
utilizzando fino in fondo questo momento di crisi per aggiustare quello che non
va, si rischi alla ripresa economica di avere un contraccolpo potentissimo che
metterà in ginocchio famiglie e imprese. La bassa inflazione - ha insistito
Bonanni - deve essere colta come un'occasione per aggiustare cio' che non
funziona, per le famiglie e le imprese, specie nei settori dell'energia e delle
infrastrutture e lavorare su questo significa prepararci al dopo-crisi. Ma la
classe dirigente non sta usando questo tempo per ridurre i costi, per rendere
piu' efficiente il settore produttivo. L'abbassamento del costo del petrolio, ad
esempio, deve spingere ad approvvigionarci di altre fonti di energia, per
affrontare al meglio la ripresa economica".
Tornando alla possibilità che il 2010 possa essere l'anno della riforma fiscale
Bonanni ha detto: "Ho speranza perchè ho sentito il presidente Napolitano nel
suo discorso di fine anno, porre l'accento su alcune questioni sociali, in
particolare sul tema del fisco e del reddito dei meno abbienti, e soprattutto
insistere nel dire che dobbiamo andare tutti d'accordo, maggioranza e
opposizione e parti sociali perchè il paese è in difficoltà. E quando si è in
difficoltà bisogna collaborare. Le parole del presidente - ha detto il
Segretario generale della Cisl - mi confortano e mi danno speranza".
Già nei giorni scorsi Bonanni, nel sottolineare la necessità di un patto tra
governo, opposizione e parti sociali, aveva detto: "Spero che le forze politiche
siano meno litigiose e responsabili come lo sono stati sindacato e imprese in
questi mesi difficili. Il patto - aveva spiegato Bonanni - dovra' incentrarsi in
prima battuta sulla riforma fiscale. Ma deve essere inteso come mezzo per agire
anche sui tanti fronti aperti che la crisi ha messo in luce. A partire dai
livelli di salari e pensioni. E' pertanto necessario che il governo discuta con
le parti sociali ma anche con l'opposizione, perche' la riforma delle riforme,
cioe' quella fiscale, deve avere tutti quanti concordi".
"Serve una profonda riforma del sistema - ha ribadito Bonanni - con la rimozione
della legge Vanoni che appartiene a un'altra epoca, una legge che nella
trasformazione dell'Italia e degli italiani oramai e' iniqua, ingiusta,
inefficiente". E la Cisl , che si è già mobilitata per un fisco più equo con la
manifestazione del 27 novembre scorso in tutte le piazze del Paese, "è ancora
mpegnata a spiegare ai cittadini le ingiustizie che ci sono e le sperequazioni,
le ruberie per far crescere lo sdegno per creare l'energia necessaria per fare
le grandi riforme. Le riforme istituzionali - ha poi precisato - sono certo
importanti ma non c'e' riforma piu' importante e, secondo me anche a carattere
istituzionale, come quella del fisco, perche' - ha proseguito il Segretario
della Cisl - e' la questione piu' delicata ed essenziale che regola i rapporti
tra stato e cittadino, rapporto che e' saltato a fronte di una legge ingiusta in
un'Italia ormai cambiata".
"Occorre tagliare le aliquote e quello che verrebbe a mancare in termini di
introiti bisogna andarlo a prendere dai consumi medio alti. Poi vorremmo
semplificare - ha tenuto a ribadire - tutte le normative, soprattutto quelle
della famiglia, che in questo momento di crisi si e' rivelata il piu' grande ed
efficace ammortizzatore sociale".
Quanto ai pensionati Bonanni chiede di legare le pensioni al costo della vita:
"I governi, tutti i governi degli ultimi 15 anni, hanno tradito i pensionati,
soprattutto quelli con i redditi piu' bassi. Un tradimento pesante e
ingiustificabile a fronte di "un atto di responsabilita'" da parte dei
sindacati. Le pensioni di base - ha detto - sono state troppo esposte al vortice
dei prezzi dell'ultimo decennio con l'euro e poi non hanno avuto mai fino in
fondo una restituzione che fino agli inizi degli anni '90 c'era completamente
quando le pensioni erano legate ai salari. Ma poi - ha aggiunto - i governi,
tutti i governi non hanno mai voluto adeguare le pensioni all'aumento medio
della vita. Per le pensioni alte - ha poi proseguito - c'e' irritazione ma la
situazione alla fine e' gestibile. Per le pensioni basse invece la situazione e'
davvero drammatica soprattutto per quelle persone senza famiglia o che vivono
nelle grandi citta' dove il costo della vita e' piu' alto. La Cisl da anni
protesta per questo motivo e conduce una battaglia in questa direzione. La
stiamo conducendo da tempo nella disattenzione generale, l'ultima protesta c'e'
stata proprio a giugno quando i pensionati del sindacato sono scesi in piazza
del Popolo a Roma".
Infine, in merito alla Fiat, dopo la richiesta di un incontro sollecitata dai
sindacati delle tute blu, nella lettera inviata alla presidenza del Consiglio e
al ministro Scajola, Bonanni ha osservato: "Siamo stretti dall'indifferenza e
dalla mancanza di chiarezza della Fiat su Termini Imerese e anche dalla
demagogia di alcuni settori sindacali. Il sito produttivo di Termini Imerese -
ha pertanto ribadito - non deve essere dismesso, deve continuare trasformando
anche le produzioni se necessario. Ma una cosa e' certa, lo stabilimento deve
continuare a usare quelle professionalita' e a mantenere quell'economia.
L'incontro - ha poi concluso - deve essere fatto presto con il governo: vogliamo
la garanzie che ai sostegni che lo Stato da' al Lingotto corrisponda la non
perdita di alcun posto di lavoro".
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