Mentre siamo da tempo impegnati
con Poste Italiane in una difficile trattativa sulla riorganizzazione dei
Servizi Postali e del recapito per tentare di arginare l’emorragia dei
volumi postali e ridare un minimo di qualità oggi inesistente, scoppia il
problema anche degli sportelli postali.
Da più Regioni d’Italia si
diffonde la protesta per le file estenuanti all’interno degli uffici postali
che in alcune città come Roma, Napoli, Palermo, Catania provocano circa
un’ora di attesa per una semplice operazione di sportello.
Dall’inizio dell’anno circa 1.500
sportellisti sono andati in pensione senza che l’Azienda provvedesse alla
loro sostituzione, lasciando i territori allo sbando.
Ormai sembra evidente come
l’unico obiettivo dell’attuale Management di Poste sia il taglio dei costi e
quindi del personale, rimanendo insensibile alla contrazione dei volumi e
alla qualità dei servizi, percepita dai cittadini in termini di forte
negatività.
I servizi finanziari sono il
polmone di Poste Italiane e assicurano con risultati brillanti la
sopravvivenza finanziaria dell’Azienda. Ci viene difficile quindi capire la
strategia dell’Amministratore Delegato Ing. Sarmi che anziché sostenere e
rafforzare gli uffici e gli sportelli di Poste Italiane tende a
depotenziarli, immaginando di affidare a soggetti esterni, quali i
tabaccai, l’erogazione e la vendita dei servizi postali provocando il
deserto all’interno degli uffici di Poste.
La Cisl Poste contrasterà con
forza queste politiche ambigue di cui ci sfugge la ratio e non consentirà
che le Poste vengano spolpate nell’indifferenza generale.
Per questo proporremo nei
prossimi giorni una riflessione comune agli altri Sindacati di categoria per
intraprendere un’azione unitaria che impedisca il depauperamento del settore
redditizio dell’Azienda, mentre dall’altra parte si chiedono 10 mila tagli
nel settore postale e del recapito.