Poste Italiane: le due verità
Mentre l’Azienda
chiude il Bilancio 2009 in positivo, il Sindacato denuncia i problemi di un
gigante sempre più con i piedi d’argilla. Se da un lato la forte spinta
all’innovazione tecnologica ha portato l’Azienda al quinto posto nel mondo,
dall’altro si è aggravata la crisi dei servizi base, con la prospettiva di
pesanti tagli al personale. Mario Petitto: “tacere su tali contraddizioni
potrebbe uccidere Poste Italiane!”.
Poste Italiane è più che in
salute. Con un utile di oltre 900 milioni di euro e una scalata alle classifiche
internazionali tra le aziende del settore postale: è questo il biglietto da
visita dorato che Poste presenta insieme al bilancio 2009. Risultati
eccezionali, migliori performance rispetto al 2008, dati che, come afferma Mario
Petitto, il Segretario Generale di Slp Cisl, “non possono che rallegrarci, come
Organizzazione Sindacale e come rappresentanti dei lavoratori”. Perché il
risultato non è solo frutto di strategie d’impresa, aperture a nuovi servizi,
innovazione. È anche e soprattutto il frutto del lavoro di un intero popolo, che
ogni mattina si rimbocca le maniche, per strada, negli uffici, in tutti gli
impianti, per far quadrare i conti di un’Azienda che serve tutto il Paese.
Ma il risultato sorprende: le domande si moltiplicano, le verità anche. Poste è
florida o è in difficoltà? Perché, per sanare un settore che tutti sappiamo
essere in crisi, come quello del servizio postale tradizionale, l’unica
prospettiva è un drastica riduzione di circa il 6-7% del personale?
Qual è il motivo di tutte le difficoltà degli uffici postali, della carenza di
qualità nel servizio al cittadino, delle “zone grigie” – lasciate senza recapito
- sul territorio, dello svuotamento degli uffici nel Mercato Privati? Perché gli
straordinari non vengono pagati ai nostri lavoratori in missione, mentre gli
immobili vengono messi in vendita e i mezzi di trasporto non vengono riparati?
Meritano risposte i lavoratori e chi da tempo si confronta con l’Azienda, con
serietà, onestà e impegno, per ridiscutere le scelte impegnative per la
riorganizzazione del mercato postale.
Vi sono due verità, due facce della stessa Azienda che non possono più
coesistere. C’è il brillante volto rivolto all’esterno, che pone Poste Italiane
addirittura come la quinta azienda È l’ora che l’Ing. Sarmi ci dica perché, a
fronte di un bilancio tanto solido, si debbano tagliare 8-10mila posti di lavoro
in un momento di grave crisi occupazionale
nel nostro Paese” postale al mondo (secondo la classifica della rivista di
business globale «Fortune»), davanti alla francese La Poste e al gigante
americano USPS (United States Postal Service), e c’è il più rovinato volto che
tutti vedono dall’interno, che evidenzia solchi profondi, sacrifici continui,
difficoltà estese. “Noi riteniamo – prosegue Petitto – che sia venuto il momento
di conciliare questa doppia verità: per questo abbiamo ritenuto necessario
bloccare la trattativa sulla riorganizzazione del settore postale, che da cinque
mesi ci vedeva impegnati, disposti a “sporcarci le mani”, a condividere
responsabilità e ad agire senza furbizie”.
È questa la posizione di tutta la compagine sindacale, che ha firmato un
comunicato unitario il giorno stesso della presentazione del bilancio.
L’ing. Sarmi, Amministratore Delegato di Poste, dovrà dare risposte chiare in
merito o non potranno esserci le premesse per riaprire i negoziati in modo
trasparente.
Un bilancio solido, nonostante la pesante crisi economica e finanziaria,
attualmente è motivo di orgoglio per tutti, ma il positivo risultato aziendale
può confortare gli azionisti e al contempo disorientare i lavoratori e
infastidire i cittadini. La qualità del recapito postale è da tempo in caduta
libera: nonostante il considerevole calo dei volumi, i tempi di consegna si
allungano e interi quartieri in molte città non vengono più serviti
quotidianamente come un tempo. I cittadini, ultimi destinatari del servizio, non
possono trascurare la contraddizione di un’Azienda che si mostra altamente
innovativa e che al contempo perde terreno sul servizio di base; significativa a
questo proposito l’ora minima di attesa per un semplice bollettino postale, con
pochi operatori a fronte di numerose postazioni vuote.
Senza contare le altre difficoltà sul fronte interno, come la carenza di
strumentazione o di sistemi di sicurezza, che contribuiscono al malessere dei
lavoratori ai quali già si chiedono grandi sacrifici.
“È l’ora – ribadisce Petitto - che l’Ing. Sarmi faccia chiarezza su ciò che non
dice che mostri le condizioni vere dell’Azienda, che ci dica il perché di questo
permanente disagio nel Mercato Privati e in tutti i 14 mila uffici postali,
perché le postazioni sono vuote, perché i nostri lavoratori debbano andare in
distacco o in missione e protrarre l’orario di lavoro senza ricevere il giusto
corrispettivo economico, e soprattutto perché non vi sia altra soluzione che un
taglio al personale di 8 o 10mila unità, in un momento in cui nel nostro Paese
la crisi occupazionale esplode a livelli drammatici.
Nessun Sindacato può sedere al tavolo delle trattative senza queste risposte.
Riprenderemo il dialogo con l’Azienda quando dietro alle cifre scintillanti
verranno mostrate anche le realtà più scomode, senza fermarsi all’immagine di
santi taumaturghi”.
Tuttavia, se davvero è così forte lo stato delle finanze di Poste, sarà fatto
valere al momento dell’apertura del confronto sul rinnovo del contratto
triennale, pur rimanendo all’interno del quadro definito dagli accordi
interconfederali, sottoscritti lo scorso anno da Governo, imprese, Confindustria
e Sindacati.
“Io – conclude Petitto - penso che dinanzi al silenzio dell’Azienda, nei
prossimi mesi si aprirà una stagione difficile, una stagione di conflitti che
probabilmente non farà bene a nessuno, anche perché precederà una difficilissima
apertura dei mercati con la liberalizzazione del 2011. Tuttavia siamo del parere
che sia pericoloso tacere, perché il silenzio potrebbe uccidere Poste
Italiane!”.
“Riprenderemo il dialogo con l’Azienda quando dietro alle cifre scintillanti
verranno mostrate anche le realtà più scomode, senza fermarsi all’immagine di
santi taumaturghi”.
Il Segretario Generale SLP-CISL
Mario Petitto
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