Accordo Pensioni: tutele e riforme
L’introduzione della “quota”, fortemente
voluta dalla Cisl, consente di ampliare il ventaglio delle possibilità di
uscita dal lavoro, rendendo più flessibile il pensionamento. Previste misure
a sostegno della contrattazione integrativa e una razionalizzazione degli
enti previdenziali.
Lavori
particolarmente usuranti
Di particolare
rilevanza la decisione di consentire l’accesso al pensionamento anticipato,
prima del conseguimento dei suddetti requisiti, ai lavoratori e alle
lavoratrici che abbiano svolto attività particolarmente usuranti. I
lavoratori possono infatti ottenere il diritto al pensionamento con un
requisito anagrafico ridotto di tre anni rispetto a quello previsto (a
partire perciò dai 57 anni), purchè abbiano svolto tale attività a regime
per almeno 7 anni negli ultimi 10 di attività lavorativa.
Finestre per
l’accesso al pensionamento (decorrenza della pensione di vecchiaia e di
anzianità)
Possibilità di
estensione delle finestre utili per il pensionamento anticipato con il
requisito contributivo dei quaranta anni, dalle attuali due a quattro, al
fine di ridurre gli attuali tempi di attesa e di limitare gli oneri
conseguenti a carico dei lavoratori e delle lavoratrici. In più vi è la
richiesta del Governo di inserire finestre di uscita verso la pensione anche
per i lavoratori e le lavoratrici che abbiano maturato i requisiti per il
pensionamento di vecchiaia.
Razionalizzazione
degli enti previdenziali
Al fine di rendere le
misure intraprese compatibili dal punto di vista finanziario, rispetto ai
risparmi già previsti dalla legge 243/04,
è previsto, a partire dal 2011, l’eventuale aumento dello 0.09%
dell’aliquota di tutte le retribuzioni soggette a contribuzione (dipendenti,
autonomi e parasubordinati). Sarà, tuttavia, possibile evitare tale aumento,
dando attuazione al processo di razionalizzazione del sistema previdenziale,
al fine di conseguire, nell’arco del decennio 2008 – 2017, risparmi pari a
3,5 miliardi di euro. A tal fine il Governo si è impegnato a presentare
entro il 31 dicembre 2007, un apposito piano industriale che individuerà le
sinergie fra i vari enti previdenziali (sedi, acquisti, sistemi informatici
e servizi legali) e che sarà oggetto di confronto con le organizzazioni
sindacali.
Misure a sostegno
della contrattazione integrativa e detassazione dei premi di risultato
E’ previsto l’aumento
da tre a cinque punti percentuali della decontribuzione sugli aumenti
economici derivanti dalla contrattazione integrativa (aziendale o
territoriale) e l’integrale copertura contributiva figurativa ai fini
previdenziali, a beneficio dei lavoratori, sulle relative somme erogate.
Inoltre, il Governo stanzierà con la prossima legge finanziaria, un importo
pari a 150 milioni di euro per il 2008, al fine di conseguire l’obiettivo
della detassazione dei premi di risultato erogati dalla contrattazione
integrativa, secondo le modalità che verranno definite dall’apposita
Commissione fra il Governo e le parti sociali.
Revisione dei
coefficienti di trasformazione
Per quanto riguarda
l’adeguamento dei coefficienti di trasformazione per il calcolo della
pensione contributiva, sarà istituita una Commissione di esperti nominati
dal Governo e dalle Organizzazioni Sindacali, con il compito di proporre
modifiche, entro il 31/12/2008, secondo le modalità e i criteri
dell’adeguamento, già previsti dalla legge 335/95, nel rispetto degli equilibri della spesa pensionistica di lungo
periodo.
In più si terrà
conto:
·
delle dinamiche demografiche e dei flussi migratori
·
dell’incidenza dei percorsi lavorativi discontinui, al fine di salvaguardare
l’adeguatezza dei trattamenti pensionistici per i lavoratori con più bassi
redditi, proponendo meccanismi di solidarietà e di garanzia (al fine di
portare, indicativamente, il tasso di sostituzione netto a livelli non
inferiori al 60% della retribuzione)
·
del rapporto fra l’aspettativa media di vita della popolazione pensionistica
e quella dei singoli settori di attività.
L’aggiornamento dei
coefficienti verrà effettuato con Decreto del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, in accordo con il Ministro dell’economia e delle finanze
con una cadenza temporale di tre anni, ridotta rispetto all’attuale (che è
di dieci anni).